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Rosaescort
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Stantiòn
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Parte I.

La nostra vita è un collage di momenti, fuggevoli sguardi, particolari sfocati, sorrisi abbozzati, dita alla perenne ricerca di qualcosa da afferrare, occhi a caccia di preziosi istanti da fotografare, da ridipingere nella mente. Un cuore che batte irregolare ma costante, il respiro, reso affannoso da una corsa da fermi, ma mai affannato. Un viaggio che talvolta faccio a occhi chiusi, senza spostarmi da casa. Anche questo è vivere, in fondo. Cogliendo ogni sfumatura, ogni particolare, con emozione, passione, per poi rielaborare tutto, scegliendo e scrivendo le parole che vorrei ascoltare, disegnando le immagini che vorrei vedere, inventando una delle vite che vorrei vivere. E poi mettere un punto e ricominciare da capo una volta ancora, e ancora, e ancora, e ancora. Sorridendo. Finché dal video, tra tanti annunci, foto, recensioni, dopo alcune telefonate per chiedere informazioni, arriva il momento della scelta. La prima fase è in realtà una selezione, un filtro che decide chi, da un'immagine, potrebbe diventare realtà. Potrebbe, perché mai nessuna scelta avviene senza ascoltare una voce. Finita la telefonata, inizia la scelta vera e propria. La curiosità porta a fare altre telefonate. Alla fine, c'è una decisione da prendere.
Il cliente, nel momento della scelta, esercita il suo potere. Sotto molti aspetti, ho sempre pensato che la pay detenga il vero potere nel rapporto col cliente. Il cliente è lì per pagare una cosa che altri ottengono gratis. Paga perché altrimenti non potrebbe averla. O paga per non avere pensieri dopo. Ma in generale, è il cliente che paga a essere 'debole'. E' lui ad avere una dipendenza, è lui che spesso accetta le regole del gioco senza imporsi. Magari contrariamente a quanto fa nella sua vita di tutti i giorni. Ma se c'è un momento in cui il cliente esercita in pieno il suo potere, è nel momento della scelta.
Chi è stato in un FKK, sa cosa intendo dire. Lì succede una cosa che manifesta in maniera eclatante questo potere. Le ragazze sfilano, si presentano, e il cliente sceglie. Così, di fronte a tutte, che vedranno la collega prescelta. Qualcosa di meno pittoresco, ma in qualche modo simile, è ciò che avviene in alcune strade. Più nascosto, più intimo, è quello che avviene nel segreto della propria mente, della propria stanza, del proprio ufficio, quando si pondera la scelta di una pay. In questo caso è del tutto assente l'esibizionismo della scelta di fronte a terzi, ma resta un'azione in cui il cliente è più forte della pay che incontrerà. Dopodiché, spesso i ruoli si invertono, ma questo è già un altro discorso.
Raramente mi è stato chiesto perché avessi scelto proprio lei. Ma qualche volta è successo. Difficile dare una risposta. Non mi viene spontaneo fare commenti, così come sono restio a fare complimenti "fisici". Begli occhi, belle gambe, belle tette, bel culo... Quand'anche fosse vero, non è nel mio DNA dire queste cose. E spesso non sarebbe nemmeno la verità. La voce, il più delle volte, scelgo la voce. Non tanto il tono o il timbro vocale, ma l'interazione che ne esce, l'esperienza di comunicare con una sconosciuta con cui vuoi fare sesso. Questa interazione può avvenire in mille modi diversi. Ma alla fine emerge qualche dettaglio che determina la scelta. Può bastare un accento, o la naturalezza, la simpatia. Ricordo molte telefonate dove la controparte era fredda, meccanica, o semplicemente seria. L'allegria, invece, lasciava traccia. L'idea di incontrare una ragazza, una donna allegra (e non nel senso figurato del termine) fa salire di molto il punteggio nella scelta finale. Da lì, parte l'attesa, la curiosità di sapere se la scelta è stata corretta. Un rito sempre uguale e ogni volta diverso. C'è il sesso alla guida dei pensieri. Ma non è solo quello. La scelta è una delle componenti, forse inconfessabili, che mi attirano verso queste esperienze.
Stantiòn
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Parte II.

