Cap. XII - “Il club delle Piccole Mogli” 2° parte
Purtroppo i benefici del massaggio svanirono nel giro di poche ore; urgeva trovare una soluzione alternativa.
Quel pomeriggio vidi ad un certo punto arrivare tutta allegra una mia collega cinese, Liu; aveva 26 anni ed era abbastanza carina; mi chiese se volevo unirmi ad altri colleghi per festeggiare il compleanno di uno di loro.
Normalmente detesto le feste di compleanno ma in quel momento, come si suol dire, tutto fa brodo; e poi c'era Liu: fin dal primo giorno che ero arrivato era stata molto carina con me, aveva cercato di mettermi a mio agio in tutti i modi possibili ed immaginabili; mi spiaceva dirgli di no, per cui accettai.
Mi disse che saremmo andati a festeggiare in un locale “karaoke”, dove c'era molta bella gente e allegria.
Terribile; vedere gente che cerca di cantare pensando di essere un cantante, avrebbe sicuramente acuito la mia depressione; ma oramai ero in ballo.
Effettivamente il locale era gremito di gente; vi parrà strano ma giapponesi e cinesi vanno matti per il karaoke, per cui subito alcuni colleghi cinesi si sentirono in dovere di esibirsi.
Peccato che facevano pena; il fondo lo toccò un collega che cantò in mio onore “Volare” di Domenico Modugno; avessi avuto il mio fucile, avrei volentieri messo fine alle sue (e mie) sofferenze.
Liu, che si era seduta vicino a me su un divanetto, si divertiva tantissimo (come anche tutti gli altri); io invece non vedevo l'ora che la serata finisse per tornarmene in albergo; ad un certo punto una ragazza carina salì sul palco e iniziò a cantare “Like a Virgin” di Madonna, in cinese.
Fu la mazzata finale; mi alzai dal divanetto e uscii dalla sala, avevo bisogno di una boccata d'aria e di .... silenzio.
Appena fuori dal locale, vidi fermarsi due grosse auto, dalle quali scesero alcuni uomini e delle bellissime ragazze, tutti cinesi.
Ah, allora esistono anche delle belle gnocche tra le cinesi, pensai subito. :
Mentre mi passavano accanto, sbirciai le ragazze; ecco, quelle avrebbero potuto alleviare la mia depressione.
Tornai dentro al mio posto accanto ai colleghi; intanto il gruppo che avevo visto all'ingresso avevano preso posto in un angolo della sala.
Mentre osservavo quelle bellissime ragazze, sentii la voce di Liu che diceva :
“Sono prostitute.”
Mi girai verso di lei e gli chiesi come faceva a saperlo. :
“Sono cinese e conosco i miei compatrioti; fidati, sono squillo d'alto bordo”
La notizia era interessante, sopratutto nella misura che esistevano anche cinesi molto belle. :
Un collega che stava seguendo la nostra conversazione intervenne :
“Magari sono delle Piccole Mogli......”
Questa mi giungeva nuova :
“Cosa sono le Piccole Mogli ?”
I miei 2 colleghi si scambiarono un'occhiata; come straniero non ero in grado di cogliere certe sottigliezze della loro lingua.
Fu Liu che cercò di spiegarmi, partendo da molto lontano :
“La prostituzione in Cina è suddivisa in determinate categorie; ci sono “le Mogli Collettive”, prostitute oramai sul viale del tramonto oppure con scarse capacità, che lavorano in centri appositi situati nei paesi o presso zone industriali.
Poi ci sono “i Fiori del Piacere”, quelle normali che lavorano in apposite case gestite da una collega anziana; “le Piccole Mogli” sono una loro evoluzione, e non sono molto pubblicizzate.
Dicono che solo le più belle e intelligenti possono aspirare a diventare una “Piccola Moglie”.
Zhàng Yìmòu ci ha fatto anche 2 film, “Lanterne Rosse” e “I Fiori della guerra”; non li hai mai visti ?”
Li avevo visti, e la cosa stava diventando interessante. :
In quel preciso momento il cacciatore che alberga in me aveva trovato un nuovo obbiettivo : dovevo trovare il mio Bufalo Bianco ovvero le “Piccole Mogli”.
Cercai di prenderla molto larga, e domandai come si faceva a riconoscere una “Piccola Moglie”.
La domanda più o meno diretta, fece zittire i miei 2 colleghi che lasciarono cadere l'argomento.
Misi subito al lavoro i miei ufficiali; tutti concordarono su 3 ipotesi :
1) Era una leggenda metropolitana.
2) Non erano in grado di rispondere perchè non conoscevano l'argomento.
3) Conoscevano l'argomento ma era meglio non divulgarlo.
Ogni ipotesi valeva 33%, quindi se volevo trovare una risposta dovevo darmi da fare per conto mio.:
Nei giorni seguenti provai a sondare qualche altro collega, ma il risultato fu negativo; provai ha chiedere, con molta discrezione e sempre prendendo l'argomento alla larga, al personale dell'albergo e all'addetto alla reception.
