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bigfoot
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Le ZONE UMIDE – stagione II – episodio 1 - “La debuttante” (7° parte)

Scattai immediatamente e percorsi i vari corridoi che univano il bar all'albergo alla velocità della luce (o quasi).
Quando passai davanti alla reception il personale cercò di dirmi qualcosa, ma oramai Bigfoot pensava solo alla sua collega.
Appena imboccai il corridoi che portava alla sua camera, vidi che c'erano parecchie persone ferme fuori che discutevano; un poliziotto in divisa cercò di fermarmi, ma con una manata lo spostai.

Per fortuna intervenne una cameriera che gli disse subito che ero un collega della ragazza aggredita; quando entrai nella camera ebbi un tuffo al cuore; K era seduta sul divanetto, circondata da alcuni paramedici che la stavano medicando e da alcuni poliziotti in divisa e non.
Mi avvicinai e gli chiesi come stava; K mi guardò e cercò di abbozzare un sorriso, ma non ci riuscì molto; era stata un po' “strapazzata”, aveva ecchimosi in varie parti del corpo e sopratutto un bel occhio nero.

Ma almeno era in piedi (o meglio seduta) ed era cosciente; mi feci spiegare cosa era successo.
Quando era rientrata in camera aveva sorpreso un ragazzo sui 18-20 anni che rovistavano tra le sue cose; lo avrebbe anche lasciato andare, ma quando si era accorta che aveva preso il suo notebook, non ci aveva più visto e gli era saltata addosso ingaggiando una colluttazione.
Solo che a quel punto era saltato fuori un altro ragazzo che aveva iniziato subito a picchiarla di brutto.

Che peccato che non ci fosse stato Bigfoot, avrebbero assaggiato qualche legnata originale piemontese.

Mentre K raccontava, i poliziotti in divisa prendevano appunti, mentre i 2 in abiti civili (un uomo molto giovane e una donna sui 40-45 anni si scambiavano occhiate); la cosa non mi piaceva per niente.
Uno dei poliziotti mi accompagnò alla portafinestra e mi fece vedere da dove erano entrati; dal giardino interno si erano arrampicati sul terrazzo (a un paio di metri) e da lì forzando la porta erano poi entrati in camera.
Un gioco da ragazzi, appunto.

Mentre stavo esaminando la situazione, i 2 in abiti civili si avvicinarono e mi chiesero chi ero; dopo averlo spiegato, chiesi chi erano loro.
Di malavoglia, soprattutto la donna, tirarono fuori dei tesserini : &ldquoirecciòn Nacional”.
Eccoli qui, erano arrivati anche loro...... :
Gli chiesi come mai anche loro si interessavano a queste cose; la donna sbuffò contrariata, ma fu il suo collega che gentilmente mi disse subito che LORO intervenivano sempre, affiancandosi alla polizia locale quando venivano coinvolti degli stranieri.

Non ero molto convinto, ma feci finta di niente e ritornai da K; i paramedici avevano finito e se ne erano andati e il personale dell'albergo si erano messi subito al lavoro per risistemare la stanza.
Mentre i poliziotti dicevano a K se voleva andare con loro per controllare delle foto, i 2 mi chiesero il motivo della nostra presenza a Bogotà; la cosa aumentò il mio giramento di palle; con i delinquenti che scorazzavano in città, le FARC che attaccavano caserme e commissariati e i vari cartelli padroni delle campagne, questi s'interessavano a quello che facevamo a Bogotà.

Cercando di non ridergli in faccia gli spiegai tutto; presero alcuni appunti e poi finalmente anche loro si levarono dalle palle.
Eravamo rimasti solo io e K; mi sedetti di fronte a lei e gli chiesi come si sentiva.
“Un po' scossa, ma ora va meglio”
“Bene, sono contento; però hai fatto una stupidata, hai rischiato la vita per un pc portatile...”
Lei mi guardò con i suoi occhioni azzurri e restò impietrita; non se lo aspettava.....

“Prendi su tutta la tua roba che ti trasferisci su da me; questo posto è indifendibile, e da me c'è un sacco di spazio”
K rimase un attimo attonita, poi prese la sua roba, e con il mio aiuto ci trasferimmo nella mia camera; almeno in questo modo l'avevo sempre sott'occhio pensai. :
Purtroppo però sorse un problema : la mia camera aveva il letto matrimoniale, e quindi quando K lo fece notare, la tranquillizzai subito; lei prendeva il letto ed io il divano nell'area living.
In fondo avevo dormito in posti ben peggiori e quel divano non doveva essere poi così scomodo, pensai. :

Era quasi mezzanotte quando decidemmo, dopo aver esaminato per l'ennesima volta “l'incidente”, di andare a letto.
Avevo deciso che almeno per un paio di giorni, K sarebbe rimasta confinata in albergo ha curarsi le “ferite”, ma lei dopo averci pensato un po' su, non aveva accettato.
“Quando si cade da cavallo, bisogna rimontarci subito su....” mi aveva risposto; per l'occhio pesto bastava un paio di occhiali scuri.
Anche se non dissi niente, fui contento; la piccola canadese era tosta (come molti dei suoi compatrioti che ho conosciuto).
Ci augurammo la buona notte, e ci infilammo sotto le coperte.

