Concordo sul fatto che le pay in Italia non vogliono pagare le tasse e quindi non aprire la partita IVA. A riguardo del non riconoscimento del lavoro di prostituta dalla legge italiana, tale fattore non è più in vigore! Come ho già detto in precedenza, grazie all'articolo 36 comma 34bis della Legge 248/2006, il divieto di riconoscere tale professione ai soli fini fiscali (art. 7 Legge 75/1958 "Melrin") è derogato (= fatta eccezione).
Egregio francostars, oggi perfino chi e' in regola, e' un lavoratore autonomo (artigiani, negozianti, ecc.) preferisce ogni tanto non emettere la ricevuta fiscaleper cui non ci scandalizziamo se le pay non pagano le tasse, oltretutto che il loro lavoro non e' riconosciuto dalla legge italiana
Egregio francostars, oggi perfino chi e' in regola, e' un lavoratore autonomo (artigiani, negozianti, ecc.) preferisce ogni tanto non emettere la ricevuta fiscale
Guarda che tutt'ora le pay in Italia devono emettere la ricevuta fiscale. Il disegno di legge regionale in merito, vuole stabilire una tassazione complementare per la Regione Lombardiae tale condizione può essere fatta, grazie al federalismo fiscale previsto dalla Costituzione.
per cui non ci scandalizziamo se le pay non pagano le tasse, oltretutto che il loro lavoro non e' riconosciuto dalla legge italiana Guarda che tutt'ora le pay in Italia devono emettere la ricevuta fiscale. Il disegno di legge regionale in merito, vuole stabilire una tassazione complementare per la Regione Lombardiae tale condizione può essere fatta, grazie al federalismo fiscale previsto dalla Costituzione.
Tutti che si grida al lupo al lupo
poi il giorno che dovranno emettere ricevuta tutti a non farsela fare per risparmiare
Adoro l'italia
Nessuna no. Poche sì.
Dovrebbero.....ma di fatto non lo fa nessuna.....le pagheranno nel loro paese!
Se leggi tutto quello che ho scritto in precedenza, ti accorgi che adesso devono pagare anche loro!
Fusse ora che pagassero pure loro!
Saluti da
Zio speedy
Be' beep
Saluti da
Zio speedy
Be' beep
Dovrebbero.....ma di fatto non lo fa nessuna.....le pagheranno nel loro paese!
Se leggi tutto quello che ho scritto in precedenza, ti accorgi che adesso devono pagare anche loro!
Fusse ora che pagassero pure loro!
Saluti da
Zio speedy
Be' beep
Se leggi tutto quello che ho scritto in precedenza, ti accorgi che adesso devono pagare anche loro!
Fusse ora che pagassero pure loro!
Saluti da
Zio speedy
Be' beep
Prego.
Ah... Avevo inteso che eri avvocato...
Peccato sarebbe stato utile averne uno nel forum
Anche perchè con tutti quelli beccati dai puffi certo non sarebbe senza lavoro
Grazie cmq per i contributi che dai!
Non sono un avvocato e nemmeno un laureato in legge. Comunque, posso darti dei suggerimenti in merito, come sto facendo in questo forum sui diversi argomenti in merito.
Ciao francostar, posso farti una domanda diretta?
Visto quello che scrivi è lapalissiano chiederti se sei un principe del forum...
Ma se avessi bisogno di un legale per casini con pay, visto l'ambito delicato della cosa, potrei rivolgerti a te in qualità di mio legale?
Sia chiaro, ora non ho problemi, ma nella vita, metti caso...
Grazie
Saluti
La prostituzione non è illegale come pratica ai sensi della Legge 75/1958 "Merlin".
Questa è una puttanata. Lo stato non può chiedere di pagare le tasse su un lavoro che lui stesso dichiara illegale. Allora, stato dei miei cojoni, prima regolarizzi la prostituzione ed estendi a loro i diritti dei lavoratori, e poi puoi esigere il pagamento delle tasse.
I funzionari del fisco si sono poi preoccupati di calcolare la cifra che ciascuna escort doveva pagare.
Come al solito, lo stato è forte con i deboli e debole coi forti. Mai sentito nessun mafioso sentirsi esigere una tassazione sul pizzo che riscuote, tanto per fare un esempio.
Questa è una puttanata. Lo stato non può chiedere di pagare le tasse su un lavoro che lui stesso dichiara illegale. Allora, stato dei miei cojoni, prima regolarizzi la prostituzione ed estendi a loro i diritti dei lavoratori, e poi puoi esigere il pagamento delle tasse.
I funzionari del fisco si sono poi preoccupati di calcolare la cifra che ciascuna escort doveva pagare.
Bene. Adesso spero che con i nuovi sistemi informatici la GdF riesca a rilevare allo stesso modo tutte le discrepanze riguardanti i/le sex workers in Italia, comprese le OTR.
Riporto direttamente dal giornale di Vicenza:
VICENZA. C'è una prostituta che paga le tasse. Sissignori. L'obiettivo di tante campagne politiche di sensibilizzazione, la principale arma usata da coloro che vogliono la cancellazione della legge Merlin, è una realtà. A Vicenza: dove una escort sudamericana ha accolto le richieste dell'Agenzia delle entrate dopo la segnalazione inviata lo scorso anno dai finanzieri. La ragazza, che aveva subito un accertamento induttivo sulla scorta delle sue proprietà, ha raggiunto un accordo ed ha aderito alle richieste del Fisco; ad oggi, ha versato gran parte dei circa 50 mila euro che lo sono stati richiesti.
IL CASO. Era il febbraio dello scorso anno quando i detective del nucleo di polizia tributaria delle fiamme gialle vicentine conclusero l'operazione “Hot nights”: i militari della sezione mobile, con il tenente colonnello Dametto e il maresciallo Scarsetto, avevano mappato i siti internet specializzati in offerte di sesso a pagamento, e varie forme di annunci, concentrando infine la loro attenzione su 120 donne. Molte di loro arrivavano dai paesi dell'Est, dall'Estremo Oriente e dal Sudamerica, ma per un terzo si trattava di italiane. Ciascuna escort era stata identificata e sottoposta ad accertamenti fra le varie banche dati. Il controllo aveva consentito di far emergere palesi discrasie fra i redditi dichiarati (di solito, zero) e gli “indici di capacità patrimoniale”, cioè la loro capacità di spendere, che costituisce il presupposto per gli accertamenti fiscali di tipo sintetico. Alcune ragazze erano risultate essere proprietarie di ville al mare o di baite in montagna o di auto di lusso, non ultime Porsche e Jaguar. Non solo: stipulavano assicurazioni sulla vita e spedivano in patria migliaia e migliaia di euro al mese con il “money transfer”. I finanzieri avevano indicato all'Agenzia delle entrate svariati nominativi. La ratio era quella che i redditi delle lucciole - calcolati sulla loro capacità di spesa - possono essere assimilati a quelli di un lavoratore autonomo, che opera in casa in maniera continuativa. I funzionari del fisco si sono poi preoccupati di calcolare la cifra che ciascuna escort doveva pagare.
