Gnocca forum
Rosaescort
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vuotopieno
KING (2581 post)
K+ 1300 | K- 254
Permettetemi un tuffo nel passato.

Quando ero bambino mia madre con grandi sacrifici comprò una casa, io e i miei fratelli eravamo felici perchè ci sentivamo ricchi, anche se l'abitazione era situata in una pessima zona( Via Gola, Navigli), all'epoca non c'erano i locali della movida, c'era tanta povertà, i primi stranieri e qualche artista.

Una casa di ringhiera con il bagno in comune sul ballatoio, la doccia si faceva al sabato ai bagni pubblici, andavo con i miei fratelli più grandi ed era una festa: risate e scherzi.

Al mercoledì mangiavamo pollo, perchè mia madre lo comprava al mercato, ed era festa perchè c'erano anche le patatine, io le divoravo mentre guardavo alla tivvù in B/N jeeg robot d'acciao.

Tornano alla mia mente gli assolati pomeriggi di infinite partite a pallone, le mamme che urlavano i nostri nomi per i compiti e noi:" mamma, ancora 5 minuti, ti prego".

Avevo 12 anni e la prima ragazzina "me lo chiese": "Ci mettiamo insieme?", stupore e meraviglia spalancarono il mio cuore riconoscente.

Con 200 lire facevo interminabili partite al videogioco del bar, con gli amici mangiavamo il ghiacciolo rosso e ridavamo come matti perchè sapevamo che poi sembravamo dei trans.

D'estate correvamo per le strade della zona, ad inventarci passatempi e a far danni, spesso venivamo sgridati dagli adulti ma sentivo la libertà esplodere dentro la mia anima, non è mai più stato così.

Il primo schiaffo da mia madre, piansi perchè l'avevo delusa, avevo fatto soffrire la persona più importante della mia vita, e ancora oggi non me lo perdono.

I vestiti erano puliti per mezza giornata, poi dopo la scuola: ci si arrampicava sugli alberi, si giocava per terra a biglie, ci si sporcava col gelato, preferibilmente quello della gelateria Torricelli.

Le merende con le girelle o pane nutella, ma prima ancora solo pane bagnato con sopra zucchero, non mi importava, tanto poi c'era Goldrake!

Il primo motorino, un Ciao Piaggio, sembrava che avessi una Harley, era festa per tutta la compagnia, tutti ci hanno fatto almeno un giro, anche chi non l'avrebbe mai avuto perchè di famiglia povera, mi sentivo un Re in sella al mio Ciao e le ragazzine mi facevano il filo.

Non pensavo al tempo, vivevo il momento, perchè c'era sempre il momento per fare o incontrare.

Gli amici si chiamavano al citofono e si faceva colletta per entrare nel cinema porno cercando di sembrare maggiorenni, ovviamente la maggiornza non riusciva ad entrare e aspettava fuori a proiezione finita tutti i dettagli dai fortunati che  riuscivano a vedere il film.

Si giocava per strada e non ti sentivi in pericolo, d'estate Milano era veramente deserta, io rimanevo da solo in città, ma questa solitudine l'apprezzavo, giravo con il tram tutto il centro, amavo alla follia il silenzio e il poter tanto pensare.

Nelle mie tasche c'erano pochi spiccioli, sapevo che prima di sera li avrei spesi, ma in cosa? ero sempre indeciso, ma quando riuscivo a comprare un pacchetto di patatine Sancarlo con la sorpresa, ebbene, non sapete, ero realizzato, nulla mi mancava, avevo investito sulla mia felicità.

Si alternavano partite a figurine Panini a scambi più o meno borsistici: " Platini vale meno di Tardelli o Malizia più di Benetti".

Scorreva veloce la mia vita, passo dopo passo sempre più prigoniero, meno libero, più cosciente e più infelice.

Alfredino Rampi segnò la mia infanzia e mi fece piangere di terrore e tristezza.
Poi venne la cultura, la consapevolezza, il terrorismo, la mafia, la sinistra e la destra, il sesso, gli amici morti che ci siamo persi per l'eroina.

Il lavoro duro, le responsabilità, il futuro incerto.