Nulla, anche se ebbi la sensazione che quello della reception sapesse qualcosa; comunque dopo una settimana ero ancora al punto zero.
Avevo ancora 2 tentativi da fare; il primo fu al CM dell'albergo; siccome mi ricordavo il nome della massaggiatrice dell'altra volta richiesi se era disponibile; lo era, quindi mi sottoposi all'ennesimo massaggio, durante il quale iniziai a chiaccherare con la ragazza.
Inizialmente non era molto loquace, poi si rilassò anche lei e iniziammo a parlare di un sacco di argomenti.
Ad un certo punto, sempre con molta discrezione, le feci la fatidica domanda, se sapeva che cosa erano le “Piccole Mogli” di cui avevo sentito parlare.
Non rispose subito, ma notai che il massaggio diventò improvvisamente più “duro”, quasi doloroso; dopo alcuni minuti mi rispose che le “Piccole Mogli” non esistono più, quello che mi era stato raccontato era solo per prendersi gioco di me visto che ero uno straniero.
Peccato che “il linguaggio del suo corpo” diceva un'altra cosa; decisamente l'argomento “Piccole Mogli” era scottante per la maggior parte dei locali. :
Dopo quella risposta, la ragazza divenne estremamente silenziosa e portò a termine il suo lavoro con un'estremo distacco.
Bene, a questo punto, mi restava solo l'ultima possibilità, quella di ricorrere al “satellite”.
Alla sera, chiamai il mio carissimo amico Danny; lo conosco da un sacco di anni, abbiamo lavorato assieme anche un paio di volte e avevo un bel po' di “credits” da riscuotere.
)
Quando ero arrivato a Macao, ci eravamo incrociati per caso all'aeroporto; lui stava facendo un salto a Pechino per lavoro e saputo che io sarei rimasto 4 mesi lì, ci siamo dati appuntamento per una partita di tennis appena possibile.
Quella sera quindi lo chiamai e concordammo per il giorno dopo, al country club che lui frequentava per il tennis.
Danny ha 2 lavori, uno ufficiale di venditore di macchine agricole, e uno non ufficiale di (....).
Siccome volevo assolutamente venirne fuori, in un modo o nell'altro, da questa situazione, gli spiegai il mio problema; inizialmente la prese sul ridere :
“Non dirmi che vuoi sposarti ?”
“No, ma l'argomento m'interessa molto.....”
Quella volta lo lasciai vincere, Parigi val bene una messa.
&ldquo
ammi un paio di giorni che faccio fare qualche ricerca dai miei e poi ti dico.”
OK, avevo aspettato tanto, quindi un paio di giorni era un tempo ragionevole.
Il bello di questa storia è che intanto la mia depressione stava sparendo; il lavoro procedeva a gonfie vele, i colleghi erano diventati ancora più simpatici e il tempo era anche migliorato; almeno non pioveva più.
Solo Liu mi sembrava sempre più “attaccata”; quella ragazza si stava facendo strane idee, forse scambiava la mia cortesia per qualcosa in più; purtroppo per lei però, Bigfoot ha delle regole precise.
Passarono i 2 giorni previsti, ma il mio amico non mi chiamò; il non avere notizie contribuì immediatamente ad innalzare il mio livello di depressione; tutto quello su cui avevo fantasticato si stava sciogliendo come neve al sole; ed era pure tornato il brutto tempo; passare ancora quasi 3 mesi in questo posto sarebbe stato durissimo.
Il quarto giorno mi arrivò un messaggio da Danny; mi invitava ad una partita di tennis per il giorno dopo; sperai che ci fossero buone notizie.
Il giorno dopo, nella pausa pranzo mi fiondai al solito country club; Danny mi aspettava già sul campo di gioco palleggiando.
Andai subito ha chiedergli se aveva notizie per me; per alcuni secondi lo vidi dubbioso, poi tirò fuori dalla tasca un foglietto e prima di darmelo mi disse :
“Non so se faccio bene a darti questa informazione; cerca di non metterti nei guai”
O caspita, che cosa sarà mai ?
Presi il biglietto e guardai; c'era un numero di telefono.
“Telefona a quel numero e chiedi della signora (....); digli che t'interessano dei videogiochi, in particolare di (...) ; lei ti dirà il resto.”
Il videogioco era uno dei più richiesti sul mercato cinese in quel momento; fin qui mi sembrava quasi come nei primi approcci con le “no-prof” italiane, i momenti che precedono l'entrata nel “cerchio magico”.
Mi venne da ridere, poi però guardando Danny capii che non stava scherzando; sopratutto perchè concluse con un :
“Io non ti ho dato niente, siamo solo due amici che ogni tanto giocano a tennis.”
Bene, mi stavo infilando da solo in una “cover operation” di cui tutti stavano prendendo le distanze; cavolo, in fondo stavo solo cercando .... bè avete capito nò .
