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Moscarossa
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bigfoot
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Le ZONE UMIDE – stagione II – episodio 1 - “La debuttante” (6° parte)

Come sempre la nottata portò consiglio e il mattino dopo avevo elaborato l'episodio della serata precedente.
Ero sicuro che “Zero” era venuta solo per controllare che tutto fosse a posto visto che era passata una settimana e non mi ero fatto vivo.
Con lei ero stato chiaro : accettavo il lavoro solo se avevo carta bianca e potevo fare a modo mio.

Invece K aveva passato una pessima nottata; lo notai subito al momento della colazione; appena si sedette al bar, prima ancora di ordinare il solito caffè, mi chiese cosa ne pensavo.
Gli spiegai la mia ipotesi e la tranquillizzai :
“Godiamoci questo week-end e poi da lunedì........”
“OK, allora godiamoci questi 2 giorni, sperando che non siano gli ultimi.”
Lo disse quasi sovrapensiero, preoccupata. :

Forse avrei dovuto esserlo io preoccupato; non sapevo ancora come K avrebbe sopportato lo stress dei giorni a venire.
Ma Bigfoot era fiducioso; oramai aveva una discreta esperienza per gestire situazioni intricate, coraggio da vendere e sopratutto era guardingo; non per nulla nessuno ha mai catturato un bigfoot....
“Allora il programma di oggi è una visita al museo Bòtero e poi ci facciamo una bella camminata fino al Monserrate, così ci rimettiamo in forma nel corpo e nello spirito. OK ?"
“OK”, anche se lo disse con un sorriso molto tirato.

La visita al museo fu molto interessante, ma soprattutto fece ritornare il buonumore a K guardando le opere esposte (forse per il concetto “molto personale” del grande pittore al riguardo delle donne).
Dopo il museo di Bòtero, ci incamminammo per salire al Monserrate; a me sarebbe piaciuto salire tramite l'antica strada dei pellegrini, ma la mia "cheerleaders" non si era ancora abituata ha camminare in altura, e siccome il posto è a 3150 mt. decidemmo di comune accordo di utilizzare la funivia.
Quando sbarcammo sulla cima, la giornata era diventata bellissima, le nuvole che ci avevano accompagnato al mattino si era frantumate e il sole splendeva; per fortuna ci eravamo portati i nostri giacconi tecnici, perchè anche se c'era il sole faceva abbastanza freddo.
Dopo un frugale pasto in un piccolo ristorantino, K notò subito che tutti i clienti erano coppie, e ridendo mi disse :
“E' un posto da innamorati”
In effetti anch'io pensai la stessa cosa, e sorridendo gli risposi :
“K, non farti venire cattivi pensieri, siamo qui per lavoro” )
Sentii distintamente uno del mio equipaggio mormorare “Ecco così ce la siamo giocata per sempre”.
Alla fine ridemmo tutti e due, ognuno con le proprie convinzioni.

La giornata si era decisamente messa al bello, aria frizzante e sole, un connubio perfetto.
Ora era giunto il momento di completare la nostra escursione sul Monserrate facendo una breve visita alla chiesa dedicato al "El Señor Caído"; avevamo appena finito di fare il nostro giro, quando cominciò ad arrivare un sacco di gente vestita in modo strano.
Mentre cercavo di capire cosa stava succedendo, K come sempre molto sveglia disse che era un matrimonio. :
In effetti quando vidi anch'io gli sposi dovetti ammettere tra me e me che aveva ragione.
“Vieni, andiamo ha vedere” mi disse entusiasta.
Matrimoni e funerali non suscitano in me particolare entusiasmo, ma visto che non costava nulla dare un'occhiata, ci infilammo tra la gente.
Fu un errore marchiano.

In breve fummo fagocitati dalla folla festante; K si adeguò subito, Bigfoot no, ma comunque fece buon viso e stette al gioco.
Ad un certo punto una coppia ci prese sotto la loro protezione; in Colombia avere degli ospiti stranieri in un matrimonio è un onore perchè sembra che ciò porti fortuna agli sposi; fu così che in breve tempo ci trovammo con bicchieri e dolcetti in mano.
In questi casi diventa importante porsi dei limiti, cosa che feci; K invece fu presa nel vortice dei drinks e dei balli colombiani.
Era una fiesta in piena regola e tutti ci davano dentro grande; tutti mi offrivano da bere, ma dopo aver assaggiato un paio di drinks optai per la soluzione di tenere il bicchiere sempre pieno.
Passammo un paio d'ore veramente divertenti; il mio spagnolo faceva morire dal ridere i presenti, ma contemporaneamente attirò le simpatie dei parenti, con il risultato che alla fine anche noi eravamo diventati parenti degli sposi.
Il lato bello del sudamerica. )

Quando recuperai K, capii subito che aveva esagerato un po' con i drinks, cocktail e vini vari.
“Mi sento veramente bene” (classica frase di chi ha alzato un po' il gomito).
“Forse hai bevuto troppo......” :
In effetti appena mi fu vicina capii che la piccola canadese era andata pesante con i “canelazo” e “aguadiente”.
“Riesci ha camminare ?” gli chiesi sorridendo.
&ldquoai, non sono mica ubriaca”

Mentre ci incamminavamo verso la funivia per tornare a Bogotà, K si aggrappò a me per non cadere; ero curioso di vedere quando saremmo passati da 3150 mt di Monserrate ai 2640 di Bogotà come avrebbe reagito (la perdita repentina di quota, per chi non lo sapesse, può creare disagio alle persone sensibili; se a questo aggiungiamo un po' di sbronza......). :

Come avevo previsto, quando giungemmo a Bogotà, dovetti prendere sottobraccio la piccola canadese; per fortuna trovammo subito un taxi per ritornare in albergo.
Quando ci presentammo alla reception per ritirare i nostri badge delle camere, non potei fare a meno di notare il sorrisetto dei addetti quando mi videro con K letteralmente appesa alla mia spalla; per fortuna non fecero commenti (almeno in mia presenza).

Una volta arrivati in camera, ebbi un dilemma : che faccio, la lascio sul divano e me ne vado oppure la metto a letto ? :
Visto che nel frattempo si era accasciata sul divano, probabilmente ci sarebbe rimasta fino a sbronza passata.
Valutati i pro e i contro, optai per la seconda soluzione; la ripresi su e la portai di peso in camera, sul letto, cercando di tenerla seduta.

Impresa ardua, visto che ogni volta che la mollavo, si accasciava, non prima di aver fatto un “delicato” ruttino al sapore di aguardiente seguito da un “Sorry”.
Situazione imbarazzante; cominciai ha spogliarla, impresa abbastanza ardua visto che lei non partecipava.
Alla fine comunque arrivai all'intimo (devo dire che aveva buon gusto) e li mi fermai; presi una coperta e ricoprii tutto quel ben di Dio, augurandogli la buona notte.
Non so se K mi sentì, ma il solito delicato ruttino chiuse la conversazione.

Spensi la luce e uscii dalla sua camera, non senza il mormorio dell'equipaggio che aveva assistito in religioso silenzio allo spettacolo.
A questo punto me ne tornai nella mia camera; una bella giornata finita un po' male; peccato.