In che momento abbandoni il bambino, la gioia di vivere,la scoperta?
Qual'è l'attimo esatto in cui passi tra la meravigliosa apertura verso il mondo e l'individualsmo per sopravvivere?

A che punto della tua vita comici ad accontentarti invece di mordere il cristallino e puro sogno?

Non rimani più a bocca aperta con gli occhi lucidi di felicità guardando una cosa che non sia a pagamento o faccia schifo?

Dentro il mio cuore  urla ancora la fanciullezza ma non posso più ascoltarla, lo faccio per il suo bene, fuori non è più il mondo che ricorda.









Tutto ciò che scrivo è solo frutto della mia fervida fantasia.
ele
Account eliminato
i tempi cambiano ma alla fine siamo sempre noi esseri umani a far si che il mondo rimanga con gli stessi valori,i sacrifici di una volta erano sacrifici sani fatti con amore, grande consapevolezza e rispetto,quel rispetto e senso del giusto sacrificio che oggi il cittadino non riesce ad avere e non sempre per sua volonta'


vuotopieno:

Permettetemi un tuffo nel passato.

Quando ero bambino mia madre con grandi sacrifici comprò una casa, io e i miei fratelli eravamo felici perchè ci sentivamo ricchi, anche se l'abitazione era situata in una pessima zona( Via Gola, Navigli), all'epoca non c'erano i locali della movida, c'era tanta povertà, i primi stranieri e qualche artista.

Una casa di ringhiera con il bagno in comune sul ballatoio, la doccia si faceva al sabato ai bagni pubblici, andavo con i miei fratelli più grandi ed era una festa: risate e scherzi.

Al mercoledì mangiavamo pollo, perchè mia madre lo comprava al mercato, ed era festa perchè c'erano anche le patatine, io le divoravo mentre guardavo alla tivvù in B/N jeeg robot d'acciao.

Tornano alla mia mente gli assolati pomeriggi di infinite partite a pallone, le mamme che urlavano i nostri nomi per i compiti e noi:" mamma, ancora 5 minuti, ti prego".

Avevo 12 anni e la prima ragazzina "me lo chiese": "Ci mettiamo insieme?", stupore e meraviglia spalancarono il mio cuore riconoscente.

Con 200 lire facevo interminabili partite al videogioco del bar, con gli amici mangiavamo il ghiacciolo rosso e ridavamo come matti perchè sapevamo che poi sembravamo dei trans.

D'estate correvamo per le strade della zona, ad inventarci passatempi e a far danni, spesso venivamo sgridati dagli adulti ma sentivo la libertà esplodere dentro la mia anima, non è mai più stato così.

Il primo schiaffo da mia madre, piansi perchè l'avevo delusa, avevo fatto soffrire la persona più importante della mia vita, e ancora oggi non me lo perdono.

I vestiti erano puliti per mezza giornata, poi dopo la scuola: ci si arrampicava sugli alberi, si giocava per terra a biglie, ci si sporcava col gelato, preferibilmente quello della gelateria Torricelli.

Le merende con le girelle o pane nutella, ma prima ancora solo pane bagnato con sopra zucchero, non mi importava, tanto poi c'era Goldrake!

Il primo motorino, un Ciao Piaggio, sembrava che avessi una Harley, era festa per tutta la compagnia, tutti ci hanno fatto almeno un giro, anche chi non l'avrebbe mai avuto perchè di famiglia povera, mi sentivo un Re in sella al mio Ciao e le ragazzine mi facevano il filo.

Non pensavo al tempo, vivevo il momento, perchè c'era sempre il momento per fare o incontrare.

Gli amici si chiamavano al citofono e si faceva colletta per entrare nel cinema porno cercando di sembrare maggiorenni, ovviamente la maggiornza non riusciva ad entrare e aspettava fuori a proiezione finita tutti i dettagli dai fortunati che  riuscivano a vedere il film.

Si giocava per strada e non ti sentivi in pericolo, d'estate Milano era veramente deserta, io rimanevo da solo in città, ma questa solitudine l'apprezzavo, giravo con il tram tutto il centro, amavo alla follia il silenzio e il poter tanto pensare.