Ora era il momento di pensare alle prossime mosse; quello che era successo poteva essere un normale furto sfociato in un aggressione, ma poteva anche essere qualcos'altro. :
Forse eravamo stati individuati, e questo poteva essere stato un avviso. :
O forse era qualcosa organizzato da quelli della &ldquoirecciòn Nacional” per poterci agganciare senza dare nell'occhio. :

Decisi che avrei messo al corrente Zero, quindi presi il cellulare e spedii un messaggio seguendo fedelmente i protocollo di comunicazione.
Purtroppo tutti questi pensieri non facilitano il sonno, e dopo un po' di tempo che mi giravo e rigiravo nel mio divano, sentii un rumore accanto a me.
Quando mi girai, K era lì vicino che mi guardava; gli chiesi che problema aveva e lei, con aria triste mi disse che non riusciva ha prender sonno, si sentiva sola in quel grande letto.
Prima che gli rispondessi, mi chiese se potevo andare a dormire con lei, in quel grande letto.

Imbarazzato, non me lo sarei mai aspettato; la ragazzina era comunque scossa e probabilmente avere vicino qualcuno di cui si fidava l'avrebbe tranquillizzata. :
“Va bene K, ma non farti venire brutti pensieri; io sono sposato (si fa per dire).....” )
Rise di gusto, buon segno. :

Ci trasferimmo tutti e due nella camera da letto e, dopo aver lasciato a lei la scelta del posto, mi infilai sotto le coperte, augurando la buona notte e spegnendo la luce.
Eccomi qui, pensai, con una bella ragazza e....... :
Un Bigfoot e una cheerleader, che dormono beati.
K si addormentò quasi subito, ma era agitata, e così dopo un po' di tempo me la trovai appiccicata, esattamente come faceva Teresa; ogni volta che si agitava era sempre più vicina ed io, nel buio della stanza pensavo a come gestire la situazione. :

Anche l'equipaggio era agitato e non era facile gestire il tutto; ad un certo punto mi venne in mente la scena descritta all'inizio di questo capitolo, quando la piccola gazzella si era accovacciata tra i due leoni maschi.
Ero nella stessa situazione, avevo accanto a me una giovane cerbiatta, ma l'eccitazione iniziale di quando l'avevo vista per la prima volta ora era sparita.
E per me era difficile da credere.

A questo punto dovevo pensare a qualcos'altro, deviare i miei pensieri su qualche altro obiettivo; pensai ad Ester la ragazza del bar. :
Se non fosse successo niente, forse quella sera mi sarei divertito un po'; purtroppo il solo pensiero di come mi sarei divertito con la ragazza, mi procurò uno stato d'eccitazione.
Basta, dovevo pensare ad altro, e quindi cominciai ha contare le pecore; dopo aver conteggiato tutte le pecore del continente australiano e zone limitrofe, finalmente mi addormentai.

Quando mi svegliai al mattino, ero completamente senza coperte, in quanto K le aveva utilizzate tutte per avvolgersi; esattamente come faceva Teresa.
Mi sembrava di essere a casa, in Italia, dalla mia piccola sabauda; K e Teresa avevano un sacco di cose in comune, e questo mi metteva molto a disagio.
Ma dovevo resistere, niente stupidaggini dissi all'equipaggio; di malavoglia acconsentirono.

Il futuro del nostro rapporto non si presentava facile, mi conosco troppo bene e conosco altrettanto bene Bigfoot; lui ha bisogno assoluto di avere una sua “padroncina” su cui riversare tutto il suo “affetto”.
Per fortuna i 2 giorni successivi non erano di lavoro, per cui li dedicammo a noi stessi; quando arrivò la chiamata a K di Zero, mi sentii immediatamente più sollevato; era il momento di decidere cosa fare.
Dopo aver parlato per una decina di minuti con K, Zero volle parlare anche con me; voleva sapere le mie impressioni e se optavo per una scorta, magari “leggera”.

Gli dissi subito quello che pensavo; se eravamo stati individuati, era inutile perchè la scorta ce l'avevamo; se invece non eravamo stati individuati, anche una semplice scorta “leggera” poteva richiamare l'attenzione. :
Per me era meglio continuare come avevamo stabilito; se avessi notato qualcosa ci saremmo aggiornati.
Mi assumevo una bella responsabilità, ma ero convinto di essere nel giusto; dopo alcuni secondi si silenzio, Zero approvò.

Il lunedì successivo tornammo al lavoro; ovviamente K dovette raccontare diverse volte l'accaduto; tutti i locali si dimostrarono scandalizzati dell'accaduto, la Colombia non ci faceva una bella figura, ma a me non importava nulla.
L'unica cosa che contava era finire l'incarico che ci era stato affidato e andarcene da quel paese; quando espressi il concetto a K, anche lei concordò pienamente : finiamo il nostro lavoro e leviamo le tende.

Peccato che le ciambelle qualche volta escono senza il buco; quel giorno, quando uscimmo dal lavoro trovammo ad aspettarci il tizio della &ldquoirecciòn Nacional” che era intervenuto con una collega.
Dopo essersi informato sullo stato di salute di K, ci aggiornò sulla situazione delle indagini; i 2 ragazzi erano penetrati durante un cambio della vigilanza privata dell'albergo, e passando dal giardino interno erano poi saliti nella camera.
Probabilmente ci avevano adocchiato prima e pensavano che ci saremmo fermati tutti e due al bar; invece l'arrivo di K in camera li aveva spiazzati.

Ma guarda, non ci avevo proprio pensato. :

Il tizio, mentre ci raccontava questa storiella, continuava ha guardare K; un pensiero si affacciò nella mia mente: sembrava più interessato a K per altre cose che non le indagini. :
Da quel momento, non passò giorno che “casualmente” non incrociavamo il buon Alves (così aveva detto di chiamarsi).
Questa cosa cominciava ad essere fastidiosa e anche un po' scocciante; ovviamente a K non dispiaceva, era un bell'uomo, con quella barbetta perenne di 2 giorni e un fisico da modello; avevo notato che anche nell'abbigliamento era molto curato, probabilmente aveva un buon stipendio. :
Anche se mi riusciva difficile pensare che potesse permettersi tutte quelle cose che avevo notato, vestiti su misura, scarpe e orologio di marca e una BMW decisamente costosa .