Appena arrivato in camera, visto che avevo una sete terribile diedi l'assalto al frigobar; peccato che c'era di tutto, tranne l'acqua.
Non posso restare senz'acqua tutta la notte, perciò chiamai il centralino e chiesi il rifornimento; quindi mi buttai sotto la doccia; avevo appena finito che sentii bussare alla porta.
Forse, finalmente, arrivava l'acqua richiesta; mi infilai velocemente l'accappatoio ed andai ad aprire; era Ester la ragazza del bar con un pacco di bottiglie d'acqua.
La feci entrare e la ragazza andò subito verso il mobile del frigobar per sistemare le bottiglie; finora l'avevo sempre vista in divisa e avevo notato solo il suo bel viso; adesso che era in abiti “civili” potevo notare anche il resto e se devo esser sincero, meritava. )

Mi disse che era venuta lei perchè di notte c'è meno personale e dato che aveva appena finito il suo turno al bar ne avevano approfittato.
Appena finito di sistemare le bottiglie, gli diedi la mancia scusandomi del disturbo e poi gli feci qualche complimento (molto soft) così tanto per vedere come reagiva.
Lei rispose un po' impacciata che non c'erano problemi, e che se mi fosse servito qualcos'altro di chiamarla tranquillamente al bar.
La guardai negli occhi e sorridendo gli risposi che ne avrei tenuto conto; il breve lampo d'interesse che avevo visto nei suoi occhi, era più eloquente di tanti discorsi; forse avevo risolto il problema del tempo libero (da K). :
Ancora una volta il potere dei biglietti dello Zio Sam aveva fatto effetto.

Il mattino dopo, quando scesi per fare colazione al bar, le trovai tutte e due; Ester appena mi vide fece un bel sorriso augurandomi il buon giorno; K invece era seduta ad un tavolino con la testa fra le mani e un gigantesco tazzone di caffè.
Appena mi vide seduto davanti a lei, mi sussurrò :
“Ho un mal di testa pazzesco....”
La guardai e poi gli dissi :
“Ci siamo fatti prendere la mano dagli avvenimenti colombiani eh.....”
K aprì lentamente gli occhi : “Mai più !!”
E per rimarcare la cosa, alzando la mano con le tre dita unite “Parola di scout...”
La guardai a lungo, serio.
“L'importante è che domani devi essere in forma, perchè si comincia......”
Spalancò immediatamente i suoi occhi e mi rispose che sarebbe stata pronta.

Era la vigilia, il giorno prima dell'inizio delle operazioni e come tutte le vigilie, Bigfoot era nervoso; sapevo tutto di me stesso, ma non avevo idea di come fosse K; sapevo solo quello che mi aveva detto “Zero”.
Cercai di far passare la giornata senza pensarci troppo, ma fu molto difficile; comunque quando arrivò il lunedì tutto era pronto.

Quella prima settimana di “operazioni” passò velocemente; le procedure di controllo dei colombiani erano semplicemente dilettantesche e K si dimostrò un'arma formidabile; le sue capacità di analisi e comparazione erano semplicemente fantastiche; scegliendo la piccola canadese “Zero” aveva dimostrato che ci sapeva fare.

In più, stava crescendo in me un qualcosa che andava ben oltre la semplice amicizia verso una collega, e che ancora non riuscivo ha decifrare; quella ragazzina mi piaceva sempre di più.
Quanto a me, vedere che ancora una volta il concetto di “buono” o di “cattivo” è molto soggettivo mi procurava un senso di nausea; perchè ancora una volta dovevo ammettere che i soldi possono sbarrare strade ma anche aprire delle autostrade e che alla fine, tutto il mondo è paese.

“Follow the money” dicono quelli dell' IRS ed in effetti hanno ragione.

Quando iniziai la mia carriera tanti anni fa, a Mosca, era tutto più chiaro : di qui i “buoni”, di là i “cattivi”, in mezzo un bel muro ha dividere il tutto.
Poi il muro è caduto e i “buoni e i “cattivi” si sono mescolati ed ora è diventato tutto più difficile; in più è arrivata anche la religione ha complicare il tutto.

Al termine di quella settimana spedimmo un bel po' di informazioni a “Zero” e anche se non ricevetti da lei alcun commento se non un laconico OK, sapevo che avevamo lavorato bene.
Decisi di festeggiare e portai quindi K a cena in un locale che ci avevano consigliato quelli del posto; quando rientrammo in albergo, K mi disse che era molto stanca e preferiva andare subito a letto; allora dopo averla salutata, approfittai della “libera uscita” e me ne andai al bar sperando di incontrare Ester.

La ragazza era al suo posto e appena mi vide si affrettò ha venirmi vicino; gli chiesi se quando smontava aveva voglia di bere qualcosa con me.
La ragazza guardò il suo orologio, poi mi disse che ci voleva ancora una mezz'ora.
Bene, gli dissi, ti aspetto.

Dopo 2 settimane a Bogotà, cominciavo ha divertirmi, era una bella figliola, fisico da modella e un carattere molto dolce, niente ha che vedere con le classiche sud-americane “furbette”.
Mentre aspettavo, feci un'esame delle due settimane trascorse qui : avevamo il vento in poppa come si suol dire, e tutto stava filando liscio come l'olio.
E ora si prospettava di finire in bellezza la settimana; guardai Ester al bancone del bar mentre serviva alcuni rumorosi clienti; pensai ha come potevo catalogarla : “no-prof” o “free” ? :

Mentre mi lambiccavo su questi quesiti, il cellulare iniziò ha suonare; chi cavolo poteva essere ?
Guardai il numero, ma non mi diceva nulla; risposi e una voce anonima all'altro capo mi disse che era la reception del nostro albergo e mi chiedeva di rientrare urgentemente.
Quando chiesi perchè, l'unica cosa che capii era che la mia collega era stata aggredita ed ora la polizia voleva parlami.





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Eyjafjallajökull
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Speriam in bene per la povera k... Sempre sperando che non sia una trappola.
bigfoot
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Qualche spiegazione aggiuntiva :

http://www.lastampa.it/2015…

BF
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giuseppetubi
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Grande "Bigfoot"!

P.s.
Scusa la curiosità, ma tu hai conosciuto di persona James Bond? Dicono che carichi da matti...
bigfoot
Sr. Member (224 post)
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giuseppetubi:

Grande "Bigfoot"!

P.s.
Scusa la curiosità, ma tu hai conosciuto di persona James Bond? Dicono che carichi da matti...


James Bond è un personaggio inventato da Ian Fleming (ex MI6) e, a mio avviso, abbastanza improbabile attualmente.
Anche perchè l'esperienza di Fleming nell'MI6 risale alla II WW, e la "materia" è molto cambiata da allora .

BF
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bigfoot
Sr. Member (224 post)
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Le ZONE UMIDE – stagione II – episodio 1 - “La debuttante” (7° parte)

Scattai immediatamente e percorsi i vari corridoi che univano il bar all'albergo alla velocità della luce (o quasi).
Quando passai davanti alla reception il personale cercò di dirmi qualcosa, ma oramai Bigfoot pensava solo alla sua collega.
Appena imboccai il corridoi che portava alla sua camera, vidi che c'erano parecchie persone ferme fuori che discutevano; un poliziotto in divisa cercò di fermarmi, ma con una manata lo spostai.

Per fortuna intervenne una cameriera che gli disse subito che ero un collega della ragazza aggredita; quando entrai nella camera ebbi un tuffo al cuore; K era seduta sul divanetto, circondata da alcuni paramedici che la stavano medicando e da alcuni poliziotti in divisa e non.
Mi avvicinai e gli chiesi come stava; K mi guardò e cercò di abbozzare un sorriso, ma non ci riuscì molto; era stata un po' “strapazzata”, aveva ecchimosi in varie parti del corpo e sopratutto un bel occhio nero.

Ma almeno era in piedi (o meglio seduta) ed era cosciente; mi feci spiegare cosa era successo.
Quando era rientrata in camera aveva sorpreso un ragazzo sui 18-20 anni che rovistavano tra le sue cose; lo avrebbe anche lasciato andare, ma quando si era accorta che aveva preso il suo notebook, non ci aveva più visto e gli era saltata addosso ingaggiando una colluttazione.
Solo che a quel punto era saltato fuori un altro ragazzo che aveva iniziato subito a picchiarla di brutto.