Nelle mie tasche c'erano pochi spiccioli, sapevo che prima di sera li avrei spesi, ma in cosa? ero sempre indeciso, ma quando riuscivo a comprare un pacchetto di patatine Sancarlo con la sorpresa, ebbene, non sapete, ero realizzato, nulla mi mancava, avevo investito sulla mia felicità.

Si alternavano partite a figurine Panini a scambi più o meno borsistici: " Platini vale meno di Tardelli o Malizia più di Benetti".

Scorreva veloce la mia vita, passo dopo passo sempre più prigoniero, meno libero, più cosciente e più infelice.

Alfredino Rampi segnò la mia infanzia e mi fece piangere di terrore e tristezza.
Poi venne la cultura, la consapevolezza, il terrorismo, la mafia, la sinistra e la destra, il sesso, gli amici morti che ci siamo persi per l'eroina.

Il lavoro duro, le responsabilità, il futuro incerto.

In che momento abbandoni il bambino, la gioia di vivere,la scoperta?
Qual'è l'attimo esatto in cui passi tra la meravigliosa apertura verso il mondo e l'individualsmo per sopravvivere?

A che punto della tua vita comici ad accontentarti invece di mordere il cristallino e puro sogno?

Non rimani più a bocca aperta con gli occhi lucidi di felicità guardando una cosa che non sia a pagamento o faccia schifo?

Dentro il mio cuore  urla ancora la fanciullezza ma non posso più ascoltarla, lo faccio per il suo bene, fuori non è più il mondo che ricorda.
SATINE
Super Hero (960 post)
K+ 1029 | K- 811
@ vuotopieno

bel racconto... e bei ricordi molto simili

peccato che molte cose sono cambiate... dalle persone di oggi, alle vie stesse

resiste ancora la gelateria bears
Vedimiii... voglio essere come Voi siete, vedere come Voi vedete, amare come Voi amate... $@TIN€
neo_69
Super Hero (1105 post)
K+ 377 | K- 177
ciao vuotopieno, effettivamente molte delle cose che descrivi sono ancora ben dentro di me, gli anni in cui avevi pochi pensieri per la testa se non divertirti in cortile con gli amici....eh gia'....

peccato che dopo si cresce!!




Ciao
neo
drake70
Account eliminato
vuotopieno:

Permettetemi un tuffo nel passato.

Quando ero bambino mia madre con grandi sacrifici comprò una casa, io e i miei fratelli eravamo felici perchè ci sentivamo ricchi, anche se l'abitazione era situata in una pessima zona( Via Gola, Navigli), all'epoca non c'erano i locali della movida, c'era tanta povertà, i primi stranieri e qualche artista.

Una casa di ringhiera con il bagno in comune sul ballatoio, la doccia si faceva al sabato ai bagni pubblici, andavo con i miei fratelli più grandi ed era una festa: risate e scherzi.

Al mercoledì mangiavamo pollo, perchè mia madre lo comprava al mercato, ed era festa perchè c'erano anche le patatine, io le divoravo mentre guardavo alla tivvù in B/N jeeg robot d'acciao.

Tornano alla mia mente gli assolati pomeriggi di infinite partite a pallone, le mamme che urlavano i nostri nomi per i compiti e noi:" mamma, ancora 5 minuti, ti prego".

Avevo 12 anni e la prima ragazzina "me lo chiese": "Ci mettiamo insieme?", stupore e meraviglia spalancarono il mio cuore riconoscente.

Con 200 lire facevo interminabili partite al videogioco del bar, con gli amici mangiavamo il ghiacciolo rosso e ridavamo come matti perchè sapevamo che poi sembravamo dei trans.

D'estate correvamo per le strade della zona, ad inventarci passatempi e a far danni, spesso venivamo sgridati dagli adulti ma sentivo la libertà esplodere dentro la mia anima, non è mai più stato così.

Il primo schiaffo da mia madre, piansi perchè l'avevo delusa, avevo fatto soffrire la persona più importante della mia vita, e ancora oggi non me lo perdono.

I vestiti erano puliti per mezza giornata, poi dopo la scuola: ci si arrampicava sugli alberi, si giocava per terra a biglie, ci si sporcava col gelato, preferibilmente quello della gelateria Torricelli.