Una sera ne parlai con K, ma oramai mi sembrava che il buon Alves aveva fatto breccia.
“E' solo uno che cerca di fare il suo lavoro e di essere gentile, in fondo siamo stranieri e tutti qui vogliono far vedere che la Colombia è cambiata” disse K.
Avrei voluto raccontare dell'inizio della mia carriera quando ero a Mosca e tutti erano gentili e si facevano in quattro per aiutarti; senza contare tutte le “studentesse” che “casualmente” ti ritrovavi nei piedi e poi nel letto...... “ )
Va bè, quella è un'altra storia.

Ero perplesso, e lo dissi chiaramente; K da parte sua mi assicurò che non avrebbe fatto nulla che ci avrebbe messo in pericolo.
Speriamo bene, pensai, in fin dei conti lavoravo con una debuttante. :

C'è un detto che dice “....piove sul bagnato....”; ebbene K in quel periodo divenne...fradicia.
Era trascorsa quasi una settimana dall'incidente e una sera, dopo aver cenato eravamo risaliti in camera; fuori pioveva a dirotto, faceva pure freddo, e non invogliava per niente ad uscire; per passare la serata decidemmo di guardare un po' di televisione.
Terribile, solo soap e telefilm di quart'ordine; ad un certo punto K decise di andare a farsi una doccia prima di andare a letto.

Rimasto solo, stravaccato su una poltrona mentre in televisione una certa Dolores litigava con il suo Leòn (non ho idea perchè esaminai la mia situazione; se continuava di questo passo, potevo tranquillamente farmi frate.
Nessuna possibilità all'orizzonte, niente, nada, nisba; perfino Ester, la colombiana del bar mi lanciava occhiate di fuoco visto che mi vedeva sempre in compagnia di K.

Ripensai ai 2 leoni in Africa; chissà se anche loro si rompevano le balle a forza di stare accanto alla giovane gazzella........ :

All'improvviso sentii squillare il cellulare di K; visto che era sotto la doccia lo presi, guardai chi fosse e avvertii la biondina.
Dopo pochi minuti K arrivò, ancora tutta bagnata, prese il cellulare e dopo aver guardato chi fosse, richiamò l'amica.
Capii subito che c'erano delle novità spiacevoli quando K ritornò, sedendosi sul divano; aveva gli occhi lucidi, e continuava ha guardare il telefonino come se da quell'oggetto dipendesse la sua vita.
Gli chiesi cosa era successo; impiegò qualche secondo per rispondere, poi si fece forza e mi raccontò: era una sua collega in università che l'aveva chiamata per metterla al corrente che il suo ragazzo si era messo con una loro comune amica.

Alla faccia degli amici pensai, che bello scherzo. :

Non se l'aspettava e quindi si sfogò con me raccontandomi tutta la storia.
Chissà se Zero aveva pensato anche ai nostri problemi personali quando aveva fatto le sue scelta. :

Alla fine della storia, dovetti dare un giudizio : “Il tuo amico è un gran pezzo di m......a; K fattene una ragione e passa oltre; il mondo è pieno di bravi ragazzi”.
Ovviamente tralasciai di dire che anch'io ho conosciuto un sacco di “bravi ragazzi” che non erano propriamente bravi nel senso stretto del termine. :

Quella notte Bigfoot dovette stare “molto vicino” (in senso fisico) alla biondina, e questo non fece molto bene al suo sistema nervoso.

Nei giorni seguenti K mise in pratica i miei consigli sui “bravi ragazzi” e cominciò ha dare un po' più di corda al bel Alves, il quale ricambiò subito con una presenza sempre più assidua.
Oramai era chiaro, puntava K e lo faceva sempre più sfacciatamente; K da parte sua non si tirava indietro ed io in pochi giorni mi trovai ha gestire un “lavoro difficile” in tandem con una collega che, nel tempo libero, trescava con un tizio del controspionaggio colombiano.
Non sapevo se piangere o ridere, anche perchè non sapevo ancora a cosa andavo incontro..........




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bigfoot
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giuseppetubi:

Grande "Bigfoot"!

P.s.
Scusa la curiosità, ma tu hai conosciuto di persona James Bond? Dicono che carichi da matti...


James Bond è un personaggio inventato da Ian Fleming (ex MI6) e, a mio avviso, abbastanza improbabile attualmente.
Anche perchè l'esperienza di Fleming nell'MI6 risale alla II WW, e la "materia" è molto cambiata da allora .

BF
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giuseppetubi
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Grande "Bigfoot"!

P.s.
Scusa la curiosità, ma tu hai conosciuto di persona James Bond? Dicono che carichi da matti...
bigfoot
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Qualche spiegazione aggiuntiva :

http://www.lastampa.it/2015…

BF
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Eyjafjallajökull
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Speriam in bene per la povera k... Sempre sperando che non sia una trappola.
bigfoot
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Le ZONE UMIDE – stagione II – episodio 1 - “La debuttante” (6° parte)

Come sempre la nottata portò consiglio e il mattino dopo avevo elaborato l'episodio della serata precedente.
Ero sicuro che “Zero” era venuta solo per controllare che tutto fosse a posto visto che era passata una settimana e non mi ero fatto vivo.
Con lei ero stato chiaro : accettavo il lavoro solo se avevo carta bianca e potevo fare a modo mio.