Che peccato che non ci fosse stato Bigfoot, avrebbero assaggiato qualche legnata originale piemontese.

Mentre K raccontava, i poliziotti in divisa prendevano appunti, mentre i 2 in abiti civili (un uomo molto giovane e una donna sui 40-45 anni si scambiavano occhiate); la cosa non mi piaceva per niente.
Uno dei poliziotti mi accompagnò alla portafinestra e mi fece vedere da dove erano entrati; dal giardino interno si erano arrampicati sul terrazzo (a un paio di metri) e da lì forzando la porta erano poi entrati in camera.
Un gioco da ragazzi, appunto.

Mentre stavo esaminando la situazione, i 2 in abiti civili si avvicinarono e mi chiesero chi ero; dopo averlo spiegato, chiesi chi erano loro.
Di malavoglia, soprattutto la donna, tirarono fuori dei tesserini : &ldquoirecciòn Nacional”.
Eccoli qui, erano arrivati anche loro...... :
Gli chiesi come mai anche loro si interessavano a queste cose; la donna sbuffò contrariata, ma fu il suo collega che gentilmente mi disse subito che LORO intervenivano sempre, affiancandosi alla polizia locale quando venivano coinvolti degli stranieri.

Non ero molto convinto, ma feci finta di niente e ritornai da K; i paramedici avevano finito e se ne erano andati e il personale dell'albergo si erano messi subito al lavoro per risistemare la stanza.
Mentre i poliziotti dicevano a K se voleva andare con loro per controllare delle foto, i 2 mi chiesero il motivo della nostra presenza a Bogotà; la cosa aumentò il mio giramento di palle; con i delinquenti che scorazzavano in città, le FARC che attaccavano caserme e commissariati e i vari cartelli padroni delle campagne, questi s'interessavano a quello che facevamo a Bogotà.

Cercando di non ridergli in faccia gli spiegai tutto; presero alcuni appunti e poi finalmente anche loro si levarono dalle palle.
Eravamo rimasti solo io e K; mi sedetti di fronte a lei e gli chiesi come si sentiva.
“Un po' scossa, ma ora va meglio”
“Bene, sono contento; però hai fatto una stupidata, hai rischiato la vita per un pc portatile...”
Lei mi guardò con i suoi occhioni azzurri e restò impietrita; non se lo aspettava.....

“Prendi su tutta la tua roba che ti trasferisci su da me; questo posto è indifendibile, e da me c'è un sacco di spazio”
K rimase un attimo attonita, poi prese la sua roba, e con il mio aiuto ci trasferimmo nella mia camera; almeno in questo modo l'avevo sempre sott'occhio pensai. :
Purtroppo però sorse un problema : la mia camera aveva il letto matrimoniale, e quindi quando K lo fece notare, la tranquillizzai subito; lei prendeva il letto ed io il divano nell'area living.
In fondo avevo dormito in posti ben peggiori e quel divano non doveva essere poi così scomodo, pensai. :

Era quasi mezzanotte quando decidemmo, dopo aver esaminato per l'ennesima volta “l'incidente”, di andare a letto.
Avevo deciso che almeno per un paio di giorni, K sarebbe rimasta confinata in albergo ha curarsi le “ferite”, ma lei dopo averci pensato un po' su, non aveva accettato.
“Quando si cade da cavallo, bisogna rimontarci subito su....” mi aveva risposto; per l'occhio pesto bastava un paio di occhiali scuri.
Anche se non dissi niente, fui contento; la piccola canadese era tosta (come molti dei suoi compatrioti che ho conosciuto).
Ci augurammo la buona notte, e ci infilammo sotto le coperte.

Ora era il momento di pensare alle prossime mosse; quello che era successo poteva essere un normale furto sfociato in un aggressione, ma poteva anche essere qualcos'altro. :
Forse eravamo stati individuati, e questo poteva essere stato un avviso. :
O forse era qualcosa organizzato da quelli della &ldquoirecciòn Nacional” per poterci agganciare senza dare nell'occhio. :

Decisi che avrei messo al corrente Zero, quindi presi il cellulare e spedii un messaggio seguendo fedelmente i protocollo di comunicazione.
Purtroppo tutti questi pensieri non facilitano il sonno, e dopo un po' di tempo che mi giravo e rigiravo nel mio divano, sentii un rumore accanto a me.
Quando mi girai, K era lì vicino che mi guardava; gli chiesi che problema aveva e lei, con aria triste mi disse che non riusciva ha prender sonno, si sentiva sola in quel grande letto.
Prima che gli rispondessi, mi chiese se potevo andare a dormire con lei, in quel grande letto.

Imbarazzato, non me lo sarei mai aspettato; la ragazzina era comunque scossa e probabilmente avere vicino qualcuno di cui si fidava l'avrebbe tranquillizzata. :
“Va bene K, ma non farti venire brutti pensieri; io sono sposato (si fa per dire).....” )
Rise di gusto, buon segno. :

Ci trasferimmo tutti e due nella camera da letto e, dopo aver lasciato a lei la scelta del posto, mi infilai sotto le coperte, augurando la buona notte e spegnendo la luce.
Eccomi qui, pensai, con una bella ragazza e....... :
Un Bigfoot e una cheerleader, che dormono beati.
K si addormentò quasi subito, ma era agitata, e così dopo un po' di tempo me la trovai appiccicata, esattamente come faceva Teresa; ogni volta che si agitava era sempre più vicina ed io, nel buio della stanza pensavo a come gestire la situazione. :

Anche l'equipaggio era agitato e non era facile gestire il tutto; ad un certo punto mi venne in mente la scena descritta all'inizio di questo capitolo, quando la piccola gazzella si era accovacciata tra i due leoni maschi.
Ero nella stessa situazione, avevo accanto a me una giovane cerbiatta, ma l'eccitazione iniziale di quando l'avevo vista per la prima volta ora era sparita.
E per me era difficile da credere.

A questo punto dovevo pensare a qualcos'altro, deviare i miei pensieri su qualche altro obiettivo; pensai ad Ester la ragazza del bar. :
Se non fosse successo niente, forse quella sera mi sarei divertito un po'; purtroppo il solo pensiero di come mi sarei divertito con la ragazza, mi procurò uno stato d'eccitazione.
Basta, dovevo pensare ad altro, e quindi cominciai ha contare le pecore; dopo aver conteggiato tutte le pecore del continente australiano e zone limitrofe, finalmente mi addormentai.

Quando mi svegliai al mattino, ero completamente senza coperte, in quanto K le aveva utilizzate tutte per avvolgersi; esattamente come faceva Teresa.
Mi sembrava di essere a casa, in Italia, dalla mia piccola sabauda; K e Teresa avevano un sacco di cose in comune, e questo mi metteva molto a disagio.
Ma dovevo resistere, niente stupidaggini dissi all'equipaggio; di malavoglia acconsentirono.

Il futuro del nostro rapporto non si presentava facile, mi conosco troppo bene e conosco altrettanto bene Bigfoot; lui ha bisogno assoluto di avere una sua “padroncina” su cui riversare tutto il suo “affetto”.
Per fortuna i 2 giorni successivi non erano di lavoro, per cui li dedicammo a noi stessi; quando arrivò la chiamata a K di Zero, mi sentii immediatamente più sollevato; era il momento di decidere cosa fare.
Dopo aver parlato per una decina di minuti con K, Zero volle parlare anche con me; voleva sapere le mie impressioni e se optavo per una scorta, magari “leggera”.

Gli dissi subito quello che pensavo; se eravamo stati individuati, era inutile perchè la scorta ce l'avevamo; se invece non eravamo stati individuati, anche una semplice scorta “leggera” poteva richiamare l'attenzione. :
Per me era meglio continuare come avevamo stabilito; se avessi notato qualcosa ci saremmo aggiornati.
Mi assumevo una bella responsabilità, ma ero convinto di essere nel giusto; dopo alcuni secondi si silenzio, Zero approvò.

