Ho iniziato la mia carriera di punter quasi per caso, nel luglio del 2010. Prima di allora, non mi interessava sapere cosa pensa la maggior parte della gente sull'argomento. Col passare del tempo, ho notato che esiste uno stereotipo che vuole l’uomo che paga per il sesso come un grezzo materialista privo di anima, per il quale la pay rappresenta solo un corpo che serve a soddisfare i suoi bisogni. Che poi, a voler sottilizzare, questo comportamento verso le donne è ricorrente in molti uomini, sia che paghino oppure no.
Ebbene, avendo avuto modo di conoscere almeno una decina di punters personalmente (alcuni li considero veri e propri amici) e altrettanti virtualmente grazie a GF, posso dire che si tratta di un pregiudizio, perché le cose non stanno proprio così, e in molti casi, si può scorgere nel punter una insospettabile sensibilità.
Il rapporto pay-punter è qualcosa di molto particolare e complesso. Anche se si tratta di uno scambio servizio-denaro equiparabile a un qualsiasi altro scambio del genere, in realtà presta il fianco a implicazioni di natura psicologica molto profonde in cui la sincerità dei sentimenti non può essere contemplata come fattore positivo e fondante di una relazione, ma che anzi rappresenta un elemento di debolezza del quale la controparte potrebbe approfittarsi.
Per questo, è raro che tra pay e punter si crei una sincera amicizia, oppure qualcosa di più profondo, a meno che entrambi non scelgano – ed è cosa molto difficile - di rompere il muro che li separa. Tuttavia, quando questo avviene, capita che pian piano si arrivi ad aprirsi e a confidarsi segreti che normalmente vengono nascosti anche a chi è più intimo. Soprattutto quando c’è il rischio che venga manifestato ciò che palesa vulnerabilità.
Non sono dunque molti i punters che si aprono nei confronti di una pay, e sono ancora meno i casi in cui accade il contrario. Il motivo è nella strana commistione che esiste tra denaro, sesso e sentimento, condito spesso di moralismo e sensi di colpa. Per cui, quasi sempre, ciascuna delle parti attribuisce all’altra la mancanza morale più grande, forse per attenuare l’eventuale senso di colpa che prova per la propria debolezza. Il sentimento di rivalsa e una certa attitudine che molti hanno a volersi ergere al di sopra degli altri, poi, aumenta ancor più le distanze e accentua le incomprensioni.
Non è semplice comprendere questi meccanismi. Certe cose affiorano solo col tempo, col senno di poi e dopo aver acquisito conoscenze ed esperienze tali da poter valutare il tutto con un metro più preciso. Magari, per quanto possa essere complicato, cercando di porsi in equilibrio tra i due mondi: quello delle pay e quello dei punters. Perché pay e punters, in fondo, sono due facce della stessa medaglia. Gli uni non possono esistere senza le seconde e viceversa, e non è che una parte sia migliore dell’altra. Esistono solo le persone. Persone buone, cattive, oneste, disoneste, coerenti, incoerenti e tutto ciò che le rende umane. E’ sulla base della loro individualità che devono essere valutate, non per la categoria alla quale, sbagliando, vengono accomunate. Così esistono punters dotati di grandissima sensibilità, così come ne esistono di cinici e insensibili. E ciò vale esattamente per le pay.
Ma allora cos’è che impedisce ai punters, che non sono gli esseri ignobili e schifosi che lo stereotipo imporrebbe, di creare punti di contatto e magari anche un qualche tipo di relazione con pay dotate dello stesso tipo di sensibilità? Sembrerebbe nulla, invece gli ostacoli sono spesso insormontabili. Tempo fa, una pay mi confidò una storia che non ho dimenticato. Si era invaghita di un cliente che andava a trovarla regolarmente. Queste furono le sue parole: <<Lui ha un bimbo piccolo che l’aspetta a casa. E’ per lui che lo fa e quando sente il mio abbraccio affettuoso dove può rifugiarsi, ci si butta e contraccambia. Mi rendo conto che può essere tutta un’illusione, o almeno non sono in grado di capire se tutto quello che dice e fa con me sia realmente sincero, ma credo di saper riconoscere un contatto affettuoso da uno finto. Basta avere un po’ di sensibilità per percepirlo, e se l’avverto non mi risparmio. Dò tutto quello che posso dare, felice di regalargli qualche ora di serenità. Forse sarò sciocca, ma donare e ricevere affetto è una sensazione che va oltre il denaro, e poco importa se è solo per poche ore. L’importante è che arrivi dal cuore.>>
Molte pay sono abituate a conoscere gli uomini. Basta uno sguardo e poche parole per capire la natura di chi hanno davanti. Sono psicologhe laureate sul campo. Talvolta sensibili, anche se cercano di nasconderlo. Dietro a tanto carattere, a volte si nasconde una dolcezza genuina che non lasciano uscire perchè qualcuno potrebbe approfittarne e renderle vulnerabili. Non si fidano. Il loro passato forse è troppo ingombrante.