Invece K aveva passato una pessima nottata; lo notai subito al momento della colazione; appena si sedette al bar, prima ancora di ordinare il solito caffè, mi chiese cosa ne pensavo.
Gli spiegai la mia ipotesi e la tranquillizzai :
“Godiamoci questo week-end e poi da lunedì........”
“OK, allora godiamoci questi 2 giorni, sperando che non siano gli ultimi.”
Lo disse quasi sovrapensiero, preoccupata. :

Forse avrei dovuto esserlo io preoccupato; non sapevo ancora come K avrebbe sopportato lo stress dei giorni a venire.
Ma Bigfoot era fiducioso; oramai aveva una discreta esperienza per gestire situazioni intricate, coraggio da vendere e sopratutto era guardingo; non per nulla nessuno ha mai catturato un bigfoot....
“Allora il programma di oggi è una visita al museo Bòtero e poi ci facciamo una bella camminata fino al Monserrate, così ci rimettiamo in forma nel corpo e nello spirito. OK ?"
“OK”, anche se lo disse con un sorriso molto tirato.

La visita al museo fu molto interessante, ma soprattutto fece ritornare il buonumore a K guardando le opere esposte (forse per il concetto “molto personale” del grande pittore al riguardo delle donne).
Dopo il museo di Bòtero, ci incamminammo per salire al Monserrate; a me sarebbe piaciuto salire tramite l'antica strada dei pellegrini, ma la mia "cheerleaders" non si era ancora abituata ha camminare in altura, e siccome il posto è a 3150 mt. decidemmo di comune accordo di utilizzare la funivia.
Quando sbarcammo sulla cima, la giornata era diventata bellissima, le nuvole che ci avevano accompagnato al mattino si era frantumate e il sole splendeva; per fortuna ci eravamo portati i nostri giacconi tecnici, perchè anche se c'era il sole faceva abbastanza freddo.
Dopo un frugale pasto in un piccolo ristorantino, K notò subito che tutti i clienti erano coppie, e ridendo mi disse :
“E' un posto da innamorati”
In effetti anch'io pensai la stessa cosa, e sorridendo gli risposi :
“K, non farti venire cattivi pensieri, siamo qui per lavoro” )
Sentii distintamente uno del mio equipaggio mormorare “Ecco così ce la siamo giocata per sempre”.
Alla fine ridemmo tutti e due, ognuno con le proprie convinzioni.

La giornata si era decisamente messa al bello, aria frizzante e sole, un connubio perfetto.
Ora era giunto il momento di completare la nostra escursione sul Monserrate facendo una breve visita alla chiesa dedicato al "El Señor Caído"; avevamo appena finito di fare il nostro giro, quando cominciò ad arrivare un sacco di gente vestita in modo strano.
Mentre cercavo di capire cosa stava succedendo, K come sempre molto sveglia disse che era un matrimonio. :
In effetti quando vidi anch'io gli sposi dovetti ammettere tra me e me che aveva ragione.
“Vieni, andiamo ha vedere” mi disse entusiasta.
Matrimoni e funerali non suscitano in me particolare entusiasmo, ma visto che non costava nulla dare un'occhiata, ci infilammo tra la gente.
Fu un errore marchiano.

In breve fummo fagocitati dalla folla festante; K si adeguò subito, Bigfoot no, ma comunque fece buon viso e stette al gioco.
Ad un certo punto una coppia ci prese sotto la loro protezione; in Colombia avere degli ospiti stranieri in un matrimonio è un onore perchè sembra che ciò porti fortuna agli sposi; fu così che in breve tempo ci trovammo con bicchieri e dolcetti in mano.
In questi casi diventa importante porsi dei limiti, cosa che feci; K invece fu presa nel vortice dei drinks e dei balli colombiani.
Era una fiesta in piena regola e tutti ci davano dentro grande; tutti mi offrivano da bere, ma dopo aver assaggiato un paio di drinks optai per la soluzione di tenere il bicchiere sempre pieno.
Passammo un paio d'ore veramente divertenti; il mio spagnolo faceva morire dal ridere i presenti, ma contemporaneamente attirò le simpatie dei parenti, con il risultato che alla fine anche noi eravamo diventati parenti degli sposi.
Il lato bello del sudamerica. )

Quando recuperai K, capii subito che aveva esagerato un po' con i drinks, cocktail e vini vari.
“Mi sento veramente bene” (classica frase di chi ha alzato un po' il gomito).
“Forse hai bevuto troppo......” :
In effetti appena mi fu vicina capii che la piccola canadese era andata pesante con i “canelazo” e “aguadiente”.
“Riesci ha camminare ?” gli chiesi sorridendo.
&ldquoai, non sono mica ubriaca”

Mentre ci incamminavamo verso la funivia per tornare a Bogotà, K si aggrappò a me per non cadere; ero curioso di vedere quando saremmo passati da 3150 mt di Monserrate ai 2640 di Bogotà come avrebbe reagito (la perdita repentina di quota, per chi non lo sapesse, può creare disagio alle persone sensibili; se a questo aggiungiamo un po' di sbronza......). :

Come avevo previsto, quando giungemmo a Bogotà, dovetti prendere sottobraccio la piccola canadese; per fortuna trovammo subito un taxi per ritornare in albergo.
Quando ci presentammo alla reception per ritirare i nostri badge delle camere, non potei fare a meno di notare il sorrisetto dei addetti quando mi videro con K letteralmente appesa alla mia spalla; per fortuna non fecero commenti (almeno in mia presenza).