Il lunedì successivo tornammo al lavoro; ovviamente K dovette raccontare diverse volte l'accaduto; tutti i locali si dimostrarono scandalizzati dell'accaduto, la Colombia non ci faceva una bella figura, ma a me non importava nulla.
L'unica cosa che contava era finire l'incarico che ci era stato affidato e andarcene da quel paese; quando espressi il concetto a K, anche lei concordò pienamente : finiamo il nostro lavoro e leviamo le tende.

Peccato che le ciambelle qualche volta escono senza il buco; quel giorno, quando uscimmo dal lavoro trovammo ad aspettarci il tizio della &ldquoirecciòn Nacional” che era intervenuto con una collega.
Dopo essersi informato sullo stato di salute di K, ci aggiornò sulla situazione delle indagini; i 2 ragazzi erano penetrati durante un cambio della vigilanza privata dell'albergo, e passando dal giardino interno erano poi saliti nella camera.
Probabilmente ci avevano adocchiato prima e pensavano che ci saremmo fermati tutti e due al bar; invece l'arrivo di K in camera li aveva spiazzati.

Ma guarda, non ci avevo proprio pensato. :

Il tizio, mentre ci raccontava questa storiella, continuava ha guardare K; un pensiero si affacciò nella mia mente: sembrava più interessato a K per altre cose che non le indagini. :
Da quel momento, non passò giorno che “casualmente” non incrociavamo il buon Alves (così aveva detto di chiamarsi).
Questa cosa cominciava ad essere fastidiosa e anche un po' scocciante; ovviamente a K non dispiaceva, era un bell'uomo, con quella barbetta perenne di 2 giorni e un fisico da modello; avevo notato che anche nell'abbigliamento era molto curato, probabilmente aveva un buon stipendio. :
Anche se mi riusciva difficile pensare che potesse permettersi tutte quelle cose che avevo notato, vestiti su misura, scarpe e orologio di marca e una BMW decisamente costosa .

Una sera ne parlai con K, ma oramai mi sembrava che il buon Alves aveva fatto breccia.
“E' solo uno che cerca di fare il suo lavoro e di essere gentile, in fondo siamo stranieri e tutti qui vogliono far vedere che la Colombia è cambiata” disse K.
Avrei voluto raccontare dell'inizio della mia carriera quando ero a Mosca e tutti erano gentili e si facevano in quattro per aiutarti; senza contare tutte le “studentesse” che “casualmente” ti ritrovavi nei piedi e poi nel letto...... “ )
Va bè, quella è un'altra storia.

Ero perplesso, e lo dissi chiaramente; K da parte sua mi assicurò che non avrebbe fatto nulla che ci avrebbe messo in pericolo.
Speriamo bene, pensai, in fin dei conti lavoravo con una debuttante. :

C'è un detto che dice “....piove sul bagnato....”; ebbene K in quel periodo divenne...fradicia.
Era trascorsa quasi una settimana dall'incidente e una sera, dopo aver cenato eravamo risaliti in camera; fuori pioveva a dirotto, faceva pure freddo, e non invogliava per niente ad uscire; per passare la serata decidemmo di guardare un po' di televisione.
Terribile, solo soap e telefilm di quart'ordine; ad un certo punto K decise di andare a farsi una doccia prima di andare a letto.

Rimasto solo, stravaccato su una poltrona mentre in televisione una certa Dolores litigava con il suo Leòn (non ho idea perchè esaminai la mia situazione; se continuava di questo passo, potevo tranquillamente farmi frate.
Nessuna possibilità all'orizzonte, niente, nada, nisba; perfino Ester, la colombiana del bar mi lanciava occhiate di fuoco visto che mi vedeva sempre in compagnia di K.

Ripensai ai 2 leoni in Africa; chissà se anche loro si rompevano le balle a forza di stare accanto alla giovane gazzella........ :

All'improvviso sentii squillare il cellulare di K; visto che era sotto la doccia lo presi, guardai chi fosse e avvertii la biondina.
Dopo pochi minuti K arrivò, ancora tutta bagnata, prese il cellulare e dopo aver guardato chi fosse, richiamò l'amica.
Capii subito che c'erano delle novità spiacevoli quando K ritornò, sedendosi sul divano; aveva gli occhi lucidi, e continuava ha guardare il telefonino come se da quell'oggetto dipendesse la sua vita.
Gli chiesi cosa era successo; impiegò qualche secondo per rispondere, poi si fece forza e mi raccontò: era una sua collega in università che l'aveva chiamata per metterla al corrente che il suo ragazzo si era messo con una loro comune amica.

Alla faccia degli amici pensai, che bello scherzo. :

Non se l'aspettava e quindi si sfogò con me raccontandomi tutta la storia.
Chissà se Zero aveva pensato anche ai nostri problemi personali quando aveva fatto le sue scelta. :

Alla fine della storia, dovetti dare un giudizio : “Il tuo amico è un gran pezzo di m......a; K fattene una ragione e passa oltre; il mondo è pieno di bravi ragazzi”.
Ovviamente tralasciai di dire che anch'io ho conosciuto un sacco di “bravi ragazzi” che non erano propriamente bravi nel senso stretto del termine. :

Quella notte Bigfoot dovette stare “molto vicino” (in senso fisico) alla biondina, e questo non fece molto bene al suo sistema nervoso.

Nei giorni seguenti K mise in pratica i miei consigli sui “bravi ragazzi” e cominciò ha dare un po' più di corda al bel Alves, il quale ricambiò subito con una presenza sempre più assidua.
Oramai era chiaro, puntava K e lo faceva sempre più sfacciatamente; K da parte sua non si tirava indietro ed io in pochi giorni mi trovai ha gestire un “lavoro difficile” in tandem con una collega che, nel tempo libero, trescava con un tizio del controspionaggio colombiano.
Non sapevo se piangere o ridere, anche perchè non sapevo ancora a cosa andavo incontro..........




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Dalla padella alla brace!! Bel racconto!
dania.rose
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bigfoot:

AnDaty:

Sono poco esperto in materia...domanda... un velivolo militare russo può sorvolare lo spazio aereo estone senza problemi? sapendo che l'Estonia fa parte della NATO?
Come paragone, un F-15 potrebbe volare nei cieli della Bielorussia?

...ti manca Vilnius e sei al completo, o ci sei già stato?

Õnn ja lõbutseda


Questo mi ricorda le lezioni del mio docente preferito
ciao BF bentornato

Carissimo AnDaty,
nel 1983 i russi hanno tirato giù senza tante remore un Boing 747 della KAL con 269 persone a bordo, al largo delle isole Sachalin; e di qualche mese fa l'ultimo "incidente" con il volo della Malaysia Airlines abbattuto con un missile BUK.
E' stato detto che erano stati i separatisti Ukraini (peccato che per manovrare un BUK ci voglio dei sistemi di controllo che loro non avevano), oltre ad un addestramento che solo dei professionisti possono avere (ci vogliono 2 anni).

Leggo spesso i giornali italiani (quelli on line ovviamente visto dove sono) e mi meraviglio dell'assoluta mancanza di notizie sulle questioni internazionali.

Siamo alla vigilia di una probabile nuova guerra mondiale: l'Europa seguendo l'ottusa Germania che pensa sempre e solo a banche e ad avere un'Euro forte (è l'unica nazione europea che da questo caos ci sta guadagnando alla grande), dopo aver provocato la Russia andando ha piazzargli lo scudo antimissile sulla porta di casa, l'ha costretta ad occuparsi della Crimea (era terra russa da sempre) e dell'Ukraina (a cui avevamo promesso che se passava con l'occidente (entrando nell'UE), l'avremmo accolta anche nella NATO (dimenticandoci sempre che c'è una clausola che prevede, in caso di attacco ad un paese NATO, la risposta simultanea di tutta l'alleanza.

