Una delle ultime notti ho incontrato Ami in viale Brianza, angolo via Venini, a destra, procedendo dalla galleria della ferrovia verso piazzale Loreto. Con le coordinate 45.487909, 9.212190 si visualizza la farmacia presso la quale staziona, abbastanza arretrata sul marciapiede.
Si presenta come albanese, 19 anni.
Si va a casa sua per 50 euri per il solito boccafiga coperto. L’appartamento, dignitoso, si trova in viale Monza, in una casa di ringhiera servita da ascensore.
Ha un visino carino, ma con lineamenti piuttosto spigolosi, zigomi evidenti, capelli rossi lunghi, occhi marroni, carnagione scura, 1,60 circa di statura, fisico asciutto ma femminile. Nel complesso una fisionomia molto mediterranea. Sulla strada, al buio, esercita il richiamo della lolita, poi quando si avvicina alla macchina e la vedi meglio, sale e si toglie i tacchi ecc. poco a poco perde fascino e rientra nell’ordinario. Quando però si spoglia mostra il suo vero pezzo forte: un seno eccellente, non per dimensioni, siamo fra seconda abbondante/terza scarsa, ma per l’eleganza della linea, sodo, con capezzoli scolpiti, veramente da ventenne con le forme giuste.
Tutto il resto, purtroppo, è da dimenticare. Pessima, in camera, la presentazione delle opzioni possibili: 50 euri, mi dice, corrispondono a 10 minuti. Poi non me li avrà cronometrati, ma come esordio è un disastro, e mi aiuta a capire che quando mi invita a svestirmi, a sdraiarmi, non esprime sollecitudine per le opere amorose, in realtà mi sta incalzando per non perdere tempo. Altra pretesa: per baciare ne vuole altri 50. Visto che chiede così tanto immagino intenda baciare in bocca, invece no: baciare il corpo. Dunque un vero sproposito considerando che ragazze molto più belle e più capaci di lei considerano tale trattamento compreso nel prezzo (lo stesso prezzo!). Queste sono quelle che lei, con prosopopea, chiama “le mie regole” e delle quali peraltro ha la scorrettezza di informare a casa e non in strada! Sono convinto, infatti, di averla già intervistata non moltissimo tempo fa, in un’occasione in cui mi aveva chiesto 70. Io l’avevo lasciata lì ed evidentemente non ero stato il solo, motivo per cui forse ha abbassato la tariffa di partenza per rimandare al dopo il momento in cui cercare di lucrare di più. Ovviamente non supplemento di un euro il compenso pattuito e continuiamo, e finiamo, con la prestazione-base. Almeno è lecito toccare! Approfitto pertanto delle sue notevoli tette. La tecnica è insignificante, a partire dallo scialbo pompino che intraprende, dopo aver incappucciato alla velocità della luce l’uccello ancora moscio, ripetendo sempre lo stesso incolore movimento e accompagnando, suggerita, con qualche grattatina del petto e stimolazione dello scroto. Per fortuna quindi non le ho pagato niente di più, visto il livello! Sarebbe stato tempo inutile e denaro sprecato.
Da come si è comportata strada facendo – raccontava volentieri, diceva la sua anche su cose non banali e cercava di coinvolgermi se restavo assorto –, ho avuto l’impressione che non si tratti di perfidia programmatica, ma della totale incapacità di comprendere cosa offrire per farsi una clientela sulla strada. Giovane età, pochi mesi di esperienza alla spalle (cinque, dice) e magari un cattivo suggeritore evidentemente la illudono che una serrata sequenza di 10 minuti (scadenti) con persone che non torneranno le faranno guadagnare di più che un giro di uomini appagati che periodicamente si rivolgono ai suoi servigi.
Al momento direi senza dubbio la più deludente esperienza di questi mesi, anzi l’unica non soddisfacente, con le altrimenti valide ragazze di viale Brianza.
Si presenta come albanese, 19 anni.
Si va a casa sua per 50 euri per il solito boccafiga coperto. L’appartamento, dignitoso, si trova in viale Monza, in una casa di ringhiera servita da ascensore.
Ha un visino carino, ma con lineamenti piuttosto spigolosi, zigomi evidenti, capelli rossi lunghi, occhi marroni, carnagione scura, 1,60 circa di statura, fisico asciutto ma femminile. Nel complesso una fisionomia molto mediterranea. Sulla strada, al buio, esercita il richiamo della lolita, poi quando si avvicina alla macchina e la vedi meglio, sale e si toglie i tacchi ecc. poco a poco perde fascino e rientra nell’ordinario. Quando però si spoglia mostra il suo vero pezzo forte: un seno eccellente, non per dimensioni, siamo fra seconda abbondante/terza scarsa, ma per l’eleganza della linea, sodo, con capezzoli scolpiti, veramente da ventenne con le forme giuste.
Tutto il resto, purtroppo, è da dimenticare. Pessima, in camera, la presentazione delle opzioni possibili: 50 euri, mi dice, corrispondono a 10 minuti. Poi non me li avrà cronometrati, ma come esordio è un disastro, e mi aiuta a capire che quando mi invita a svestirmi, a sdraiarmi, non esprime sollecitudine per le opere amorose, in realtà mi sta incalzando per non perdere tempo. Altra pretesa: per baciare ne vuole altri 50. Visto che chiede così tanto immagino intenda baciare in bocca, invece no: baciare il corpo. Dunque un vero sproposito considerando che ragazze molto più belle e più capaci di lei considerano tale trattamento compreso nel prezzo (lo stesso prezzo!). Queste sono quelle che lei, con prosopopea, chiama “le mie regole” e delle quali peraltro ha la scorrettezza di informare a casa e non in strada! Sono convinto, infatti, di averla già intervistata non moltissimo tempo fa, in un’occasione in cui mi aveva chiesto 70. Io l’avevo lasciata lì ed evidentemente non ero stato il solo, motivo per cui forse ha abbassato la tariffa di partenza per rimandare al dopo il momento in cui cercare di lucrare di più. Ovviamente non supplemento di un euro il compenso pattuito e continuiamo, e finiamo, con la prestazione-base. Almeno è lecito toccare! Approfitto pertanto delle sue notevoli tette. La tecnica è insignificante, a partire dallo scialbo pompino che intraprende, dopo aver incappucciato alla velocità della luce l’uccello ancora moscio, ripetendo sempre lo stesso incolore movimento e accompagnando, suggerita, con qualche grattatina del petto e stimolazione dello scroto. Per fortuna quindi non le ho pagato niente di più, visto il livello! Sarebbe stato tempo inutile e denaro sprecato.
Da come si è comportata strada facendo – raccontava volentieri, diceva la sua anche su cose non banali e cercava di coinvolgermi se restavo assorto –, ho avuto l’impressione che non si tratti di perfidia programmatica, ma della totale incapacità di comprendere cosa offrire per farsi una clientela sulla strada. Giovane età, pochi mesi di esperienza alla spalle (cinque, dice) e magari un cattivo suggeritore evidentemente la illudono che una serrata sequenza di 10 minuti (scadenti) con persone che non torneranno le faranno guadagnare di più che un giro di uomini appagati che periodicamente si rivolgono ai suoi servigi.
Al momento direi senza dubbio la più deludente esperienza di questi mesi, anzi l’unica non soddisfacente, con le altrimenti valide ragazze di viale Brianza.