Come il Fonzie di Happy Days, Mario Balotelli ha chiesto sc... ha chiesto scu... ha chiesto scusa a Prandelli (anche se non si è capito bene per cosa, dato che gli psicodrammi di spogliatoio sono l’unico segreto italiano impermeabile persino alle intercettazioni). Ieri è stato sostituito dopo la solita prestazione indolente, per non dire inutile. Gli addetti ai lavori continuano parlare di lui come di un 'fenomenale' attaccante, eppure in Nazionale ha segnato la bellezza di un gol, in amichevole, in 20 partite. Nel ManCity riesce regolarmente a farsi espellere ogni 3 partite. Fa la riserva, in Inghilterra, ma guadagna 4 milioni netti all'anno + bonus. Quando è in campo, ha l'atteggiamento di uno che sta giocando la classica partita tra scapoli e ammogliati. Quando è fuori dal campo, lasciamo perdere... Speriamo cambi atteggiamento, un giorno. Nel frattempo non trova di meglio che mandare a fanculo Prandelli (l'ha fatto a denti stretti, ma la sensazione di 'fanculo' rimane lo stesso...) Prandelli, l'allenatore che ha puntato tutto su di lui.
Mi rendo conto che parlare di Balotelli, o di Cassano, è come sparare sulla Croce Rossa. "Lui è fatto così, prendere o lasciare.." dice chi lo conosce bene. La cosa che non capisco è: ci sono calciatori bravi che non hanno mai avuto una chance; altri che ne hanno avuta sì è no una nella vita, l'hanno fallita, e nessuno ha dato loro una seconda possibilità. I 'Balotelli' e i 'Cassano', nonostante i loro comportamenti 'bizzarri' (uso un eufemismo) hanno sempre chances infinite, come le vite dei gatti. Chissà perché? Forse perché, pur essendo molto diversi dal prototipo dell'italiano medio, ne incarnano perfettamente l'atteggiamento quotidiano. Sono entrambi cresciuti con l’idea che le scuse siano un attentato alla virilità. Eppure, le scuse sono la miglior arma 'disarmante' mai inventata dall’uomo. Certo, mal si adattano a un Paese ruffiano e servile come l'Italia, che ha talmente abusato di pentimenti e genuflessioni da costruire, per contrasto, il mito della maleducazione come prova suprema di libertà. Il risultato è una specie di guerriglia permanente. Quando un tizio taglia la strada e reagisce alle rimostranze ringhiando improperi, magari in cuor suo si sentirà un cavaliere dell’Apocalisse, ma stimola solo istinti omicidi, che cesserebbero all’istante se invece allargasse le braccia e, sorridendo, mormorasse attraverso il finestrino: «Chiedo scusa».
p.s: questa mattina, in allenamento, Balotelli si è arrabbiato di nuovo. Come non detto...
Mi rendo conto che parlare di Balotelli, o di Cassano, è come sparare sulla Croce Rossa. "Lui è fatto così, prendere o lasciare.." dice chi lo conosce bene. La cosa che non capisco è: ci sono calciatori bravi che non hanno mai avuto una chance; altri che ne hanno avuta sì è no una nella vita, l'hanno fallita, e nessuno ha dato loro una seconda possibilità. I 'Balotelli' e i 'Cassano', nonostante i loro comportamenti 'bizzarri' (uso un eufemismo) hanno sempre chances infinite, come le vite dei gatti. Chissà perché? Forse perché, pur essendo molto diversi dal prototipo dell'italiano medio, ne incarnano perfettamente l'atteggiamento quotidiano. Sono entrambi cresciuti con l’idea che le scuse siano un attentato alla virilità. Eppure, le scuse sono la miglior arma 'disarmante' mai inventata dall’uomo. Certo, mal si adattano a un Paese ruffiano e servile come l'Italia, che ha talmente abusato di pentimenti e genuflessioni da costruire, per contrasto, il mito della maleducazione come prova suprema di libertà. Il risultato è una specie di guerriglia permanente. Quando un tizio taglia la strada e reagisce alle rimostranze ringhiando improperi, magari in cuor suo si sentirà un cavaliere dell’Apocalisse, ma stimola solo istinti omicidi, che cesserebbero all’istante se invece allargasse le braccia e, sorridendo, mormorasse attraverso il finestrino: «Chiedo scusa».
p.s: questa mattina, in allenamento, Balotelli si è arrabbiato di nuovo. Come non detto...