Quando nasce il desiderio, la voglia di sperimentare che porta a sfogliare i cataloghi on-line, leggere annunci e recensioni? Personalmente, il momento più fertile è la notte. Soprattutto nelle notti stellate, dove il cielo è pulito e sereno. Inverno o estate, primavera o autunno, non importa: è il profumo della notte che desta in me quel desiderio, quella curiosità, quella voglia. Qualche volta è successo che la voglia svanisse al mattino. Sì, dopo aver fissato un obiettivo, già sulla strada per andare all'incontro, la voglia era diminuita. Ma rimaneva sempre un fondo di curiosità, una specie di richiamo latente e silenzioso. Col senno di poi, mi sembra che quella voglia sia, in buona parte, una mancanza. Una scelta dettata da solitudine. Probabilmente un mix di solitudine e di appetito sessuale, anche perché sono strettamente legate. Non parlo della solitudine da mancanza di qualcuno con cui trascorrere il tempo. Ma di solitudine di qualcuno con cui poter smascherare anche la propria faccia nascosta, magari nascondendo proprio quella normalmente visibile.
Il processo che porta all'incontro con una pay può essere molto variegato. C'è chi lo pianifica con largo anticipo, chi decide all'ultimo minuto, chi preferisce andare "al buio" incontrando pay nuove e sconosciute, chi preferisce andare sul sicuro e cerca nelle recensioni garanzie di vario tipo (estetiche, prestazionali, comportamentali, ecc.).
Anche a me è successo di comportarmi in modi diversi. Talvolta pianificando, altre volte seguendo una pulsione che mi portava a cercare e decidere all'improvviso. Oggi, in maniera più distaccata, mi accorgo che c'erano periodi in cui un incontro tirava un altro. Compatibilmente con le mie disponibilità economiche, una maggior frequenza di incontri diventava uno stimolo ad aumentare ancora. A cui poi seguivano periodi in cui non sentivo alcuna necessità di farlo. E questo non era in relazione all'attività sessuale "normale". Anzi, quanto più era alta, tanto più affiorava lo stimolo di un incontro a pagamento. Mentre nei periodi di "astinenza" (non forzata, ma semplicemente per calo fisiologico del desiderio) queste pulsioni diminuivano. Se facevo un giro su qualche sito era solo per curiosità. Magari tenendo poi nota di qualche annuncio per il momento in cui sarebbe arrivato lo stimolo.
Leggendo qua e lá, ho scoperto di non essere l'unico ad avere una specie di diario degli incontri. Ma piú che diario, bisognerebbe chiamarla la 'lista'. Nome, telefono, rates, caratteristiche fisiche, sigle. La lista é probabilmente una dotazione di molti punters. Mi sono sempre chiesto se qualche pay fa lo stesso nei confronti dei suoi clienti. Fossi una pay, forse lo farei. Cosí, per avere una traccia, un ricordo, un confronto. Ricordo una pay che mi disse di fare una cosa simile: dava a ciascuno un numero e una valutazione. Ho pensato che scherzasse, ma esiste la possibilitá che fosse sincera. Non l'ho mai saputo, e non l'ho piú rivista.
baby86
Account eliminato
ascoltami ma
se e' buio come fai a vederle?
usi la pila?
io la pila non la uso mai perche' di solito accendo la luce
insomma spiegami un po'


Stantiòn:

preferisce andare "al buio" incontrando pay nuove
WLForever
Sandokan (1300 post)
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baby86:

ascoltami ma
se e' buio come fai a vederle?
usi la pila?
io la pila non la uso mai perche' di solito accendo la luce
insomma spiegami un po'


Stantiòn:

preferisce andare "al buio" incontrando pay nuove

Oh, baby, ci sei o ci fai?
baby86
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devo scegliere?
rispondimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

WLForever:


Oh, baby, ci sei o ci fai?
Stantiòn
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Pate III.

Alcuni incontri avvengono in albergo, altri in appartamento. In ogni caso, la location ha la sua importanza. Per vari motivi, anche psicologici, ho sempre preferito incontri in appartamento. La parte psicologica consiste nella esclusivitá, o sarebbe meglio definirla "personalizzazione" dell'incontro. L'incontro in appartamento ha alcune caratteristiche peculiari. Di certo, fornisce una privacy maggiore: niente documenti alla reception, solo il rischio di essere visti da qualche vicino. Ma non è questa la parte interessante, ovviamente.
Un appartamento rivela alcune infomazioni della persona che si incontra. Un po' come l'abbigliamento, forse piú dell'abbigliamento. Ci sono case completamente anonime. Evidentemente usate esclusivamente per l'attivitá di incontro con clienti. Nessuna foto, nessun libro rivelatore. Quasi come essere in albergo, se non fosse che si viene ricevuti e non si ha la chiave. Ci sono appartamenti abitati, o affittati con tanto di arredamento. Il classico appartamento due stanze bagno cucina, dove qualcuno ha vissuto o forse vive tuttora. Ma che magari non è l'appartamento dove la pay vive, dorme, abita nella vita "non lavorativa".
Ci sono poi appartamenti realmente vissuti. Libri. Riviste. Oggetti. Ricordi di un viaggio. E' in questi casi che piú mi incuriosisce la persona (e non la pay) che incontro. Uno di questi dettagli può essere rilevatore di un interesse in comune. Uno spunto per parlare, per sciogliere il ghiaccio. Qualche volta (non molte per la veritá si riesce a scoprire una porzione del mondo di una persona che sarebbe stato interessante conoscere meglio al di fuori di quelle quattro mura.
Moscarossa