E come se non bastasse, abbiamo riportato l'Iran al centro del ring generando il caos totale che c'è in medio-oriente: la Turchia si sta apprestando ha saldare un pò di conti arretrati con l'Iran e tutti gli altri paesi di etnia "scita" (ma la Turchia è un paese NATO ; l'Arabia Saudita, Qatar e Emirati vogliono mettere in piedi una coalizione "nucleare" per riprendere il dominio di quella parte del mondo.

In estremo oriente, la Cina dopo aver stretto un'alleanza strategica con la Russia (energia in cambio di tecnologia) e sempre più ai ferri corti con Taiwan (la prima che si papperà, Giappone e Vietnam (e li sarà dura visto che sono alleati degli USA).
La situazione delle 2 Koree pensa che la sappiate già, quindi cosa resta ?
Ah sì, prima o poi l'India (aiutata da Cina e Russia sottobanco) e Pakistan (aiutato, ma non per molto dagli USA, ma poi potranno contare sull'Iran liberatosi dalle sanzioni) verranno alle mani.
Tenete presente che sono ambedue potenze nucleari (e aggiungerei non molto affidabili).

Restano gli USA, ma gli "sceriffi" del mondo sono sempre più demotivati e stanchi per mantenere l'ordine in questo saloon che è diventato il mondo.

Bene, di tutto questo cosa se ne parla in Italia ?

An gamba nè

BF
bigfoot
Sr. Member (224 post)
K+ 370 | K- 130
dania.rose:

Questo mi ricorda le lezioni del mio docente preferito
ciao BF bentornato



Bentornata anche tu carissima Dania !!

BF
Ho bisogno di esplorare e di sapere.... sempre.
dodge2857
Full Member (91 post)
K+ 54 | K- 68
ciao Bigfoot,
ho letto le tue avventure, anche il mio lavoro è viaggiare, molto e già pensavo di aver dato, ma confronto a te mi sento un educando alle prime armi.
Azz, che avventure, favolose.
Più che farti i miei complimenti non posso.
Ad majora semper

Dodge
bigfoot
Sr. Member (224 post)
K+ 370 | K- 130
Le ZONE UMIDE – stagione II – episodio 1 - “La debuttante” (8° parte)

Nelle settimane seguenti tutto filò comunque liscio, a parte avere l'amico di K perennemente tra i piedi.
Per fortuna K sapeva come gestire la cosa, anche dietro i miei consigli; e se devo essere sincero non mi dispiaceva avere quel tizio sempre vicino : magari mi sarebbe servito per risolvere qualche problema, casomai si fosse presentato.

Oramai era quasi passato un mese dal nostro arrivo e le giornate scorrevano veloci; avevamo inviato parecchie informazioni a Zero, ma a parte un generico “ok” non avevamo ricevuto nulla di ritorno.
In compenso le nostre serate diventavano sempre più “intime” anche se ovviamente mi guardavo bene dall'innescare certe situazioni.

Certo che se ripenso a quei momenti, ancor oggi mi sorprendo del comportamento di Bigfoot nei confronti della biondina: assolutamente irreprensibile.
Più di una volta arrivammo a distanza di collisione, ovviamente sempre per colpa di K perchè io stavo molto attento a non innescare certe situazioni ; solo che la biondina sembrava che lo facesse apposta a eccitare l'equipaggio.
Non ho mai capito se era solo la sua inesperienza o se la cosa le piaceva, ma il risultato era sempre lo stesso : enormi sforzi di Bigfoot per tenere in riga l'equipaggio, il tutto in linea con i suoi principi.

Un venerdì, all'uscita dal lavoro, vedemmo arrivare il buon Alves con un largo sorriso stampato in faccia; subito ci disse che c'era un suo zio che dava una festa nella sua villa alla periferia di Bogotà e gli sarebbe piaciuto farcelo conoscere.
Perchè no, pensai subito, almeno avremmo passato una serata in modo diverso; guardai K e lei guardò me: ok si può fare.
Alves si offrì subito di venirci a prendere in albergo, in modo da evitere di dover ricercare un taxi; in genere i tassisti di Bogotà evitavano di avventurarsi dopo una certa ora nei “barrios” della periferia, perchè il rischio di rapine era molto alto.

Quel sabato, vidi per la prima volta K abbastanza elettrizzata per l'imminente avvenimento; di fatto impiegò più del solito ha vestirsi; e quando finalmente quando trovò la quadra, Alves era già arrivato, in perfetto orario.
Salimmo sulla sua auto e iniziammo ad attraversare Bogotà; Alves e K, seduta davanti, chiaccheravano del più e meno, mentre io dietro pensavo a dove andavamo, al fatto di non aver avvertito nessuno dei “nostri” contravvenendo ad un bel po' di regole sulla sicurezza; ma soprattutto mi preoccupava del rapporto che oramai si era instaurato tra il colombiano e K.

Capii che eravamo arrivati quando, in mezzo a vecchie case e capannoni, vidi spuntare una gigantesca villa circondata da giardini e un'alto muro che faceva somigliare il posto a certe ville di Beverly Hills; solo che questa era anche circondata da parecchi uomini della vigilanza privata.
Anche all'entrata c'erano parecchi uomini che controllavano l'entrata degli ospiti, ma grazie al fatto che eravamo in compagnia del colombiano in un attimo passammo i controlli.

Dentro c'era già parecchia gente, belle donne in abito da sera e parecchi uomini in smoking; noi (io e K ) eravamo come 2 pesci fuor d'acqua, ma comunque ci adeguammo subito; così mentre Alves andava ha cercare lo zio, io e K approfittammo per dare un'occhiata al posto.
La villa era una via di mezzo tra lo “stile” hollywoodiano e certi templi greci; K disse che era tutto ridondante, mentre per me era più che altro pacchiano.

Ma non avevamo ancora visto il gigantesco parco che circondava la villa; dopo aver preso un drink (rigorosamente analcolico) da un tavolo, iniziammo ha gironzolare tra gli invitati; ad un certo punto K si immobilizzò : “Guarda !! “ indicando una specie di laghetto sinuoso tra le piante del giardino.
Districandoci tra i vari invitati che chiaccheravano lungo le rive, arrivammo sul bordo del laghetto; il mio occhio da P.H. notò subito un movimento lungo una riva e immediatamente presi per un braccio K tirandola indietro.
“Cosa sono ?” chiese K.
“Jacarè”
K mi guardò con aria interrogativa.
“Sono una varietà di caimano che vive da queste parti ”
“Caimani in giardino ? Ma sono pericolosi ?”
&ldquoirei di sì, avere questi animali che gironzolano per casa non è come avere dei gatti.....”

Pensai subito a quella volta che mi lasciai trascinare da un P.H. e da un farmer della zona ad un battuta alla ricerca di un “Kokko-Killer” che aveva attaccato diverse donne e bambini di un villaggio nel delta dell'Okawango; avevano bisogno di un “cecchino” nell'eventualità di un tiro lungo.
Cosa che puntualmente si verificò, grazie al casino che facevano i nostri accompagnatori; il mio .338Lapua fece un buon lavoro, fermando il mostro (era lungo più di 5 mt.) all'ingresso della sua tana, ma quando ci avvicinammo e vedemmo i poveri resti delle sue vittime (i grossi coccodrilli hanno l'abitudine di trascinare le prede nella loro tana dove poi le lasciano “frollare” per alcuni giorni prima di divorarle); e la maggior parte di quei resti erano di donne e bambini.
Non fu un bello spettacolo, anzi ne uscii abbastanza sconvolto, esattamente come il P.H. e il farmer.