Una volta arrivati in camera, ebbi un dilemma : che faccio, la lascio sul divano e me ne vado oppure la metto a letto ? :
Visto che nel frattempo si era accasciata sul divano, probabilmente ci sarebbe rimasta fino a sbronza passata.
Valutati i pro e i contro, optai per la seconda soluzione; la ripresi su e la portai di peso in camera, sul letto, cercando di tenerla seduta.

Impresa ardua, visto che ogni volta che la mollavo, si accasciava, non prima di aver fatto un “delicato” ruttino al sapore di aguardiente seguito da un “Sorry”.
Situazione imbarazzante; cominciai ha spogliarla, impresa abbastanza ardua visto che lei non partecipava.
Alla fine comunque arrivai all'intimo (devo dire che aveva buon gusto) e li mi fermai; presi una coperta e ricoprii tutto quel ben di Dio, augurandogli la buona notte.
Non so se K mi sentì, ma il solito delicato ruttino chiuse la conversazione.

Spensi la luce e uscii dalla sua camera, non senza il mormorio dell'equipaggio che aveva assistito in religioso silenzio allo spettacolo.
A questo punto me ne tornai nella mia camera; una bella giornata finita un po' male; peccato.

Appena arrivato in camera, visto che avevo una sete terribile diedi l'assalto al frigobar; peccato che c'era di tutto, tranne l'acqua.
Non posso restare senz'acqua tutta la notte, perciò chiamai il centralino e chiesi il rifornimento; quindi mi buttai sotto la doccia; avevo appena finito che sentii bussare alla porta.
Forse, finalmente, arrivava l'acqua richiesta; mi infilai velocemente l'accappatoio ed andai ad aprire; era Ester la ragazza del bar con un pacco di bottiglie d'acqua.
La feci entrare e la ragazza andò subito verso il mobile del frigobar per sistemare le bottiglie; finora l'avevo sempre vista in divisa e avevo notato solo il suo bel viso; adesso che era in abiti “civili” potevo notare anche il resto e se devo esser sincero, meritava. )

Mi disse che era venuta lei perchè di notte c'è meno personale e dato che aveva appena finito il suo turno al bar ne avevano approfittato.
Appena finito di sistemare le bottiglie, gli diedi la mancia scusandomi del disturbo e poi gli feci qualche complimento (molto soft) così tanto per vedere come reagiva.
Lei rispose un po' impacciata che non c'erano problemi, e che se mi fosse servito qualcos'altro di chiamarla tranquillamente al bar.
La guardai negli occhi e sorridendo gli risposi che ne avrei tenuto conto; il breve lampo d'interesse che avevo visto nei suoi occhi, era più eloquente di tanti discorsi; forse avevo risolto il problema del tempo libero (da K). :
Ancora una volta il potere dei biglietti dello Zio Sam aveva fatto effetto.

Il mattino dopo, quando scesi per fare colazione al bar, le trovai tutte e due; Ester appena mi vide fece un bel sorriso augurandomi il buon giorno; K invece era seduta ad un tavolino con la testa fra le mani e un gigantesco tazzone di caffè.
Appena mi vide seduto davanti a lei, mi sussurrò :
“Ho un mal di testa pazzesco....”
La guardai e poi gli dissi :
“Ci siamo fatti prendere la mano dagli avvenimenti colombiani eh.....”
K aprì lentamente gli occhi : “Mai più !!”
E per rimarcare la cosa, alzando la mano con le tre dita unite “Parola di scout...”
La guardai a lungo, serio.
“L'importante è che domani devi essere in forma, perchè si comincia......”
Spalancò immediatamente i suoi occhi e mi rispose che sarebbe stata pronta.

Era la vigilia, il giorno prima dell'inizio delle operazioni e come tutte le vigilie, Bigfoot era nervoso; sapevo tutto di me stesso, ma non avevo idea di come fosse K; sapevo solo quello che mi aveva detto “Zero”.
Cercai di far passare la giornata senza pensarci troppo, ma fu molto difficile; comunque quando arrivò il lunedì tutto era pronto.

Quella prima settimana di “operazioni” passò velocemente; le procedure di controllo dei colombiani erano semplicemente dilettantesche e K si dimostrò un'arma formidabile; le sue capacità di analisi e comparazione erano semplicemente fantastiche; scegliendo la piccola canadese “Zero” aveva dimostrato che ci sapeva fare.

In più, stava crescendo in me un qualcosa che andava ben oltre la semplice amicizia verso una collega, e che ancora non riuscivo ha decifrare; quella ragazzina mi piaceva sempre di più.
Quanto a me, vedere che ancora una volta il concetto di “buono” o di “cattivo” è molto soggettivo mi procurava un senso di nausea; perchè ancora una volta dovevo ammettere che i soldi possono sbarrare strade ma anche aprire delle autostrade e che alla fine, tutto il mondo è paese.

“Follow the money” dicono quelli dell' IRS ed in effetti hanno ragione.

Quando iniziai la mia carriera tanti anni fa, a Mosca, era tutto più chiaro : di qui i “buoni”, di là i “cattivi”, in mezzo un bel muro ha dividere il tutto.
Poi il muro è caduto e i “buoni e i “cattivi” si sono mescolati ed ora è diventato tutto più difficile; in più è arrivata anche la religione ha complicare il tutto.

Al termine di quella settimana spedimmo un bel po' di informazioni a “Zero” e anche se non ricevetti da lei alcun commento se non un laconico OK, sapevo che avevamo lavorato bene.
Decisi di festeggiare e portai quindi K a cena in un locale che ci avevano consigliato quelli del posto; quando rientrammo in albergo, K mi disse che era molto stanca e preferiva andare subito a letto; allora dopo averla salutata, approfittai della “libera uscita” e me ne andai al bar sperando di incontrare Ester.