Le merende con le girelle o pane nutella, ma prima ancora solo pane bagnato con sopra zucchero, non mi importava, tanto poi c'era Goldrake!

Il primo motorino, un Ciao Piaggio, sembrava che avessi una Harley, era festa per tutta la compagnia, tutti ci hanno fatto almeno un giro, anche chi non l'avrebbe mai avuto perchè di famiglia povera, mi sentivo un Re in sella al mio Ciao e le ragazzine mi facevano il filo.

Non pensavo al tempo, vivevo il momento, perchè c'era sempre il momento per fare o incontrare.

Gli amici si chiamavano al citofono e si faceva colletta per entrare nel cinema porno cercando di sembrare maggiorenni, ovviamente la maggiornza non riusciva ad entrare e aspettava fuori a proiezione finita tutti i dettagli dai fortunati che  riuscivano a vedere il film.

Si giocava per strada e non ti sentivi in pericolo, d'estate Milano era veramente deserta, io rimanevo da solo in città, ma questa solitudine l'apprezzavo, giravo con il tram tutto il centro, amavo alla follia il silenzio e il poter tanto pensare.

Nelle mie tasche c'erano pochi spiccioli, sapevo che prima di sera li avrei spesi, ma in cosa? ero sempre indeciso, ma quando riuscivo a comprare un pacchetto di patatine Sancarlo con la sorpresa, ebbene, non sapete, ero realizzato, nulla mi mancava, avevo investito sulla mia felicità.

Si alternavano partite a figurine Panini a scambi più o meno borsistici: " Platini vale meno di Tardelli o Malizia più di Benetti".

Scorreva veloce la mia vita, passo dopo passo sempre più prigoniero, meno libero, più cosciente e più infelice.

Alfredino Rampi segnò la mia infanzia e mi fece piangere di terrore e tristezza.
Poi venne la cultura, la consapevolezza, il terrorismo, la mafia, la sinistra e la destra, il sesso, gli amici morti che ci siamo persi per l'eroina.

Il lavoro duro, le responsabilità, il futuro incerto.

In che momento abbandoni il bambino, la gioia di vivere,la scoperta?
Qual'è l'attimo esatto in cui passi tra la meravigliosa apertura verso il mondo e l'individualsmo per sopravvivere?

A che punto della tua vita comici ad accontentarti invece di mordere il cristallino e puro sogno?

Non rimani più a bocca aperta con gli occhi lucidi di felicità guardando una cosa che non sia a pagamento o faccia schifo?

Dentro il mio cuore  urla ancora la fanciullezza ma non posso più ascoltarla, lo faccio per il suo bene, fuori non è più il mondo che ricorda.
WOW
Ieri sera si parlava di libri con Bogiogaber (per la verità un po' OT sul topic "Il libro, il film, la canzone" di Legendarius) e ora che cosa scopro?
Che c'è, un po' impolverato, questo bel topic che prende spunto dalla celeberrima opera letteraria di Marcel Proust!
Beh, adesso sono di fretta ma appena possibile torno qui e vi posto qualcosa pure io.
Anche spulciando tra le cose ferme da tempo sugli scaffali si trovano tante belle cose su questo Forum!
Essenza
Sr. Member (391 post)
K+ 184 | K- 91
vuotopieno:

Permettetemi un tuffo nel passato.

Quando ero bambino mia madre con grandi sacrifici comprò una casa, io e i miei fratelli eravamo felici perchè ci sentivamo ricchi, anche se l'abitazione era situata in una pessima zona( Via Gola, Navigli), all'epoca non c'erano i locali della movida, c'era tanta povertà, i primi stranieri e qualche artista.

Una casa di ringhiera con il bagno in comune sul ballatoio, la doccia si faceva al sabato ai bagni pubblici, andavo con i miei fratelli più grandi ed era una festa: risate e scherzi.

Al mercoledì mangiavamo pollo, perchè mia madre lo comprava al mercato, ed era festa perchè c'erano anche le patatine, io le divoravo mentre guardavo alla tivvù in B/N jeeg robot d'acciao.

Tornano alla mia mente gli assolati pomeriggi di infinite partite a pallone, le mamme che urlavano i nostri nomi per i compiti e noi:" mamma, ancora 5 minuti, ti prego".