Il giorno dopo telefonai al numero indicato chiedendo della signora (....); quando me la passarono gli dissi quello che mi aveva detto Danny; lei gentilmente mi rispose che non potevano accettare ordini per telefono e mi diede indicazioni per andare da loro.
Oramai ero in ballo, quindi nel primo pomeriggio feci un salto all'indirizzo che mi aveva indicato; era la sede di una società di Import/Export, e la signora (una cinquantenne) che finalmente avevo davanti mi chiese quanti container di videogiochi volevo.
Container ? Di che cosa stavamo parlando ?
Non sapendo cosa dire, risposi con un “Almeno un paio”. :
“Benissimo, ci lasci un suo recapito che la richiamiamo appena sono pronti”.
Timidamente abbozzai un “Per il pagamento come posso fare ?”
Sorrise gentile, poi mi disse :
“Nessun problema, può pagare anche in contanti, quando ritirerà la merce.”
Gli lasciai il mio recapito telefonico e uscii; mentre salivo sul taxi mi domandai più volte che cosa avevo acquistato. :
Passarono altri 2 interminabili giorni; oramai ero preparato a tutto, anche a quello di fare da intermediario in qualche losco traffico.
Me l'ero proprio cercata, forse se avessi puntato sulla ragazza del CM sarebbe stato meglio; lentamente, le preoccupazioni stavano riaffacciandosi nei miei pensieri. :
Il fatto che molti locali, quando li avevo interpellati, erano diventati improvvisamente evasivi, non mi tranquillizzava per niente.
Delle 3 ipotesi iniziali, solo l'ultima rimaneva in piedi; ma oramai ero in ballo e quindi dovevo ballare fino alla fine della musica.
Erano passati 3 giorni, quando ricevetti la telefonata; la merce era pronta, potevo andare a ritirarla alla sera stessa, all'indirizzo (....)
Per fortuna era un indirizzo di Macao; non stavo più nella pelle dalla curiosità, per cui uscii prima dal lavoro, tornai in albergo per “lucidarmi” e poi con un taxi mi feci portare all'indirizzo indicato.
Era in periferia, in un quartiere residenziale sulle colline; quando il taxi si fermò davanti al villone antico in puro stile lusitano circondato da un enorme parco, mi venne da ridere ; strano posto per tenere dei container di videogiochi.
La donna che venne ad aprirmi, doveva essere stata molto bella in gioventù, ovvero 60/70 anni prima; gli dissi che mi avevano avvertito che potevo venire a ritirare la merce.
Non disse niente, a parte un breve cenno del capo; mi fece entrare e accomodare in una piccola sala d'attesa.
Mentre aspettavo, nel più assoluto silenzio del posto, mi guardai attorno; sembrava di essere in un museo, quadri,statue e tappeti e fiori, tanti fiori dappertutto.
Sembrava la casa di qualche nobile europeo, più che una casa cinese. :
Dopo circa una decina di minuti, arrivò un'altra signora, più giovane (sui 40/50) che per fortuna parlava inglese; ripetei la storiella e chiesi subito per il pagamento; lei sorridendo gentilmente me lo disse.
Rimasi senza fiato: era una bella cifra.
Appena tirai fuori il mazzetto di $ , la signora disse subito che andava bene così, prese la mazzetta che fece rapidamente sparire in una tasca del vestito.
Allora mi venne in mente che la cifra a cui si riferiva era la moneta locale che vale un decimo di $ per cui la cifra era un po' più bassa (comunque una bella mazzetta di VU +/-).
Poi mi prese per un braccio e mi accompagnò tramite una lunga scalinata al piano superiore; dopo aver percorso una serie di corridoi, si fermò davanti ad una porta; l'aprì facendomi accomodare e dicendomi poi di aspettare lì.
Speriamo di non aspettare molto, pensai. :
Era una specie di salotto, con divani e poltrone, frigobar e una sfilza bottiglie di liquori e vini di tutti i generi.
Alle pareti arazzi, quadri e statuette che, a differenza di quello che avevo visto al piano inferiore, lasciavano poca immaginazione su un certo argomento.
Anzi, di fronte ad alcune figure, devo confessare che anch'io arrossii; non pensavo che si potessero fare certe cose.
In confronto a quello che c'era in quella stanza, il Kamasutra è paragonabile ad un Quick Reference.
)
Mi tolsi l'impermeabile e guardai l'orologio; era passata una buona mezz'ora da quando ero entrato in quel salotto, e sinceramente, mi stavo stufando.
Il silenzio era impressionante; tesi l'orecchio più volte per captare qualche rumore, ma niente , solo silenzio.
Non è che mi hanno fregato, pensai ad un certo punto. :
Poi, improvvisamente, sentii la porta aprirsi; mi girai per guardare e............
Oh mio Dio !!!
Ho bisogno di esplorare e di sapere.... sempre.