La ragazza era al suo posto e appena mi vide si affrettò ha venirmi vicino; gli chiesi se quando smontava aveva voglia di bere qualcosa con me.
La ragazza guardò il suo orologio, poi mi disse che ci voleva ancora una mezz'ora.
Bene, gli dissi, ti aspetto.

Dopo 2 settimane a Bogotà, cominciavo ha divertirmi, era una bella figliola, fisico da modella e un carattere molto dolce, niente ha che vedere con le classiche sud-americane “furbette”.
Mentre aspettavo, feci un'esame delle due settimane trascorse qui : avevamo il vento in poppa come si suol dire, e tutto stava filando liscio come l'olio.
E ora si prospettava di finire in bellezza la settimana; guardai Ester al bancone del bar mentre serviva alcuni rumorosi clienti; pensai ha come potevo catalogarla : “no-prof” o “free” ? :

Mentre mi lambiccavo su questi quesiti, il cellulare iniziò ha suonare; chi cavolo poteva essere ?
Guardai il numero, ma non mi diceva nulla; risposi e una voce anonima all'altro capo mi disse che era la reception del nostro albergo e mi chiedeva di rientrare urgentemente.
Quando chiesi perchè, l'unica cosa che capii era che la mia collega era stata aggredita ed ora la polizia voleva parlami.





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Eyjafjallajökull
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K+ 292 | K- 117
255k+. Meritatissimi!
bigfoot
Sr. Member (224 post)
K+ 370 | K- 130
Ragazzi, grazie a tutti.

@ J.Smith : lo sai come la penso anch'io, sono i metodi che non mi piacciono.


OT (ma non di molto) ) :

http://www.lastampa.it/2015…

BF
Ho bisogno di esplorare e di sapere.... sempre.
J.Smith
Full Member (10 post)
K+ 25 | K- 32
"....Per un'attimo pensai di nuovo alla vicenda di Beirut; anche quella volta era in un ristorante e stava cenando tranquillamente e......... un brivido mi corse lungo la schiena. "


Hi Bigfoot,
non dirmi che ti dispiace; quelli erano solo dei pezzi di m.... :

J.Smith
agocolo
Hero Member (805 post)
K+ 446 | K- 249
agocolo:

Grande bigfoot, finalmente sei tornato tra di noi.... mortali, con i tuoi piacevoli racconti, e mi porti un pochino più
di serenità e spensieratezza.
I precedenti post, legati tutti da fatti geopolitici, ok sono cose che bisogna conoscere,da persone come te che le vivono in prima persona
e non dai giornali, che per tranquillizzare l'opinione pubblica fingono di ignorarli, mi hanno messo un pochino in ansia,
sopratutto per il motivo, che noi possiamo "solo fare gli spettatori" e non abbiamo nessuna possibilità di modificare gli eventi.
Grazie e non lasciarci ancora per tanto tempo, senza i tuoi racconti, piacevolissimi.....
Ciao bigfoot, questa mattina mi sono dimenticato...K+ 253
agocolo
Hero Member (805 post)
K+ 446 | K- 249
Grande bigfoot, finalmente sei tornato tra di noi.... mortali, con i tuoi piacevoli racconti, e mi porti un pochino più
di serenità e spensieratezza.
I precedenti post, legati tutti da fatti geopolitici, ok sono cose che bisogna conoscere,da persone come te che le vivono in prima persona
e non dai giornali, che per tranquillizzare l'opinione pubblica fingono di ignorarli, mi hanno messo un pochino in ansia,
sopratutto per il motivo, che noi possiamo "solo fare gli spettatori" e non abbiamo nessuna possibilità di modificare gli eventi.
Grazie e non lasciarci ancora per tanto tempo, senza i tuoi racconti, piacevolissimi.....
Eyjafjallajökull
Super Hero (943 post)
K+ 292 | K- 117
Ma veramente: hai mai pensato di scrivere veramente un thriller? Scrivi veramente bene e ci lasci sempre con la domanda di "cosa succederà la prox puntata?"
bigfoot
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Le ZONE UMIDE – stagione II – episodio 1 - “La debuttante” (5° parte)

Appena scesi dall'aereo, sentii K esclamare : “Pensavo che facesse più caldo !”.
Guardai la colonnina delle info sul terrazzo dell'aeroporto e vidi che segnava 13°, non male.
“K, tieni conto che siamo comunque a 2640 mt. sul livello del mare....”
K trascinadosi dietro tutti i suoi borsoni verso l'uscita cominciò ad ansimare; bene, avevo già capito che non era abituata alla quota, al contrario del sottoscritto che, grazie alla caccia in montagna, impiegai pochi minuti ad adattarmi.

Quando uscimmo dall'aereporto, Bogotà ci accolse in tutto il suo splendore e..... caos.
Per fortuna trovammo subito un taxi, col quale raggiungemmo il nostro albergo; in macchina capii subito come erano le regole di circolazione (molto soggettive), ma essendo italiano non potei fare a meno di sorridere.
K, seduta accanto a me, invece era visibilmente in soggezione; purtroppo lei era abituata ai RMP, mentre qui i poliziotti addetti al traffico chiaccheravano con gli amici sul marciapiede e disinterressandosi del traffico che si autogestiva. Olè.

L'albergo che avevo scelto era in pieno centro, molto vicino al nostro posto di lavoro (l'avevo scelto per quello).
A K fu assegnata una camera al 1° piano (in realtà era un piano rialzato), molto bella e spaziosa che dava su un giardino interno; a me invece era toccato una camera al 4° piano, che dava su un viale trafficatissimo; “Speriamo che non ci sia troppo rumore” pensai subito quando la vidi.
Per fortuna Bigfoot è un'animale molto adattabile.