Avevo 12 anni e la prima ragazzina "me lo chiese": "Ci mettiamo insieme?", stupore e meraviglia spalancarono il mio cuore riconoscente.

Con 200 lire facevo interminabili partite al videogioco del bar, con gli amici mangiavamo il ghiacciolo rosso e ridavamo come matti perchè sapevamo che poi sembravamo dei trans.

D'estate correvamo per le strade della zona, ad inventarci passatempi e a far danni, spesso venivamo sgridati dagli adulti ma sentivo la libertà esplodere dentro la mia anima, non è mai più stato così.

Il primo schiaffo da mia madre, piansi perchè l'avevo delusa, avevo fatto soffrire la persona più importante della mia vita, e ancora oggi non me lo perdono.

I vestiti erano puliti per mezza giornata, poi dopo la scuola: ci si arrampicava sugli alberi, si giocava per terra a biglie, ci si sporcava col gelato, preferibilmente quello della gelateria Torricelli.

Le merende con le girelle o pane nutella, ma prima ancora solo pane bagnato con sopra zucchero, non mi importava, tanto poi c'era Goldrake!

Il primo motorino, un Ciao Piaggio, sembrava che avessi una Harley, era festa per tutta la compagnia, tutti ci hanno fatto almeno un giro, anche chi non l'avrebbe mai avuto perchè di famiglia povera, mi sentivo un Re in sella al mio Ciao e le ragazzine mi facevano il filo.

Non pensavo al tempo, vivevo il momento, perchè c'era sempre il momento per fare o incontrare.

Gli amici si chiamavano al citofono e si faceva colletta per entrare nel cinema porno cercando di sembrare maggiorenni, ovviamente la maggiornza non riusciva ad entrare e aspettava fuori a proiezione finita tutti i dettagli dai fortunati che  riuscivano a vedere il film.

Si giocava per strada e non ti sentivi in pericolo, d'estate Milano era veramente deserta, io rimanevo da solo in città, ma questa solitudine l'apprezzavo, giravo con il tram tutto il centro, amavo alla follia il silenzio e il poter tanto pensare.

Nelle mie tasche c'erano pochi spiccioli, sapevo che prima di sera li avrei spesi, ma in cosa? ero sempre indeciso, ma quando riuscivo a comprare un pacchetto di patatine Sancarlo con la sorpresa, ebbene, non sapete, ero realizzato, nulla mi mancava, avevo investito sulla mia felicità.

Si alternavano partite a figurine Panini a scambi più o meno borsistici: " Platini vale meno di Tardelli o Malizia più di Benetti".

Scorreva veloce la mia vita, passo dopo passo sempre più prigoniero, meno libero, più cosciente e più infelice.

Alfredino Rampi segnò la mia infanzia e mi fece piangere di terrore e tristezza.
Poi venne la cultura, la consapevolezza, il terrorismo, la mafia, la sinistra e la destra, il sesso, gli amici morti che ci siamo persi per l'eroina.

Il lavoro duro, le responsabilità, il futuro incerto.

In che momento abbandoni il bambino, la gioia di vivere,la scoperta?
Qual'è l'attimo esatto in cui passi tra la meravigliosa apertura verso il mondo e l'individualsmo per sopravvivere?

A che punto della tua vita comici ad accontentarti invece di mordere il cristallino e puro sogno?

Non rimani più a bocca aperta con gli occhi lucidi di felicità guardando una cosa che non sia a pagamento o faccia schifo?

Dentro il mio cuore  urla ancora la fanciullezza ma non posso più ascoltarla, lo faccio per il suo bene, fuori non è più il mondo che ricorda.
Mi rispecchio
La mano nella mano, la mano sulla cosa, il coso nella mano, il coso nella cosa, da cosa nasce cosa!
shumba
Sr. Member (385 post)
K+ 221 | K- 130
vuotopieno:

Permettetemi un tuffo nel passato.

Quando ero bambino mia madre con grandi sacrifici comprò una casa, io e i miei fratelli eravamo felici perchè ci sentivamo ricchi, anche se l'abitazione era situata in una pessima zona( Via Gola, Navigli), all'epoca non c'erano i locali della movida, c'era tanta povertà, i primi stranieri e qualche artista.