K da brava canadese, mi disse che da loro gli animali si preferisce lasciarli liberi, nel loro ambiente naturale.
Ma non avevamo ancora visto tutto; mentre ritornavamo verso la villa, in mezzo ad un sacco di “bella gente” vidi una serie di gabbie con alcuni animali dentro; lo zio di Alves doveva essere deciasamente un'eccentrico....

“Guarda, è un leopardo ? “ mi chiese K.
“No, direi piuttosto che è un giaguaro”
Un grosso gattone maculato ci guardava con aria annoiata da dentro una gabbia.
Chissà cosa ne pensavano quelli del CITES, ammesso che lo sapessero.
In un'altra gabbia-recinto ad una ventina di metri di distanza, una splendida pantera asiatica, completamente nera si aggirava nervosa soffiando e miagolando sottovoce; il felino era decisamente nervoso, con tutta quella gente rumorosa attorno.
Mentre K ed io ammiravamo l'animale, un gruppo di persone discuteva accanitamente in una lingua conosciuta; mi girai immediatamente e guardai : erano un gruppo di napoletani.
Ma guarda, il mondo è veramente piccolo pensai.

Finalmente ritornò Alves, accompagnato dallo zio e da due belle donne che ci presentò subito; lo zio sembrava una persona simpatica e molto alla mano; ci chiese subito se ci stavamo divertendo.
“Tantissimo”, gli risposi sorridendo.
Il nostro anfitrione contento si scusò ma doveva andare ha ricevere altri ospiti e in quattro e quattrotto ci lasciò.

A questo punto Alves ci presentò le due donne : sua cugina Ana e l'amica Gabriela.
Dopo qualche minuto di chiacchere, Alves si dedicò a K, mentre io rimasi con le due donne; carine, sui 30 anni, con un fisico che non poteva passare inosservato; Gabriela leggermente più alta e con una carnagione un po' più scura rispetto ad Ana, era decisamente una chiaccherona.
Iniziarono ha farmi un sacco di domande sull'Italia (e gli italiani).
Ana, ridendo, mi chiese se era vero che gli italiani erano dei grandi amanti.
“E' solo una leggenda......” risposi.
Bigfoot è bravissimo nel camouflage. )

Mentre K e Alves si erano trasferiti su una specie di pista da ballo assieme ad altri ospiti, io ero rimasto in retroguardia con queste due che ancora non capivo dove volevano andare ha parare.
Ad un certo punto ci sedemmo su uno dei divanetti presenti in giardino, vicino alla pista da ballo; mentre controllavo i movimenti di K e del colombiano, cercavo di star dietro anche alla conversazione con le due donne.
Ma ecco Ana dire che si stava stufando della serata, le feste dello zio sono di una noia mortale per lei.
“Perchè non andiamo alla festa del Redentor al barrio … ?” disse a Gabriela ed a me.
Mentre stavo pensando ad una risposta, Gabriela si rivolse verso di me e mi chiese se volevo accompagnarle; ci saremmo divertiti sicuramente.
“Carpe Diem quam minimum credula postero” pensai immediatamente.....


Ho bisogno di esplorare e di sapere.... sempre.
grande luigi
Jr. Member (168 post)
K+ 84 | K- 61
Ciao BF
bella come sempre anche questa tappa. Alla prossima cin curiosità.
Ciao
bigfoot
Sr. Member (224 post)
K+ 370 | K- 130
Le ZONE UMIDE – stagione II – episodio 1 - “La debuttante” (9° parte)

Ana raggiunse il cugino e K mettendoli al corrente; quando tornò da noi ci disse che i due preferivano fermarsi ancora un po' a questa festa per cui eravamo liberi di procedere.
Procediamo pure disse Bigfoot all'equipaggio; tutti si preparano velocemente.

Essendo io sprovvisto di auto, fu Ana che si incaricò di portarci con la sua fino al Barrio del (...) ; salimmo quindi sulla sua Bmw (doveva essere un vezzo di famiglia pensai subito), loro due davanti e io dietro.
Ero curioso di vedere come si sarebbe evoluta la serata, magari mi sarei “divertito” veramente come aveva anticipato Gabriela.

Infatti mentre viaggiavamo verso il nuovo evento, Gabriela si voltò verso di me parecchie volte per parlarmi, e notai subito che ogni volta c'era un bottone della camicetta in più sbottonato, tanto da far vedere buona parte della mercanzia che prima avevo solo intuito.
Bene bene, vediamo cosa succede tra un po'..... ero moderatamente fiducioso. )

Quando arrivammo, dopo circa un quarto d'ora di viaggio, cappii subito che era una festa decisamente.... rumorosa.
Era una specie di festa di Hallowen o meglio ancora di carnevale tipo New-Orleans; strani personaggi si aggiravano per le strade vestiti in modo inquietante ballando, cantando e mimando atti al limite della decenza.

Era chiaro come il sole che tutto questo cominciò ad eccitare l'equipaggio, anche perchè oramai Gabriela cominciava ad essere sempre più appiccicata a me, facendomi capire cosa intendeva come divertimento.

Appena Ana parcheggiò davanti ad un locale, arrivarono subito un gruppo di ragazzi e ragazze che conoscevano; in breve fummo coinvolti nel casino generale e Gabriela ne approfittò subito per trascinarmi all'interno, dove su una serie di piste una marea di giovani si agitava a ritmo di musica.
Visto che era praticamente impossibile entrare in pista, ci sedammo ad un tavolo lungo i bordi; Ana chiaccherava con una coppia, Gabriela ed io invece osservavamo la situazione.
Ad un certo punto Gabriela si avvicinò e mi sussurrò sottovoce:
“Mi piacciono gli italiani, sono sempre così carini.....”

La guardai, senza dire niente.
Pensando che non avessi capito, si avvicinò ancora di più e mi sussurrò :
“Ti piacerebbe fare l'amore con me ?”
Bene, il momento era arrivato, questo era il gioco che prediligo. )
La guardai bene prima di rispondere.
“Qui è un po' difficile però.......”

Sorrise subito, e in quel momento notai che aveva denti bianchissimi e labbra tumide; era una bella donna, non bellissima, ma comunque molto attraente; dalla camicetta oramai completamente sbottonata si potevano vedere due seni abbondanti che cercavano di mettersi in mostra.
Per alcuni secondi ci guardammo negli occhi, poi Gabriela si girò verso Ana sussurrandogli qualcosa all'orecchio; a questo punto fu Ana che mi guardò con un sorriso complice, poi tirò fuori le chiavi dalla borsetta e le diede alla compagna.

“Vieni con me” mi disse prendendomi per mano; uscimmo dal locale e raggiungemmo la Bmw dove Gabriela si mise al volante, quindi partimmo subito.
&ldquoove andiamo ?” gli chiesi mentre guidava in un modo decisamente più “allegro” rispetto alla legittima proprietaria.
“Vedrai, sarà una sorpresa” disse con aria furbetta.

Immediatamente Bigfoot si mise in preallarme : detesta le sorprese......
Dopo circa una decina di minuti, Gabriela fermò l'auto davanti ad una villetta con un piccolo giardino davanti; appena sceso mi guardai intorno; anche qui c'era un sacco di gente per strada vestita nei modi più strani ed inquietanti che andava e veniva.
Se doveva succedere qualcosa, quello era il momento ideale; in mezzo a quel casino sarebbe stato molto facile sparire senza lasciare traccia.
Ma io sono un'inguaribile ottimista per cui seguii ciecamente Gabriela in casa; mentre stavamo entrando, mi venne un'atroce dubbio : era tutto troppo facile, e questo non andava bene.