Appena sistemati, telefonai al nostro cliente per avvertire che eravamo arrivati; subito mi dissero che per l'accredito e i pass ci sarebbero voluti un paio d'ore; “Non c'è problema, ci vediamo domani mattina.”
In effetti, essendo già pomeriggio, era inutile presentarsi; preferivo fare un po' di ambientamento, e magari vedere se c'era qualcosa di interessante. )

La prima cosa che avevo notato erano state le cameriere dell'albergo; alcune erano veramente molto belle, e questo mi mise immediatamente di buon umore.
Grazie al fatto di essere in giro per il mondo perennemente, bastano poche cose per accontentarmi (eh eh eh ) ).
K invece era abbastanza stanca, anche perchè lei era arrivata da più lontano; decidemmo quindi che per la prima sera ci saremmo accontentati di una lauta cena e poi..... a nanna (maliziosi, cosa pensavate ?). :
Per fortuna la camera era abbastanza silenziosa, il lettone comodo e... poi basta.

Il mattino dopo mi svegliai abbastanza presto e mi preparai per benino; nella notte avevo deciso che io e K non ci saremmo mossi per una settimana; volevo che l'ambiente “ci assorbisse” senza problemi.
In fondo era come andare a caccia; prima tranquillizzare l'ambiente e poi quando tutti si sono abituati a te, muoversi.

Appena pronto, scesi nella hall e andai al bar; visto che ero un po' in anticipo rispetto a quanto concordato con K, mi presi un caffè; la barista era una bella ragazza sui 25/26 anni, magrolina ma con 2 occhi scuri stupendi e lunghi capelli neri ; la classica bellezza sud-americana che si vede spesso su riviste e/o televisione.
Mentre sorseggiavo il mio caffè (cazzo se era forte !), cominciai ad osservarla mentre serviva altri clienti, sempre allegra e ciarliera.
Anche il carattere era tipicamente sud-americano; ovviamente dopo un po' che la osservavo, se ne accorse anche lei.
Ad un certo punto mi si avvicinò e mi disse : “Mi chiamo Ester, posso esserle utile ?”
Mentre stavo pensando a cosa rispondere, immediatamente tutto il mio equipaggio pensò a quante erano le possibilità di utilizzo; ma purtroppo in quel momento si materializzò K, in perfetto orario.

Anche lei decise di prendersi un caffè, doppio perchè voleva essere subito efficiente; per un attimo mi colse la voglia di avvertirla che qui eravamo in Colombia e non negli USA, il caffè qui è “vero” caffè.... ma poi lasciai perdere.
Ognuno deve imparare dai propri errori, e K nelle ore seguenti imparò ha non richiedere un caffè doppio. )

Quando arrivammo alla “struttura” che ci avrebbe ospitato per qualche mese ne fui piacevolmente sorpreso; al centro di Bogotà, completamente nuova e ben inserita nel tessuto urbano era veramente un bel posticino; niente a che fare con gli altri palazzi governativi presenti nella stessa zona.
E per fortuna era anche a distanza dai “barrios” che circondano la città.

La prima settimana passò velocemente senza intoppi e il nostro lavoro (ufficiale) scorreva liscio senza intoppi; tra l'altro avevo scoperto che la maggior parte del personale in quella struttura era femminile, quasi sempre giovane, e in molti casi di bella presenza.
Cari amici, Bigfoot cominciò ha sentirsi come una volpe in un pollaio; anzi, forse sarebbe più giusto dire allevamento intensivo di pollastrelle.....
Peccato non poter “sparare”; potevo solo limitarmi, ogni sera, ha controllare che l'arma fosse “pronta”.

Anche K si era immedesimata bene nella parte, e si era fatta subito apprezzare dai locali; più di un maschietto ci faceva un pensierino (con la fantasia), perchè lei non dava molta confidenza (su mio suggerimento ovviamente).
Ogni sera andavamo a cena in un posto diverso; stare con la piccola canadese mi piaceva sempre di più: intelligente, osservatrice attenta, aperta a qualsiasi discussione.
E molto carina.
O forse perchè cominciavo ad essere attratto dalla sua gioventù.

Quando durante una delle nostre telefonate, Teresa mi chiese com'era la mia partner, gli dissi subito : “E' molto carina e giovane”.
Per un'attimo Teresa rimase in silenzio, poi per fortuna cambiò discorso; forse aveva capito che mi stava mettendo in inbarazzo (ed era vero).

Anche K era “sentimentalmente impegnata”, con un ragazzo di Chicago che frequentava la sua stessa università; appena poteva si attaccava al telefono e in quel caso vedevo subito che cambiava espressione, diventando molto più allegra.
Le prime volte provai quasi una sorta di gelosia, poi ci feci il callo; mica potevo pretendere nulla, e poi le “regole” erano tassative sulla nave di Bigfoot; per chi trasgrediva c'era “il giro di chiglia” come mi ricordava spesso il Primo Ufficiale.

Quel venerdì, dopo una settimana di lavoro, decidemmo di fermarci a cena nel nostro albergo, perchè il giorno dopo avevamo programmato un'uscita fuori Bogotà, in una località molto frequentata dalla medio-alta borghesia.
Mentre cenavamo, ridendo e scherzando come due colombi in viaggio di nozze, vidi improvvisamente K irrigidirsi, fissando qualcosa verso l'entrata del ristorante.
Mentre la guardavo con sguardo interrogativo, la sentii sussurrare :
“Non ci crederai, ma è appena entrata.......”
Per un attimo pensai che avesse visto qualcuno di sua conoscenza e si sentisse in inbarazzo.
Lentamente mi voltai e guardai nella stessa direzione; vicino all'entrata “Zero” ed un'altra tizia molto più giovane stavano parlando con il maitre.