Una casa di ringhiera con il bagno in comune sul ballatoio, la doccia si faceva al sabato ai bagni pubblici, andavo con i miei fratelli più grandi ed era una festa: risate e scherzi.

Al mercoledì mangiavamo pollo, perchè mia madre lo comprava al mercato, ed era festa perchè c'erano anche le patatine, io le divoravo mentre guardavo alla tivvù in B/N jeeg robot d'acciao.

Tornano alla mia mente gli assolati pomeriggi di infinite partite a pallone, le mamme che urlavano i nostri nomi per i compiti e noi:" mamma, ancora 5 minuti, ti prego".

Avevo 12 anni e la prima ragazzina "me lo chiese": "Ci mettiamo insieme?", stupore e meraviglia spalancarono il mio cuore riconoscente.

Con 200 lire facevo interminabili partite al videogioco del bar, con gli amici mangiavamo il ghiacciolo rosso e ridavamo come matti perchè sapevamo che poi sembravamo dei trans.

D'estate correvamo per le strade della zona, ad inventarci passatempi e a far danni, spesso venivamo sgridati dagli adulti ma sentivo la libertà esplodere dentro la mia anima, non è mai più stato così.

Il primo schiaffo da mia madre, piansi perchè l'avevo delusa, avevo fatto soffrire la persona più importante della mia vita, e ancora oggi non me lo perdono.

I vestiti erano puliti per mezza giornata, poi dopo la scuola: ci si arrampicava sugli alberi, si giocava per terra a biglie, ci si sporcava col gelato, preferibilmente quello della gelateria Torricelli.

Le merende con le girelle o pane nutella, ma prima ancora solo pane bagnato con sopra zucchero, non mi importava, tanto poi c'era Goldrake!

Il primo motorino, un Ciao Piaggio, sembrava che avessi una Harley, era festa per tutta la compagnia, tutti ci hanno fatto almeno un giro, anche chi non l'avrebbe mai avuto perchè di famiglia povera, mi sentivo un Re in sella al mio Ciao e le ragazzine mi facevano il filo.

Non pensavo al tempo, vivevo il momento, perchè c'era sempre il momento per fare o incontrare.

Gli amici si chiamavano al citofono e si faceva colletta per entrare nel cinema porno cercando di sembrare maggiorenni, ovviamente la maggiornza non riusciva ad entrare e aspettava fuori a proiezione finita tutti i dettagli dai fortunati che  riuscivano a vedere il film.

Si giocava per strada e non ti sentivi in pericolo, d'estate Milano era veramente deserta, io rimanevo da solo in città, ma questa solitudine l'apprezzavo, giravo con il tram tutto il centro, amavo alla follia il silenzio e il poter tanto pensare.

Nelle mie tasche c'erano pochi spiccioli, sapevo che prima di sera li avrei spesi, ma in cosa? ero sempre indeciso, ma quando riuscivo a comprare un pacchetto di patatine Sancarlo con la sorpresa, ebbene, non sapete, ero realizzato, nulla mi mancava, avevo investito sulla mia felicità.

Si alternavano partite a figurine Panini a scambi più o meno borsistici: " Platini vale meno di Tardelli o Malizia più di Benetti".

Scorreva veloce la mia vita, passo dopo passo sempre più prigoniero, meno libero, più cosciente e più infelice.

Alfredino Rampi segnò la mia infanzia e mi fece piangere di terrore e tristezza.
Poi venne la cultura, la consapevolezza, il terrorismo, la mafia, la sinistra e la destra, il sesso, gli amici morti che ci siamo persi per l'eroina.

Il lavoro duro, le responsabilità, il futuro incerto.

In che momento abbandoni il bambino, la gioia di vivere,la scoperta?
Qual'è l'attimo esatto in cui passi tra la meravigliosa apertura verso il mondo e l'individualsmo per sopravvivere?

A che punto della tua vita comici ad accontentarti invece di mordere il cristallino e puro sogno?

Non rimani più a bocca aperta con gli occhi lucidi di felicità guardando una cosa che non sia a pagamento o faccia schifo?

