Nei precedenti messaggi in questa discussione mi sono riferito alle situazioni di imbarazzo involontarie come i riconoscimenti inaspettati. Un nuovo episodio mi ha ricordato però l’esposizione cui, volontariamente, con quel po’ di esibizionismo che può essere connaturato all’amore stradale, o involontariamente, per le sue stesse logiche/logistiche, ci esponiamo.
In Milano OTR, negli anni, ho letto racconti epici. Non dimentico, in particolare, le comiche reazioni a queste imprese agostane di Milfexplorer: http://gnoccaforum.com/esco…!!!/
Purtroppo non sempre prevale il divertimento. Ho già sintetizzato una delle più amare odissee della notte in cui ho cercato, in Milano città, di prendere alla missionaria una ragazza sul cofano della macchina, quando sembrò dover andare tutto di traverso, fra commenti sarcastici, improperi e addirittura una secchiata d’acqua, quindi non mi ripeto.
http://gnoccaforum.com/esco…(mi)-pompino-tzigano-(tango)/msg1251734/#msg1251734
In quell’occasione, tuttavia, e ancora di recente, ho sperimentato, o ho rischiato di sperimentare, l’agguato di queste curiose figure di moralisti-maniaci cui accennavo alla fine del racconto. A me sembrerebbe logico che o guardi e apprezzi stando al gioco o non ti piace e non guardi. Tertium non datur. Una riproduzione in piccolo, insomma, delle retoriche del degrado ossessivamente riferite alla prostituzione su strada: per me, se ti interessa osservi e compri, se non ti interessa non mi sembrerebbe così difficile ignorare la semplice presenza di ragazze in minigonna. Dunque, venendo a noi, l’esemplare borghese di vecchio stampo ad una certa ora dovrebbe dormire perché il giorno dopo lavorerà per mantenere la famiglia, lasciando tranquilli gli “irregolari”. Chi nella notte cerca qualche maggiore sorpresa poi non ne dovrebbe rigettare le inquietudini. Invece no, esiste il tipo che veglia in silenzio, spiando dietro le fessure delle persiane, al buio di un balcone, origlia dietro la porta, per poi però aggredire, accusare, riferire.
Ora, negli ultimi mesi ho raggiunto una bella complicità con una ragazza che ha un vivace gusto esibizionistico e, superate ritrosie iniziali più o meno recitate, riesce ad assecondare certi miei desideri: aprire le persiane della sua alcova in reggiseno e farsi spogliare da me da dietro, consumare a luce accesa e finestra aperta, senza tende, sulla calda nottata cittadina, farsi prendere nel parco strillando oltre misura ad uso del nottambulo che freme sulla panchina poco distante.
Un paio di volte, in effetti, ho approfittato dell’ora tardissima e dalla rada distribuzione degli appartamenti nell’ala del palazzo in cui abita, dove non incontriamo quasi mai anima viva, talvolta semmai una collega con il cliente di turno, per avvicinarmi al confine delle convenienze urbane minimizzando i rischi reali. Un pompino e pecorina in ascensore, un ascensore che non puoi bloccare fra i due piani, ma che si arresta al piano, aprendo la porta interna automatica e lasciandoti confidare che nessuno socchiuderà quella esterna sulla tua copula. Stessa primordiale combinazione, sempre accorciando i tempi al limite fisiologico, nello stretto corridoio che congiunge scale/ascensore ad un pianerottolo con tre porte (la sua e altre due), al buio, con le orecchie tese, dietro un contrafforte che ci coprisse nel caso di improvvisa sortita da uno degli appartamenti. Beh, entrambe le volte lei, certo per aiutarmi ad accelerare ma piuttosto incoscientemente, non ha rinunciato a simulare, pure in sordina, per dirmi, dopo, che le sarebbe venuto da farlo a volume più alto. Ma, precisò nella seconda occasione, sentiva la televisione del vicino, che dunque era sveglio, e non voleva esagerare.
Appunto il vicino!
Qualche notte fa la compagna sentenzia seriosa, in un momento preliminare alquanto disarmonico durante il viaggio in macchina verso casa, che dobbiamo scordarci altre sedute di sesso sperimentale di tal fatta. “Sono stata segnalata”, lamenta. Öla miseria, cos’è questo linguaggio da circolare del ministero degli Interni? Segnalata a chi, all’antiterrorismo sessuale? Una nuova buoncostume in armi? No: i vicini si sono lamentati con il padrone di casa dei modi in cui lei esercita l'arte, soprattutto il teledipendente notturno, che lei per prima definisce un “guardone”, e adesso si sente sovraesposta.
Io resto combattuto: sono sicuro che, con lo scopo di valorizzare strategicamente l’offerta, la furbina abbia voluto farmi pesare il fatto che assecondare i miei impulsi più trasgressivi le abbia prodotto delle difficoltà, calcando la mano su quelle lagnanze in realtà generiche che circondano sempre questa attività, i rumori, il viavai. Non posso però negare un brivido, quando mi ha fatto balenare effettivamente l’immagine del rischio corso di un nuovo incontro, assai ravvicinato, con il mostro bicipite, il benpensante-voyeur, che fortunatamente ha deciso di restare dietro la porta e davanti al suo televisore (insinuo: la banale pornografia che si attaglia ad un ambiguo parassita delle fantasie altrui), perché stavolta ero a braghe calate dietro l’angolo: se siamo qui a parlare di “situazioni comiche, drammatiche, imbarazzanti”, penso che avrei toccato il punto più basso. Un brivido, d’altra parte, senza il quale non avrei nemmeno cercato questa esperienza.