Per alcuni secondi rimasi basito; cosa cazzo ci faceva qui “Zero” e la sua tirapiedi ? :
E soprattutto come mai non ci aveva avvertito ? :

Dopo aver parlato per alcuni secondi con loro, il maitre le guidò verso la nostra sala, facendole accomodare ad un tavolo in un angolo, distanti 5-6 metri da noi.
Come sempre “Zero” era molto elegante, e anche l'altra non sfigurava; non era la stessa che avevo visto a Londra, questa era molto più giovane e “atletica”.
Dopo essersi tolti i giacconi, iniziarono ha guardare il menù, mentre un cameriere aspettava le loro ordinazioni.
Mentre “Zero” faceva le sue scelte, l'altra iniziò ha guardarsi attorno; si erano piazzate una di fronte all'altra, sedute leggermente di sbieco sulle rispettive sedie ma in direzioni opposte, come da prassi.
Oramai a Bigfoot bastano pochi particolari per capire se sono “dilettanti” o “professionisti” e queste due lo erano. :

Mentre io continuavo ha sparare le mie facezie sul cibo colombiano, K era rimasta bloccata dall'evento.
“Perchè non è venuta da noi ?” disse K continuando ha guardarle.
“Forse non ci ha visto”
“E' impossibile, prima di entrare ha guardato tutta la sala”
Giusto, come una brava “professionista” pensai. :

“K, forse è qui per altri motivi e non vuole coivolgerci.....”
K sbarrò i suoi begli occhioni : “Sì, forse hai ragione”
“Traquilla, continuamo come prima”.

Ritornai ha fare il giullare cercando di distrarla, ma oramai K stava rimuginando sulla situazione; in fondo per un'analista certe cose diventano automatiche.
Ma anche per me certe cose diventano automatiche; e rivedendo “Zero” i miei cattivi pensieri di Londra ritornarono a galla. )
Come in un puzzle, cominciai ha “svestirla” e “rivestirla” pensando a come poteva apparire; si vedeva lontano un miglio che era una donna di classe e quindi dovevo immaginare solo certe cose.

Ad un certo punto qualcuno la chiamò al telefono e mentre parlava si girò verso di noi; il suo sguardo era di una freddezza incredibile, ci guardò senza battere ciglio.
Per un'attimo pensai di nuovo alla vicenda di Beirut; anche quella volta era in un ristorante e stava cenando tranquillamente e......... un brivido mi corse lungo la schiena.
Ero un'idiota, eravamo dalla stessa parte, perchè avrei dovuto preoccuparmi ? :

Mentre continuavamo con la nostra cena, guardai K; aveva la faccia di una studentessa beccata dall'insegnante in un atteggiamento non consono.
“Stai tranquilla, se ha bisogno di qualcosa verrà lei da noi”

In quel momento capii che K non era in grado di reggere lo stress; in fin dei conti era una debuttante catapultata in prima linea da un comodo ufficio universitario.
Mentre noi continuavamo con la nostra cena (che oramai mi era andata di traverso), “Zero” e la sua socia si alzarono dal tavolo e mentre se ne andavano, ancora una volta guardò con i suoi occhi di ghiaccio verso di noi senza la minima espressione.
“Visto, non era venuta qui per noi...”
Era una balla, nessuno di noi due ci credeva. :




Ho bisogno di esplorare e di sapere.... sempre.
AnDaty
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xxxxlevel:

Questo 3D si è trasformato in una spy story
...è solo un "pourparler", attendendo con ansia il continuo dell'avventura sudamericana del "nostro"
xxxxlevel
Sandokan (1460 post)
K+ 645 | K- 225
Questo 3D si è trasformato in una spy story
http://i61.tinypic.com/255n…" /> http://i62.tinypic.com/34et…" />
AnDaty
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J.Smith:



Hi Amico,
forse non ti è chiaro con chi hai a che fare....
Non sprecare soldi in aggeggi inutili

J.Smith
Ciao J.Smith
Era solo una battuta scherzosa riferita a bigfoot...lo so che è un "giocattolino"
Ho un normalissimo smartphone e non mi serve altro.
J.Smith
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AnDaty:

No problem...
Il mio cell. è questo https://www.youtube.com/wat… abbastanza sicuro.
In rete navigo in deep web >

SCHERZO!!!!!!

Non ho niente da nascondere!!!
...a parte GF, da occhi indiscreti...ahahahahhahaha


Hi Amico,
forse non ti è chiaro con chi hai a che fare....
Non sprecare soldi in aggeggi inutili

J.Smith
AnDaty
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No problem...
Il mio cell. è questo https://www.youtube.com/wat… abbastanza sicuro.
In rete navigo in deep web >

SCHERZO!!!!!!

Non ho niente da nascondere!!!
...a parte GF, da occhi indiscreti...ahahahahhahaha

bigfoot
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Qualche notizia dalla Zona Grigia (e Umida ) :

http://www.lastampa.it/2015…

http://www.lastampa.it/2015…

Quando vi apprestate ad utilizzare un telefonino o un computer, pensate a queste cose ? :

An gamba nè )
BF

Ho bisogno di esplorare e di sapere.... sempre.
AnDaty
Sr. Member (226 post)
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bigfoot:


Contractors ?
In Italia non esistono i contractors.... ) ) )

An gamba nè e bun feraust
BF
Volevo vedere che risposta mi avresti scritto.......Ahahahahahhahaha......come battuta non è male

Buon ferragosto baltico
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