Come dice 'l baric... "Risolto".
C'ero rimasto male... se era uno scherzo.. è riuscito!!!
A ri bravo.. complimembri.
Ti devo bacchettare: Dicesi "Vacatio Legis" o "Carenza legislativa", o "assenza Legislativa.
Poi, di già che siamo nella "nostra" PIOLA, laonde tracannasi e/o Centellinasi .. Barbera e Champagne, mi permetto di pubblicare un articolo, che alcuni anni (2010) fa pubblicai sul social Network: "Mondodelgusto.it", con cui collaboravo come inviato... bevitore!!!
CHAMPAGNE
L’inventore dello champagne fu Dom Pierre Pérignon: nato nel 1638 e morto nel 1715, stesse date e quindi coevo del Re Sole Luigi XIV, benedettino (ora et labora), ecco perché Dom. Era responsabile dei prodotti della terra della sua abbazia ed a 40 anni d’età, circa, ebbe l’intuizione di creare un nuovo vino, frutto di una lavorazione complessa, che poi si è affinata nel tempo, altrimenti, se vinificata tradizionalmente, l’uva del territorio avrebbe continuato a dare un vino solo bevibile, se non scadente. Occhio che è il vino che ha preso il nome dalla regione di produzione, non viceversa. Infine, per i curiosi: chi fece la fortuna dello Champagne è stato il successore del Re Sole, suo nipote, cioè Luigi XV, anzi per la precisione fu la sua amante, meglio nota come Madame de Pompadour.
Metodo champenoise o classico:
Occorre un vino “base” su cui lavorare, può essere sia di uve bianche che nere o addirittura miste, si possono altresì mischiare i vini. Però devono essere tutti fatti con spremitura soffice delle uve e fermentati a 20°C max, per 10/15gg.
Si mette poi in bottiglie speciali, che sopportino forti pressioni, quindi robuste e pesanti: Champagnotte, con l’aggiunta di zucchero di canna (fino a 25/26 gr/lt) e lieviti selezionati (saccaromiceti: ceverevisiae e bayanus). Infine si chiude la bottiglia con il tappo a corona.
Si ottiene così la rifermentazione in bottiglia, con conseguente pressione, quindi bollicine di CO2, e fecce di lieviti e lieviti incombusti. Dopo un periodo di riposo, in orizzontale a temperatura bassa 10/12 °C, le bottiglie vengono posizionate su appositi cavalletti (pupitre) inclinate a 60° rispetto il terreno e continuamente rigirate di 1/8 di giro al giorno (remuage), per gli ultimi 2-3 mesi, questo per far concentrare sul pappo tutte le fecce, di cui sopra. Si passa poi alle ultime operazioni, che avvengono nello spazio di tempo più stretto possibile, per non far ossidare il vino: sboccatura (dégorgement), per eliminare le fecce succitate, rabbocco con sciroppo di dosaggio (liqueur d’expédition), tappatura con sughero speciale, lavaggio esterno della bottiglia, applicazione della gabbietta ed etichettatura.
Notizie tecniche che sono riscontrabili dall’etichetta:
- Se il vino è fatto con uve bianche, compare la dicitura: “Blanc de blanc”; se c’è scritto “Cuveé” vuol dire che è un misto di uve; se non c’è scritto niente al riguardo vuol dire che almeno l’85% sono uve Pinot nero quindi, se il vino non è rosato, vuol dire che è stato passato sui carboni attivi, prima di imbottigliarlo. Se l’85% del vino base è di una sola annata precisa, il vino si può “ millesimare”, cioè indicare l’annata di produzione, sulla bottiglia finale. Quest’ultimi sono i più pregiati.
- La denominazione di tipologia dello champagne dipende dal residuo zuccherino, dato dal liquido di rabbocco: Extra brut 0/6 gr/lt; Brut 6/15; Extra dry 15/20; Dry o Sec 20/35; Demi sec 35/50; Doux 50. Se si rabbocca con altro Champagne, di bottiglie sorelle appena sboccate, si ha un vino particolarmente secco, detto “pas dosè”.
Notizie tecniche non riscontrabili altrove:
- Lo zucchero che si addiziona al vino, con gli lieviti, normalmente è circa 24 gr/lt, però dipende dalla gradazione iniziale del vino stesso, calcolando che ogni 17 gr/lt rende un grado alcolico (Coefficiente = 0,6). A pieno sviluppo alcolico, la combustione totale di ogni 4 gr/lt di zucchero, crea la pressione di una atmosfera. (Es.: 18 gr/lt = 4,5 Atm.; 24 gr/lt = 6 Atmosfere) e (Vino base 10°+ 24 gr/lt zucch. = 10+24x0,6 = Champ di 11,44°

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- Gli lieviti servono per aggredire gli zuccheri e trasformarli in alcol ed anidride carbonica (CO2) che, non potendo uscire, crea pressione e si discioglie nel vino, inoltre gli lieviti arricchiscono il vino di aromi e sapori.
- Infatti per avere questo arricchimento, l’affinamento sugli lieviti dura minimo 18 mesi, il massimo è di anni, in quanto ai millesimati (che hanno un minimo di Mille gg.), i produttori più seri li tengono 5/6 anni, ottenendo così un perlage sottile, persistente e continuo. Praticamente più il vino riposa sugli lieviti e più si arricchisce di aromi, sapori e armonicità di gusto nonché di pregiatissime bollicine.
- Il liquido di rabbocco: sciroppo di dosaggio, può contenere dello zucchero, un po’ di vino (anche barricato), del distillato od acquavite. La ricetta, sempre uguale nel tempo, dà un’impronta allo champagne ed all’azienda che lo produce.
- Va servito ghiacciato, abbinato ai cibi con tendenza dolce (ma non dessert) e grassezza. Tipo crostacei e molluschi (dolci), Pesci, salumi e formaggi (grassi).
Penso sia quasi tutto: an santè e buone bevute.
Chevvipare