In Milano OTR, negli anni, ho letto racconti epici. Non dimentico, in particolare, le comiche reazioni a queste imprese agostane di Milfexplorer: http://gnoccaforum.com/esco…!!!/
Stantuffi all'estero ok con un tizio che ammirava compiaciuto mentre il cane quasi gli sfuggiva di mano, qualche ragazzetto passato e tornato indietro in bici a godersi per qualche secondo lo spettacolo, ma ... l'impecorata maxima non si arresta fino a vigorosa spruzzata nel gommino.
Purtroppo non sempre prevale il divertimento. Ho già sintetizzato una delle più amare odissee della notte in cui ho cercato, in Milano città, di prendere alla missionaria una ragazza sul cofano della macchina, quando sembrò dover andare tutto di traverso, fra commenti sarcastici, improperi e addirittura una secchiata d’acqua, quindi non mi ripeto.
http://gnoccaforum.com/esco…(mi)-pompino-tzigano-(tango)/msg1251734/#msg1251734
In quell’occasione, tuttavia, e ancora di recente, ho sperimentato, o ho rischiato di sperimentare, l’agguato di queste curiose figure di moralisti-maniaci cui accennavo alla fine del racconto. A me sembrerebbe logico che o guardi e apprezzi stando al gioco o non ti piace e non guardi. Tertium non datur. Una riproduzione in piccolo, insomma, delle retoriche del degrado ossessivamente riferite alla prostituzione su strada: per me, se ti interessa osservi e compri, se non ti interessa non mi sembrerebbe così difficile ignorare la semplice presenza di ragazze in minigonna. Dunque, venendo a noi, l’esemplare borghese di vecchio stampo ad una certa ora dovrebbe dormire perché il giorno dopo lavorerà per mantenere la famiglia, lasciando tranquilli gli “irregolari”. Chi nella notte cerca qualche maggiore sorpresa poi non ne dovrebbe rigettare le inquietudini. Invece no, esiste il tipo che veglia in silenzio, spiando dietro le fessure delle persiane, al buio di un balcone, origlia dietro la porta, per poi però aggredire, accusare, riferire.
Ora, negli ultimi mesi ho raggiunto una bella complicità con una ragazza che ha un vivace gusto esibizionistico e, superate ritrosie iniziali più o meno recitate, riesce ad assecondare certi miei desideri: aprire le persiane della sua alcova in reggiseno e farsi spogliare da me da dietro, consumare a luce accesa e finestra aperta, senza tende, sulla calda nottata cittadina, farsi prendere nel parco strillando oltre misura ad uso del nottambulo che freme sulla panchina poco distante.
Un paio di volte, in effetti, ho approfittato dell’ora tardissima e dalla rada distribuzione degli appartamenti nell’ala del palazzo in cui abita, dove non incontriamo quasi mai anima viva, talvolta semmai una collega con il cliente di turno, per avvicinarmi al confine delle convenienze urbane minimizzando i rischi reali. Un pompino e pecorina in ascensore, un ascensore che non puoi bloccare fra i due piani, ma che si arresta al piano, aprendo la porta interna automatica e lasciandoti confidare che nessuno socchiuderà quella esterna sulla tua copula. Stessa primordiale combinazione, sempre accorciando i tempi al limite fisiologico, nello stretto corridoio che congiunge scale/ascensore ad un pianerottolo con tre porte (la sua e altre due), al buio, con le orecchie tese, dietro un contrafforte che ci coprisse nel caso di improvvisa sortita da uno degli appartamenti. Beh, entrambe le volte lei, certo per aiutarmi ad accelerare ma piuttosto incoscientemente, non ha rinunciato a simulare, pure in sordina, per dirmi, dopo, che le sarebbe venuto da farlo a volume più alto. Ma, precisò nella seconda occasione, sentiva la televisione del vicino, che dunque era sveglio, e non voleva esagerare.
Appunto il vicino!
Qualche notte fa la compagna sentenzia seriosa, in un momento preliminare alquanto disarmonico durante il viaggio in macchina verso casa, che dobbiamo scordarci altre sedute di sesso sperimentale di tal fatta. “Sono stata segnalata”, lamenta. Öla miseria, cos’è questo linguaggio da circolare del ministero degli Interni? Segnalata a chi, all’antiterrorismo sessuale? Una nuova buoncostume in armi? No: i vicini si sono lamentati con il padrone di casa dei modi in cui lei esercita l'arte, soprattutto il teledipendente notturno, che lei per prima definisce un “guardone”, e adesso si sente sovraesposta.
Io resto combattuto: sono sicuro che, con lo scopo di valorizzare strategicamente l’offerta, la furbina abbia voluto farmi pesare il fatto che assecondare i miei impulsi più trasgressivi le abbia prodotto delle difficoltà, calcando la mano su quelle lagnanze in realtà generiche che circondano sempre questa attività, i rumori, il viavai. Non posso però negare un brivido, quando mi ha fatto balenare effettivamente l’immagine del rischio corso di un nuovo incontro, assai ravvicinato, con il mostro bicipite, il benpensante-voyeur, che fortunatamente ha deciso di restare dietro la porta e davanti al suo televisore (insinuo: la banale pornografia che si attaglia ad un ambiguo parassita delle fantasie altrui), perché stavolta ero a braghe calate dietro l’angolo: se siamo qui a parlare di “situazioni comiche, drammatiche, imbarazzanti”, penso che avrei toccato il punto più basso. Un brivido, d’altra parte, senza il quale non avrei nemmeno cercato questa esperienza.