Le ZONE UMIDE – stagione II – episodio 1 - “La debuttante” (9° parte)
Ana raggiunse il cugino e K mettendoli al corrente; quando tornò da noi ci disse che i due preferivano fermarsi ancora un po' a questa festa per cui eravamo liberi di procedere.
Procediamo pure disse Bigfoot all'equipaggio; tutti si preparano velocemente.
Essendo io sprovvisto di auto, fu Ana che si incaricò di portarci con la sua fino al Barrio del (...) ; salimmo quindi sulla sua Bmw (doveva essere un vezzo di famiglia pensai subito), loro due davanti e io dietro.
Ero curioso di vedere come si sarebbe evoluta la serata, magari mi sarei “divertito” veramente come aveva anticipato Gabriela.
Infatti mentre viaggiavamo verso il nuovo evento, Gabriela si voltò verso di me parecchie volte per parlarmi, e notai subito che ogni volta c'era un bottone della camicetta in più sbottonato, tanto da far vedere buona parte della mercanzia che prima avevo solo intuito.
Bene bene, vediamo cosa succede tra un po'..... ero moderatamente fiducioso.
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Quando arrivammo, dopo circa un quarto d'ora di viaggio, cappii subito che era una festa decisamente.... rumorosa.
Era una specie di festa di Hallowen o meglio ancora di carnevale tipo New-Orleans; strani personaggi si aggiravano per le strade vestiti in modo inquietante ballando, cantando e mimando atti al limite della decenza.
Era chiaro come il sole che tutto questo cominciò ad eccitare l'equipaggio, anche perchè oramai Gabriela cominciava ad essere sempre più appiccicata a me, facendomi capire cosa intendeva come divertimento.
Appena Ana parcheggiò davanti ad un locale, arrivarono subito un gruppo di ragazzi e ragazze che conoscevano; in breve fummo coinvolti nel casino generale e Gabriela ne approfittò subito per trascinarmi all'interno, dove su una serie di piste una marea di giovani si agitava a ritmo di musica.
Visto che era praticamente impossibile entrare in pista, ci sedammo ad un tavolo lungo i bordi; Ana chiaccherava con una coppia, Gabriela ed io invece osservavamo la situazione.
Ad un certo punto Gabriela si avvicinò e mi sussurrò sottovoce:
“Mi piacciono gli italiani, sono sempre così carini.....”
La guardai, senza dire niente.
Pensando che non avessi capito, si avvicinò ancora di più e mi sussurrò :
“Ti piacerebbe fare l'amore con me ?”
Bene, il momento era arrivato, questo era il gioco che prediligo.
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La guardai bene prima di rispondere.
“Qui è un po' difficile però.......”
Sorrise subito, e in quel momento notai che aveva denti bianchissimi e labbra tumide; era una bella donna, non bellissima, ma comunque molto attraente; dalla camicetta oramai completamente sbottonata si potevano vedere due seni abbondanti che cercavano di mettersi in mostra.
Per alcuni secondi ci guardammo negli occhi, poi Gabriela si girò verso Ana sussurrandogli qualcosa all'orecchio; a questo punto fu Ana che mi guardò con un sorriso complice, poi tirò fuori le chiavi dalla borsetta e le diede alla compagna.
“Vieni con me” mi disse prendendomi per mano; uscimmo dal locale e raggiungemmo la Bmw dove Gabriela si mise al volante, quindi partimmo subito.
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ove andiamo ?” gli chiesi mentre guidava in un modo decisamente più “allegro” rispetto alla legittima proprietaria.
“Vedrai, sarà una sorpresa” disse con aria furbetta.
Immediatamente Bigfoot si mise in preallarme : detesta le sorprese......
Dopo circa una decina di minuti, Gabriela fermò l'auto davanti ad una villetta con un piccolo giardino davanti; appena sceso mi guardai intorno; anche qui c'era un sacco di gente per strada vestita nei modi più strani ed inquietanti che andava e veniva.
Se doveva succedere qualcosa, quello era il momento ideale; in mezzo a quel casino sarebbe stato molto facile sparire senza lasciare traccia.
Ma io sono un'inguaribile ottimista per cui seguii ciecamente Gabriela in casa; mentre stavamo entrando, mi venne un'atroce dubbio : era tutto troppo facile, e questo non andava bene.
L'esperienza mi suggeriva un “adelante Pedro ma con juicio”; entrammo in casa e Gabriela mi fece accomodare in una specie di salotto, dove su una parete campeggiava un gigantesco televisore al plasma.
Si tratta bene la ragazza pensai subito accomodandomi su un divano; mentre Gabriela cominciava ha preparare qualcosa da bere, sentimmo aprire la porta.
“E' Tessa, la mia coinquilina” disse subito.
Caspita, un'altra donna pensai subito; vediamo com'è.
In effetti devo ammettere che rimasi parecchio sorpreso; una strafiga di 1.80 inguainata in un miniabito di pelle letteralmente cucito addosso con tanto di stivali con tacco che la slanciavano ulteriormente.