Dentro il mio cuore  urla ancora la fanciullezza ma non posso più ascoltarla, lo faccio per il suo bene, fuori non è più il mondo che ricorda.
Bellissimo salto nel passato che mi ci hai fatto fare ai fatto riaffiorare vecchi ricordi di un epoca spensierata dove non si sapeva cosa fossero i problemi.Anchio ebbi un Ciao della piaggio fu il primo ed unico 50ino ma mi sentivo libero su di esso.Grande Vuotino i tuoi racconti elevano lo spirito e ci regalano gioia.Alla tua domanda su quando cominciamo ad accontentarci non saprei rispondere forse iniziamo ad accontentarci quando col tempo iniziamo a smettere di sognare o ci dimentichiamo dei nostri sogni.So questo sei una persona eccezzionale a te dico forza ogni tanto libera il fanciullo che c'è in te.
legendarius
Hero Member (531 post)
K+ 1603 | K- 582
vuotopieno:


Non rimani più a bocca aperta con gli occhi lucidi di felicità

Gia...lo stupore che troppo presto ci viene strappato via
e il tempo che giorno dopo giorno appesantisce le palpebre dei nostri occhi
sbarrati sulle meraviglie della vita.
Questo e' il vero prezzo del peccato originale.

Grazie VP.
Dentro noi ci sono 2 cani: uno buono e uno cattivo.
Chi vincera'? Quello che nutrirai di piu'.
qwertyui
Jr. Member (134 post)
K+ 19 | K- 3
vuotopieno:

Permettetemi un tuffo nel passato.

Quando ero bambino mia madre con grandi sacrifici comprò una casa, io e i miei fratelli eravamo felici perchè ci sentivamo ricchi, anche se l'abitazione era situata in una pessima zona( Via Gola, Navigli), all'epoca non c'erano i locali della movida, c'era tanta povertà, i primi stranieri e qualche artista.

Una casa di ringhiera con il bagno in comune sul ballatoio, la doccia si faceva al sabato ai bagni pubblici, andavo con i miei fratelli più grandi ed era una festa: risate e scherzi.

Al mercoledì mangiavamo pollo, perchè mia madre lo comprava al mercato, ed era festa perchè c'erano anche le patatine, io le divoravo mentre guardavo alla tivvù in B/N jeeg robot d'acciao.

Tornano alla mia mente gli assolati pomeriggi di infinite partite a pallone, le mamme che urlavano i nostri nomi per i compiti e noi:" mamma, ancora 5 minuti, ti prego".

Avevo 12 anni e la prima ragazzina "me lo chiese": "Ci mettiamo insieme?", stupore e meraviglia spalancarono il mio cuore riconoscente.

Con 200 lire facevo interminabili partite al videogioco del bar, con gli amici mangiavamo il ghiacciolo rosso e ridavamo come matti perchè sapevamo che poi sembravamo dei trans.

D'estate correvamo per le strade della zona, ad inventarci passatempi e a far danni, spesso venivamo sgridati dagli adulti ma sentivo la libertà esplodere dentro la mia anima, non è mai più stato così.

Il primo schiaffo da mia madre, piansi perchè l'avevo delusa, avevo fatto soffrire la persona più importante della mia vita, e ancora oggi non me lo perdono.

I vestiti erano puliti per mezza giornata, poi dopo la scuola: ci si arrampicava sugli alberi, si giocava per terra a biglie, ci si sporcava col gelato, preferibilmente quello della gelateria Torricelli.

Le merende con le girelle o pane nutella, ma prima ancora solo pane bagnato con sopra zucchero, non mi importava, tanto poi c'era Goldrake!

Il primo motorino, un Ciao Piaggio, sembrava che avessi una Harley, era festa per tutta la compagnia, tutti ci hanno fatto almeno un giro, anche chi non l'avrebbe mai avuto perchè di famiglia povera, mi sentivo un Re in sella al mio Ciao e le ragazzine mi facevano il filo.

Non pensavo al tempo, vivevo il momento, perchè c'era sempre il momento per fare o incontrare.