L'esperienza mi suggeriva un “adelante Pedro ma con juicio”; entrammo in casa e Gabriela mi fece accomodare in una specie di salotto, dove su una parete campeggiava un gigantesco televisore al plasma.
Si tratta bene la ragazza pensai subito accomodandomi su un divano; mentre Gabriela cominciava ha preparare qualcosa da bere, sentimmo aprire la porta.
“E' Tessa, la mia coinquilina” disse subito.

Caspita, un'altra donna pensai subito; vediamo com'è.
In effetti devo ammettere che rimasi parecchio sorpreso; una strafiga di 1.80 inguainata in un miniabito di pelle letteralmente cucito addosso con tanto di stivali con tacco che la slanciavano ulteriormente.

Gabriela ci presentò, ma quando la osservai con più attenzione capii che c'era qualcosa di strano in quella donna.
Ci accomodammo tutti e due sul divano mentre Gabriela, dopo averci servito i drink, ci disse che aveva bisogno assolutamente di una doccia e quindi si eclissò velocemente.
Guardai la stangona seduta davanti a me; decisamente bella, ma c'era qualcosa che non mi quadrava, una strana sensazione.....
Tessa mi chiese da dove arrivavo; aveva una voce bassa, quasi un sussurro che non quadrava molto con la sua imponenza.
“Italia, sono italiano.....”
“Mi piacciono gli italiani, sono sempre così carini.......”
Meno male, pensai; chissà cosa gli piace degli italiani.

Gli chiesi cosa voleva dire, ma lei invece di rispondere sorrise; poi si alzò dalla poltrona e venne ha sedersi accanto a me; mi mise un braccio al collo e con l'altra mano iniziò ha palparmi, in modo sempre più invadente.
Adesso aveva preso decisamente lei l'iniziativa, e quello che poteva sembrare un preliminare diventava sempre più simile ad una perquisizione.

Visto che io non prendevo nessuna iniziativa, Tessa prese la mia mano e se la portò, lentamente, tra le sue lunghe gambe; sentii distintamente il fruscio della seta delle mutandine, ma invece della porticina che conduce alle mie adorate Zone Umide, mi ritrovai in mano una specie di pitone.

Adesso non chiedetemi se era un pitone delle rocce birmano, o dell'Angola, o delle rocce indiano, o uno del Natal, o di Seba....
Non lo so, non mi sono fermato ha controllare; so solo che era molto grosso.

“Mi spiace, ma sono etero....” gli dissi sorridendo e sperando che non s'incazzasse.
Lei rimase calma, e con la stessa voce bassa mi chiese se non ero interessato ha fare qualcosa di diverso.
Stavo per rispondere che l'articolo non rientrava nei mie interessi, quando per fortuna arrivò Gabriela avvolta in una splendida veste da camera, capelli raccolti dietro la nuca e tutta profumata, tant'è che la stanza ne fu subito impregnata.

Salvato in estremis, in quanto non sai mai come può reagire una trans, sopratutto se sudamericana; poi mentre Gabriela si preparava un drink, Tessa ne approfittò per alzarsi dal divano, si aggiustò l'abitino in pelle che era leggermente “salito”, chinandosi verso di mè mi diede un bacio sulla bocca e mi sussurrò un “Sarà per la prossima volta.....”.
“Sì certo, magari cambio idea...” )

La Colombia cominciava ad andarmi stretta e credo proprio che non ci saremmo mai più rivisti.
Appena Tessa se ne andò, fu la volta di Gabriela a sedersi accanto; per alcuni ci limitammo ad osservarci, senza parlare.
Oramai l'atmosfera era diventata decisamente erotica, ma c'era qualcosa negli ultimi avvenimenti che non mi quadravano; come ho già detto, troppo facile, troppa disponibilità, troppi quadratini che s'incastravano uno dentro l'altro quasi automaticamente.

E tutto questo mi ricordava i tempi di Mosca......

Visto che io non prendevo nessuna iniziativa, fu Gabriela ha fare la prima mossa, aprendo leggermente la veste da camera e cominciando ha strusciarsi addosso, con la lingua che come un serpente, cercava di infilarsi dappertutto.
Dopo aver esplorato accuratamente i miei padiglioni auricolari e la mia laringe, cominciò ha sbottonarmi camicia e pantaloni per completare la visita medica.

Pazientemente la lasciai fare, fino ha quando non prese per il collo Mr. Dick; cercò in diversi modi di rianimarlo, ma questa volta il mio compagno di avventure rimase immobile.
Anche Lui, come me, era preoccupato dell'evolversi della situazione, e quindi aveva deciso di non collaborare.

In genere non impiego molto ad entrare in partita, ma ci deve essere il giusto “clima”; e quella volta non percepivo il “clima giusto”.

Anzi.......

Gabriela le tentò tutte, poi visto che non volevo “assolutamente” collaborare, si alzò aggiustandosi la vestaglia; poi sorridendo mi disse “Aspettami qui, non ti muovere.....”
Velocemente uscì dalla stanza e io rimasi lì, semi-svestito sul divano ha meditare.

Era una bella donna, e quello che avevo visto non era male con le cose giuste al posto giusto comprese le Zone Umide con un po' di erbetta proprio come piacciono a me. )

Ma c'era sempre quella sensazione “strana” che mi faceva stare un po' sulle mie....
Dopo alcuni minuti, sentii la voce di Gabriela che parlava con qualcuno, poi la porta si aprì.
Quando vidi pensai subito un :
“Questa poi.....









Ho bisogno di esplorare e di sapere.... sempre.
grande luigi
Jr. Member (168 post)
K+ 84 | K- 61
Ciao BF
sempre sul più bello..... ci rimandi alla prossima puntata.
Grazie della piacevole lettura.
Ciao
zimmerman2
Hulk (1948 post)
K+ 482 | K- 191
K+275 bigfoot piacevole lettura
La figa e il ciuffetto e' un duo perfetto!!!
J.Smith
Full Member (10 post)
K+ 25 | K- 32
Mmmmmmh, sento puzza d'imboscata..... :
Speriamo bene.

agocolo
Hero Member (805 post)
K+ 446 | K- 251
Ciao big, sempre belli e piacevoli i tuoi racconti, e ne consegue un meritato K+
Come ti ho già scritto, non hai mai pensato di svrivere e pubblicare le tue avventure
Ti posso solo suggerire il titolo..... "LE AVVENTURE SULLA TERRA DI B.F."
bigfoot
Sr. Member (224 post)
K+ 370 | K- 130
Le ZONE UMIDE – stagione II – episodio 1 - “La debuttante” (ultima parte)

Gabriela era rientrata nella stanza, tutta sorridente :
“Mira, te gusta ?”
E indicò con un cenno della testa le 2 ragazzine che l'accompagnavano.


Ero allibito, letteralmente senza parole.
Avranno avuto 14/15 anni, in jeans e maglietta, una di carnagione più scura, quasi mulatta.
Immediatamente mi alzai e mi rivestii. >
Gabriela si avvicinò, le fece girare e indicando il lato b iniziò ad illustrare la merce, da brava imbonitrice :
“Mira che culito.....”

In meno che non si dica mi ero rivestito, ripresi la mia giacca e velocemente uscii dalla stanza, inseguito dalla donna.
“Queste sono giovani, pulite e tranquille, come piacciono a voi italiani”

Raggiunsi velocemente la porta, sperando di non incontrare a questo punto “l'altra” ragazza; oramai ero pronto alla rissa pur di uscire da quel pasticcio.

“Perchè te ne vai così ?”
Mi girai verso Gabriela e guardandola negli occhi, dissi con molta calma :
“Mi sono ricordato di avere un impegno importante...”
Prima ancora di sentire la sua risposta, uscii velocemente dalla casa e mi tuffai nella folla per strada; volevo mettere la maggior distanza possibile da quell'incubo.
Mentre camminavo velocemente sul marciapiede, continuavo ha girarmi per controllare se qualcuno mi seguiva, ma non notai niente di anormale; finalmente ad un incrocio trovai dei taxi parcheggiati e ci salii subito sopra :
“Adelante Pedro, rapido !!”