Gabriela ci presentò, ma quando la osservai con più attenzione capii che c'era qualcosa di strano in quella donna.
Ci accomodammo tutti e due sul divano mentre Gabriela, dopo averci servito i drink, ci disse che aveva bisogno assolutamente di una doccia e quindi si eclissò velocemente.
Guardai la stangona seduta davanti a me; decisamente bella, ma c'era qualcosa che non mi quadrava, una strana sensazione.....
Tessa mi chiese da dove arrivavo; aveva una voce bassa, quasi un sussurro che non quadrava molto con la sua imponenza.
“Italia, sono italiano.....”
“Mi piacciono gli italiani, sono sempre così carini.......”
Meno male, pensai; chissà cosa gli piace degli italiani.
Gli chiesi cosa voleva dire, ma lei invece di rispondere sorrise; poi si alzò dalla poltrona e venne ha sedersi accanto a me; mi mise un braccio al collo e con l'altra mano iniziò ha palparmi, in modo sempre più invadente.
Adesso aveva preso decisamente lei l'iniziativa, e quello che poteva sembrare un preliminare diventava sempre più simile ad una perquisizione.
Visto che io non prendevo nessuna iniziativa, Tessa prese la mia mano e se la portò, lentamente, tra le sue lunghe gambe; sentii distintamente il fruscio della seta delle mutandine, ma invece della porticina che conduce alle mie adorate Zone Umide, mi ritrovai in mano una specie di pitone.
Adesso non chiedetemi se era un pitone delle rocce birmano, o dell'Angola, o delle rocce indiano, o uno del Natal, o di Seba....
Non lo so, non mi sono fermato ha controllare; so solo che era molto grosso.
“Mi spiace, ma sono etero....” gli dissi sorridendo e sperando che non s'incazzasse.
Lei rimase calma, e con la stessa voce bassa mi chiese se non ero interessato ha fare qualcosa di diverso.
Stavo per rispondere che l'articolo non rientrava nei mie interessi, quando per fortuna arrivò Gabriela avvolta in una splendida veste da camera, capelli raccolti dietro la nuca e tutta profumata, tant'è che la stanza ne fu subito impregnata.
Salvato in estremis, in quanto non sai mai come può reagire una trans, sopratutto se sudamericana; poi mentre Gabriela si preparava un drink, Tessa ne approfittò per alzarsi dal divano, si aggiustò l'abitino in pelle che era leggermente “salito”, chinandosi verso di mè mi diede un bacio sulla bocca e mi sussurrò un “Sarà per la prossima volta.....”.
“Sì certo, magari cambio idea...”
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La Colombia cominciava ad andarmi stretta e credo proprio che non ci saremmo mai più rivisti.
Appena Tessa se ne andò, fu la volta di Gabriela a sedersi accanto; per alcuni ci limitammo ad osservarci, senza parlare.
Oramai l'atmosfera era diventata decisamente erotica, ma c'era qualcosa negli ultimi avvenimenti che non mi quadravano; come ho già detto, troppo facile, troppa disponibilità, troppi quadratini che s'incastravano uno dentro l'altro quasi automaticamente.
E tutto questo mi ricordava i tempi di Mosca......
Visto che io non prendevo nessuna iniziativa, fu Gabriela ha fare la prima mossa, aprendo leggermente la veste da camera e cominciando ha strusciarsi addosso, con la lingua che come un serpente, cercava di infilarsi dappertutto.
Dopo aver esplorato accuratamente i miei padiglioni auricolari e la mia laringe, cominciò ha sbottonarmi camicia e pantaloni per completare la visita medica.
Pazientemente la lasciai fare, fino ha quando non prese per il collo Mr. Dick; cercò in diversi modi di rianimarlo, ma questa volta il mio compagno di avventure rimase immobile.
Anche Lui, come me, era preoccupato dell'evolversi della situazione, e quindi aveva deciso di non collaborare.
In genere non impiego molto ad entrare in partita, ma ci deve essere il giusto “clima”; e quella volta non percepivo il “clima giusto”.
Anzi.......
Gabriela le tentò tutte, poi visto che non volevo “assolutamente” collaborare, si alzò aggiustandosi la vestaglia; poi sorridendo mi disse “Aspettami qui, non ti muovere.....”
Velocemente uscì dalla stanza e io rimasi lì, semi-svestito sul divano ha meditare.
Era una bella donna, e quello che avevo visto non era male con le cose giuste al posto giusto comprese le Zone Umide con un po' di erbetta proprio come piacciono a me.
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Ma c'era sempre quella sensazione “strana” che mi faceva stare un po' sulle mie....
Dopo alcuni minuti, sentii la voce di Gabriela che parlava con qualcuno, poi la porta si aprì.
Quando vidi pensai subito un :
“Questa poi.....
Ho bisogno di esplorare e di sapere.... sempre.