Gli amici si chiamavano al citofono e si faceva colletta per entrare nel cinema porno cercando di sembrare maggiorenni, ovviamente la maggiornza non riusciva ad entrare e aspettava fuori a proiezione finita tutti i dettagli dai fortunati che  riuscivano a vedere il film.

Si giocava per strada e non ti sentivi in pericolo, d'estate Milano era veramente deserta, io rimanevo da solo in città, ma questa solitudine l'apprezzavo, giravo con il tram tutto il centro, amavo alla follia il silenzio e il poter tanto pensare.

Nelle mie tasche c'erano pochi spiccioli, sapevo che prima di sera li avrei spesi, ma in cosa? ero sempre indeciso, ma quando riuscivo a comprare un pacchetto di patatine Sancarlo con la sorpresa, ebbene, non sapete, ero realizzato, nulla mi mancava, avevo investito sulla mia felicità.

Si alternavano partite a figurine Panini a scambi più o meno borsistici: " Platini vale meno di Tardelli o Malizia più di Benetti".

Scorreva veloce la mia vita, passo dopo passo sempre più prigoniero, meno libero, più cosciente e più infelice.

Alfredino Rampi segnò la mia infanzia e mi fece piangere di terrore e tristezza.
Poi venne la cultura, la consapevolezza, il terrorismo, la mafia, la sinistra e la destra, il sesso, gli amici morti che ci siamo persi per l'eroina.

Il lavoro duro, le responsabilità, il futuro incerto.

In che momento abbandoni il bambino, la gioia di vivere,la scoperta?
Qual'è l'attimo esatto in cui passi tra la meravigliosa apertura verso il mondo e l'individualsmo per sopravvivere?

A che punto della tua vita comici ad accontentarti invece di mordere il cristallino e puro sogno?

Non rimani più a bocca aperta con gli occhi lucidi di felicità guardando una cosa che non sia a pagamento o faccia schifo?

Dentro il mio cuore  urla ancora la fanciullezza ma non posso più ascoltarla, lo faccio per il suo bene, fuori non è più il mondo che ricorda.
Questo tuo racconto hanno fatto scendere una lacrima.

grazie, grazie di cuore a te o mio sconosciuto!
baby86
Account eliminato
pensavo il pisello

vuotopieno:



Avevo 12 anni e la prima ragazzina "me lo chiese"
vuotopieno
KING (2581 post)
K+ 1300 | K- 254
baby86:

pensavo il pisello

vuotopieno:



Avevo 12 anni e la prima ragazzina "me lo chiese"
Mah... all'epoca si intendeva con "Glielo hai chiesto?" tutto, chiedere a qualcuno di volersi "fidanzare" era un grandissimo passo: ci voleva coraggio e sangue freddo, quindi spesso si mandava l'amico in avanscoperta...

Non so oggi i ragazzini, probabilmente con un sms.

Tutto ciò che scrivo è solo frutto della mia fervida fantasia.
MrBig
Full Member (77 post)
K+ 6 | K- 6
Sei un mito ! Oltre ad essere un poeta ! Bravo
maxmonza
Sr. Member (324 post)
K+ 95 | K- 67
grande vuoto la maggior parte delle cose sono state uguali anche per mè
peccato che il tempo è passato
ma mi sà che per i ragazzini di adesso non è piu così
@giulia@
Pay girl (11 post)
K+ 84 | K- 106
"entro il mio cuore urla ancora la fanciullezza ma non posso più ascoltarla, lo faccio per il suo bene, fuori non è più il mondo che ricorda".

...dentro il cuore vola ancora la fanciullezza, e io voglio ascoltarla perche' il mondo sono io.
Il sesso e' come il cibo: se mangi sempre lo stesso menù...prima o poi cambi ristorante.
Essenza
Sr. Member (391 post)
K+ 184 | K- 91
@giulia@:

"entro il mio cuore urla ancora la fanciullezza ma non posso più ascoltarla, lo faccio per il suo bene, fuori non è più il mondo che ricorda".

...dentro il cuore vola ancora la fanciullezza, e io voglio ascoltarla perche' il mondo sono io.
par bleu
La mano nella mano, la mano sulla cosa, il coso nella mano, il coso nella cosa, da cosa nasce cosa!
calacausi
Hero Member (848 post)
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