Diedi l'indirizzo dell'albergo e cominciai ha rilassarmi, anche se l'adrenalina faceva ancora effetto; siccome continuavo ha girarmi per controllare se eravamo seguiti da qualcuno, l'autista mi chiese se era tutto a posto.
Immediatamente mi inventai una scusa plausibile, gli dissi che stavo controllando la strada che facevamo, per impararla.

Il taxi, nonostante il traffico, fu velocissimo e in poco più di 10 minuti mi portò all'albergo; anche qui, mentre attraversavo rapidamente la hall, controllai se c'era qualcosa di strano, ma tutto era ok.
Finalmente arrivai al nostro piano e entrai in camera; K era già rientrata e, sdraiata sul letto stava lavorando sul suo notebook.
Aveva addosso solo una corta vestaglietta e l'immagine che dava era una vera gioia per gli occhi.
“Come mai arrivi così presto ?”
“E tu come mai sei già arrivata ? E' successo qualcosa ?”

Fu lei ha rispondere per prima, togliendomi dall'imbarazzo della risposta e lasciandomi il tempo per coordinare le idee.
“Ero stanca e Alves domani mattina aveva un impegno molto presto, così ho approfittato e mi sono fatta accompagnare...”
“Adesso cosa stai facendo ?”
“Sto controllando alcune cose; molti di quelle persone presenti alla festa sono nelle “nostre liste”; girò il portatile verso di me e nel movimento la vestaglietta diventò ancora più corta facendomi vedere tutto quello che c'era da vedere.
Feci finta di niente, tanto l'adrenalina era ancora in circolo, e guardai le foto che aveva estrapolato; non mi ero sbagliato quando avevo pensato che a quella festa c'era gente importante; e il fatto che molti erano presenti nelle nostre “info” non faceva che confermare che era arrivato il momento delle “pulizie di primavera” come aveva detto "Zero"
.
“Hai fatto un buon lavoro; adesso vado ha fare una bella doccia, poi decidiamo cosa fare”
K pensò che mi riferissi al suo lavoro, ma io dovevo ancora pensare a quello che avevo visto e cosa fare.
Quando tornai dalla doccia avevo finalmente le idee un po' più chiare; raccontai tutto, senza omettere nulla, a K; alla fine restammo in silenzio per un paio di minuti, ha pensare come interpretare i fatti.
Il primo ha parlare fui io :
“Non sono sicuro al 100% che fosse una trappola per incastrarmi, ma sta cosa mi sembra veramente strana, ed io non sono uno che crede alle coincidenze”.
“Pensi ad una trappola per incastrarci ?”
“Sicuramente un modo per metterci in imbarazzo ….. Poi in questo modo diventa più facile fare “pressione”....... “

Vidi che K soppesava le mie parole ma poi mi rispose sorridendo :
“Certo che voi uomini siete tutti uguali; appena vedete una bella donna smettete di usare il cervello e … “
Ecco, ci mancava anche il rimbrotto della “debuttante” per completare la serata di m...a. :
Però aveva ragione; la mia dimestichezza con le avventure nel mondo delle “no-prof” non mi aveva messo in allarme e alla fine ci stavo cascando come un'idiota.

“Spegni la luce, adesso dormiamo e domani mattina avvertiamo “Zero” dissi perentorio.
Il silenzio scese nella stanza; fuori la festa era ormai impazzita e il clamore arrivava anche a noi; ad un certo punto una serie di scoppi mi fecero aprire gli occhi.
“Cosa sta succedendo ?” disse K quasi sottovoce.
&ldquoormi, sono petardi.....” gli dissi subito per tranquillizarla. )
La cadenza dell'AK-47 è inconfondibile; una volta che l'hai sentita non te la dimentichi più.

Al mattino mi svegliaii per primo e preparai subito la relazione con gli ultimi avvenimenti senza omettere nulla; quando K si svegliò, la lesse subito, e dopo aver avuto anche la sua approvazione la inoltrai a “Zero” tramite il solito canale riservato.
Due ore dopo arrivò la risposta : “Appena possibile rientrate”
Sempre molto concisa la donna.
Impiegammo gli ultimi 2 giorni ha passare le consegne del nostro lavoro “ufficiale” ai locali, e quindi preparammo le valigie; questa volta volo diretto con gli USA della United (con US Marshall a bordo a scanso di spiacevoli equivoci).
Quando K comunicò ad Alves la nostra partenza, il colombiano ci rimase molto male; ma comunque si offrì di accompagnarci all'aeroporto; la cosa non mi dispiacque, è bello vedere che un concorrente rimane a bocca asciutta e poi poteva farci comodo avere uno della Direcciòn National che ti accompagnava attraverso la dogana e i vari controlli. :

Tutto filò liscio e in un men che non si dica eravamo a bordo del 767 della United destinazione New-York.
Quando l'aereo si stacco dalla pista tirai un sospiro di sollievo; oramai la Colombia mi andava decisamente stretta; poi mi girai verso K e la guardai.
Restammo ha guardarci, in silenzio per un paio di minuti, poi scoppiammo tutti e due ha ridere come bambini (o come due complici).
Il viaggio fu abbastanza lungo per dare modo a tutti e due di pensare.
Io avevo già deciso che avrei preso il primo volo per l'Europa, volevo assolutamente tornare il più presto possibile dalla mia piccola.
Quando all'aeroporto di New-York ci salutammo, chiesi a K cosa avrebbe fatto.
“Ora torno a Boston, poi vedrò; comunque non credo di continuare con questo “lavoro”, non fa per me...”

Se devo essere sincero me l'aspettavo, K era veramente una brava ragazza e questo non è un lavoro per chiunque.
Ci abbracciammo a lungo, come due buoni amici.
“Se passi da queste parti, vieni ha trovarmi mi raccomando”
“Contaci K e...... resta così”.




Aprii gli occhi e guardai fuori; era una tipica domenica invernale delle mie Zone Umide; la nebbia pian pianino scendeva ricoprendo tutto e rendendo triste il paesaggio.

Accanto a me Teresa in versione Dart Fener (aveva un grosso raffreddore con relativo naso tappato) che le permetteva di fare una perfetta imitazione del noto personaggio di Star Wars.
Avevamo trascorso le ultime 48 ore (da quando ero arrivato) facendo sesso, dormendo e mangiando alternativamente.

Avevo parecchio arretrato da smaltire e mi ci dedicai con molto impegno; e anche Teresa aveva collaborato alla grande, in fondo doveva festeggiare il ritorno del “suo cucciolo”.

Ora era accanto a me sul divano, avvolta in una coperta, assopita; mi guardai attorno, era giunto il momento di prendere delle decisioni.
In fondo avevo già tutto, non mi mancava nulla e potevo considerare gli ultimi mesi trascorsi come una semplice parentesi della mia vita.
Guardai fuori, e vidi che la nebbia s'infittiva sempre più.
Guardai il cellulare e l'ultimo messaggio che mi era arrivato :
“Ho bisogno di una tua risposta”

Guardai Teresa assopita, e con una mano mi infilai sotto la coperta; sentii la sua schiena sotto le mie dita, e cominciai ad accarezzarla.
Poi lentamente scesi verso il suo fondo schiena.
“Smettila” disse ad un certo punto sottovoce, ma non era molto convinta.
Guardai ancora fuori attraverso i vetri della finestra; la nebbia si era impadronita di tutto.
La Zona Grigia avanzava sempre di più.









Nella prossima puntata, andremo nella culla dell'Uomo, là dove tutto è incominciato e dove Bigfoot..........

titolo : "UN TRANQUILLO WEEK-END DI........."





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