Sempre esistiti i bar con le bacheche appese per i piccoli annunci di ritrovamenti o richieste di lavoro.
Poi esistono i muri intonacati a nuovo, le reti sui muretti a cui attaccare i lucchettini, le panchine intagliate, i tronchi d'albero scortecciati a forma di cuore...
Chi voleva lasciare messaggi che arrivassero a destinazione, ha sempre saputo come fare:
EyesWideShut:
Grazie per il pensiero che mi hai dedicato...
E per il messaggio delizioso, poetico che mi hai lasciato.
Senza Molestia alcuna, solo delicatezza.
Ancora, grazie.
EyesWideShut:
Sei il Diavolo.
Io ho già le mani legate, perché non ho diritto di replica pari al tuo.
Ma...
Mi fa immensamente piacere, e me ne compiaccio, che la tal cosa ti mandi in sollucchero.
Immaginami rispondere con un sorriso beato ai tuoi sfregi, ogni volta che li abbandoni lì, in attesa di esser letti.
E di procurarmi prurito.
Immensamente, grazie.
EyesWideShut:
Mio prezioso interlocutore, non posso farne a meno.
Sento un irrefrenabile formicolio nelle dita, è più forte di me.
Non posso non dire nulla, sapiente giardiniere, a te, che ti dai premura di annaffiarmi regolarmente con una pioggerellina della tua miglior spremuta di cuore.
Io chi sono?
Lo ben sai. Lo sai già da te, dall'alto della tua esperienza.
Non voglio essere per te la rosa del bambino dai capelli d'oro, non sono io a doverti insegnare; non credo di essere un'orchidea degna delle brame di un John Laroche e della sceneggiatura di Jonze.
Non ho grosse pretese.
Vorrei solo, violentando un titolo e un'opera, essere per te una margherita. E ti vorrei per Maestro, in un modo del tutto differente da quello che il povero Michail prospettava.
Mi fulmini il Cielo se non è vero che tu, Maestro giardiniere, hai già capito tutto.
Sono una margherita che non arriva al quarto di secolo, dovrei avere sotto di me terra morbida e scura, profumata solo della mia giovane età.
Ma tu lo hai visto, che invece c'è un reticolato, un disegno ruvido e aspro tra le zolle di terra inaridita.
Sei riuscito a smuoverne una almeno, e a (farmi) sentire che sotto quella, c'è ancora velluto nero e fertile da dissodare, da accarezzare, fosse anche soltanto con la punta del polpastrello che batte sulla tua tastiera.
Non posso esimermi dal dirlo a te, davanti a tutti gli abitanti del giardino e alla sedia dei Nostri giochi, che non è per mio diletto o per mia vanità (Mi volevi far male? Volevi strapparmi un petalo candido e ridere di me?), o per tuo capriccio sottilmente sadico, questo trastullo.
No, tu mi regali delle palpitazioni.
E allora, non lasciarmi.
Non abbandonarmi, onorami della Tua Cura.
EyesWideShut:
Dolce, spietato sezionatore d'anime, che giochi con il bisturi, ciao.
Mi hai fatto capire, sì che mi hai letta.
E ancora, qualcosa si è mosso nel petto.
Ho abbozzato un riso sibillino di Gioconda, poi dischiusosi in uno splendido sorriso da succhiare, che sfavilla di felicità (grazie Marlene).
Che tanto qui dove sono nessuno mi vede, nessuno scorge i tremori sotto alla maglietta.
Nessuno sa.
Ancora torno qui, a grattare con unghie di gatto infreddolito, sul legno.
Non per obbligarti ad aprire la porta, non ti obbligo no,(non vuoi/puoi) ma perché tu mi veda.
Non è vanità la mia, è tremolante e pacifica rassegnazione.
Mi senti? Li vedi i trucioli che si staccano e si ammassano a terra? Ne farò, da grovigli informi, sculture crisoelefantine, con tutto queste scrivere.
Le metterai nel Nostro giardino? Sì? Potrai guardarle con desiderio, non sarò gelosa. Purché tu non mi sfugga, ti lascerò agire indisturbato.
Che dono, o che disgrazia, quella di vomitar parole.
Fa impazzire.
Ciao mio smeraldo, mio gioiello, mio tesoretto.
Oggi ho autentico pudore a spolverare certe parole, ma del resto sono scritte lì sul tronco della quercia secolare...
A te, immensamente grazie!
http://tinyurl.com/lkhxarpTorno subito...