Quando incontro pay con queste caratteristiche, sono felice di aver speso così il mio tempo. Il denaro è solo un dettaglio in questo caso. Non capitano spesso queste situazioni, ma quando ci entri è difficile poi uscirne. Forse è questo il motivo che rende pericolosi i rapporti prolungati e profondi tra punter e pay.
Ebbene, avendo avuto modo di conoscere almeno una decina di punters personalmente (alcuni li considero veri e propri amici) e altrettanti virtualmente grazie a GF, posso dire che si tratta di un pregiudizio, perché le cose non stanno proprio così, e in molti casi, si può scorgere nel punter una insospettabile sensibilità.
Il rapporto pay-punter è qualcosa di molto particolare e complesso. Anche se si tratta di uno scambio servizio-denaro equiparabile a un qualsiasi altro scambio del genere, in realtà presta il fianco a implicazioni di natura psicologica molto profonde in cui la sincerità dei sentimenti non può essere contemplata come fattore positivo e fondante di una relazione, ma che anzi rappresenta un elemento di debolezza del quale la controparte potrebbe approfittarsi.
Per questo, è raro che tra pay e punter si crei una sincera amicizia, oppure qualcosa di più profondo, a meno che entrambi non scelgano – ed è cosa molto difficile - di rompere il muro che li separa. Tuttavia, quando questo avviene, capita che pian piano si arrivi ad aprirsi e a confidarsi segreti che normalmente vengono nascosti anche a chi è più intimo. Soprattutto quando c’è il rischio che venga manifestato ciò che palesa vulnerabilità.
Non sono dunque molti i punters che si aprono nei confronti di una pay, e sono ancora meno i casi in cui accade il contrario. Il motivo è nella strana commistione che esiste tra denaro, sesso e sentimento, condito spesso di moralismo e sensi di colpa. Per cui, quasi sempre, ciascuna delle parti attribuisce all’altra la mancanza morale più grande, forse per attenuare l’eventuale senso di colpa che prova per la propria debolezza. Il sentimento di rivalsa e una certa attitudine che molti hanno a volersi ergere al di sopra degli altri, poi, aumenta ancor più le distanze e accentua le incomprensioni.
Non è semplice comprendere questi meccanismi. Certe cose affiorano solo col tempo, col senno di poi e dopo aver acquisito conoscenze ed esperienze tali da poter valutare il tutto con un metro più preciso. Magari, per quanto possa essere complicato, cercando di porsi in equilibrio tra i due mondi: quello delle pay e quello dei punters. Perché pay e punters, in fondo, sono due facce della stessa medaglia. Gli uni non possono esistere senza le seconde e viceversa, e non è che una parte sia migliore dell’altra. Esistono solo le persone. Persone buone, cattive, oneste, disoneste, coerenti, incoerenti e tutto ciò che le rende umane. E’ sulla base della loro individualità che devono essere valutate, non per la categoria alla quale, sbagliando, vengono accomunate. Così esistono punters dotati di grandissima sensibilità, così come ne esistono di cinici e insensibili. E ciò vale esattamente per le pay.
Ma allora cos’è che impedisce ai punters, che non sono gli esseri ignobili e schifosi che lo stereotipo imporrebbe, di creare punti di contatto e magari anche un qualche tipo di relazione con pay dotate dello stesso tipo di sensibilità? Sembrerebbe nulla, invece gli ostacoli sono spesso insormontabili. Tempo fa, una pay mi confidò una storia che non ho dimenticato. Si era invaghita di un cliente che andava a trovarla regolarmente. Queste furono le sue parole: <<Lui ha un bimbo piccolo che l’aspetta a casa. E’ per lui che lo fa e quando sente il mio abbraccio affettuoso dove può rifugiarsi, ci si butta e contraccambia. Mi rendo conto che può essere tutta un’illusione, o almeno non sono in grado di capire se tutto quello che dice e fa con me sia realmente sincero, ma credo di saper riconoscere un contatto affettuoso da uno finto. Basta avere un po’ di sensibilità per percepirlo, e se l’avverto non mi risparmio. Dò tutto quello che posso dare, felice di regalargli qualche ora di serenità. Forse sarò sciocca, ma donare e ricevere affetto è una sensazione che va oltre il denaro, e poco importa se è solo per poche ore. L’importante è che arrivi dal cuore.>>
Molte pay sono abituate a conoscere gli uomini. Basta uno sguardo e poche parole per capire la natura di chi hanno davanti. Sono psicologhe laureate sul campo. Talvolta sensibili, anche se cercano di nasconderlo. Dietro a tanto carattere, a volte si nasconde una dolcezza genuina che non lasciano uscire perchè qualcuno potrebbe approfittarne e renderle vulnerabili. Non si fidano. Il loro passato forse è troppo ingombrante.
Quando incontro pay con queste caratteristiche, sono felice di aver speso così il mio tempo. Il denaro è solo un dettaglio in questo caso. Non capitano spesso queste situazioni, ma quando ci entri è difficile poi uscirne. Forse è questo il motivo che rende pericolosi i rapporti prolungati e profondi tra punter e pay.
