Cari amici,
eccoci arrivati al nostro appuntamento settimanale con "Le ZONE UMIDE" .
Mettetevi comodi e andiamo ad incominciare.....
Cap. III - “L'ALTRA META' DEL CIELO”
Il bello del mio lavoro è che mi permette di girare il mondo gratis (a parte i soldi spesi nei “divertimenti&rdquo
; il rovescio della medaglia è che non puoi mettere radici, o avere amicizie fisse.
Ho anche provato ha cambiare, ma è durato “solo” 11 anni; poi tutto è ritornato come prima.
Quando il mio capo mi disse che la mia prossima destinazione era la Thailandia, il mio equipaggio (Ndr : i miei ormoni) iniziarono ha fare capriole.
)
Dovevo raggiungere una squadra già al lavoro da alcuni mesi su un progetto governativo; la squadra era composta da 3 americani e 1 canadese; il “team-leader” era uno dei 3 americani, mentre io, ormai da alcuni mesi “senior” dovevo solo fornire assistenza, per quello di mia competenza, al caposquadra.
La prima settimana trascorse tra alti e bassi; il clima (caldo e umido) mi dava abbastanza fastidio; il traffico a Bangkok era allucinante e rumoroso a tutte le ore; la cucina era strana (e non sempre riuscivo ad identificare quello che mi propinavano).
Sopratutto mi mancavano i miei soliti riferimenti (restando in tema); le ragazze erano, in maggioranza, belle, alcune molto belle; solo non riuscivi mai ha capire che età avessero...
Inoltre mi dava fastidio il fatto che si poteva fare tutto, bastava allungare un po' di dollari.
Il caposquadra era un ragazzone del West-Virginia; alto come me, mascella quadrata,struttura fisica di un lottatore, il tipico frutto dei college americani; era come se avesse la scritta USA lampeggiante sulla fronte.
Però era simpatico, ed entrammo subito in sintonia; gli altri 2 americani (un uomo e una donna) erano normali (come possono essere normali 2 secchioni del MIT); la donna non era granchè, anche perchè WW (ndr : West-Virginia) mi disse che era lesbica, quindi.... semaforo rosso.
Il canadese era simpatico, ma poco loquace, e tendeva sempre ad isolarsi; dopo un po' me lo dimenticai.
Dopo una quindicina di giorni, la noia si era impadronita di me; i miei ormoni, stravaccati in branda, passavano il tempo leggendo Playboy e USToday; avevo tentato qualche approccio con le girls locali, ma erano troppo facili (e interessate ai $); la mitica Thailandia si stava delineando come una grande delusione.
Poi un giorno WW mi chiese se volevo fare un po' di tennis; il caldo/umido mi spingeva verso un no, ma per quel sesto senso che guida Bigfoot ha fare scelte indovinate, dissi di si.
Perfetto, oggi nel tardo pomeriggio ci facciamo una partita al XXX (una specie di Country Club molto esclusivo).
Difatti nel pomeriggio, sbrigati gli adempimenti lavorativi, abbandonammo i 2 secchioni e il canadese al loro destino e andammo ha giocare a tennis (era il vantaggio di essere al comando dell'unità operativa (lui) e di essere “senior” (io)).
Il circolo sportivo era nella periferia della città; molto bello, tantissimo verde che contribuiva ad abbassare la calura, e sopratutto molta “bella gente”.
Era un centro sportivo molto “in”, con tanto di security molto selettiva all'ingresso; espletate le formalità (velocissimi, anche perchè WW tirò fuori alcuni “pass” (scoprii così che aveva parecchie amicizie che contano) che ci spianarono la strada), e andammo a cambiarci.
Naturalmente non potevo giocare a tennis in giacca e cravatta, per cui WW mi offrì un po' del suo abbigliamento visto che avevamo la stessa taglia (ma non la stessa dotazione; la sua era decisamente XXXL).
Ma, come dice sempre un mio amico poliziotto “... non serve avere una .44; se la sai usare, basta una .22”; e Bigfoot è un buon tiratore.
La partita non ebbe storia, anche perchè WW giocava come un professionista; 2 a 0 e andammo al bar per prenderci un drink di frutta .
Come ho già scritto, il posto era pieno di bella gente, e WW conosceva quasi tutti.
C'erano alcuni politici locali con il solito codazzo di aiutanti e belle donne, industriali con moglie o amante, e in genere tutta quella gente che ha solo un problema: spendere soldi e divertirsi.
Ad certo punto WW si fermò con un gruppetto di locali composto da un paio di uomini e alcune donne; iniziarono le presentazioni, i 2 uomini non li ricordo bene ma le donne mi colpirono subito; erano tre, molto, molto belle.
Una in particolare attirò la mia attenzione; a differenza delle altre 2 (e dei 2 uomini) che appena il collega disse che ero italiano iniziarono, con i soliti sorrisini e falsa gentilezza, ha dire che conoscevano benissimo l'Italia : pizza, mandolini, mafia etc.
Sorrisi anch'io per cortesia, ma iniziarono subito ha girarmi le balle; la terza ragazza invece, non disse nulla, mi fece solo un sorriso di cortesia.
Iniziarono tutti ha parlare, come vecchi amici; solo io e la tizia che non aveva aperto bocca rimanemmo in disparte con i drink in mano.
Ad un certo punto, presi l'iniziativa e cominciai ha farle qualche domanda; mi disse che si chiamava Yanet, aveva 28 anni e che era giornalista presso uno dei principali settimanali thailandesi ; inoltre curava anche una rubrica di moda su un noto canale tv (in seguito venni ha sapere che faceva anche ogni tanto, la modella per alcune case di moda).
In effetti, mentre parlavamo, notai che era veramente una gran bella donna; sopratutto notai che aveva una ottima base culturale (seppi poi che era laureata).
Quando il discorso scivolò sull'Italia, non si mise ha parlare come gli altri del suo gruppo di pizza, mafia etc., ma cominciammo ha discutere di arte, pittori, e del patrimonio artistico italiano che lei conosceva molto bene, pur senza mai esserci stata.
Quello che mi piaceva di lei era l'assoluta calma con cui parlava, sempre con lo stesso tono basso di voce, e soprattutto il modo elegante, quasi aristocratico con cui si muoveva.
Peccato che non togliesse mai quei giganteschi occhialoni neri.
Finalmente avevo trovato qualcuno con cui chiaccherare visto che nella squadra, i 2 secchioni ormai parlavano solo tra di loro , il canadese era perennemente imbrociato e WW preferiva dedicarsi alle dolci thay girls.
Sfruttando il “pass” avuto da WW decisi di muovermi da solo (Bigfoot preferisce sempre “operare” da solo), e quindi quasi ogni giorno, terminato il lavoro, frequentavo il circolo sportivo.
Anche la Security oramai aveva memorizzato la mia faccia (o la mia stazza ?), per cui mi muovevo all'interno senza nessun problema.
Purtroppo Yanet non sempre c'era; quando una sera glielo feci notare, mi disse che era sempre molto impegnata con il giornale e con la preparazione della puntata settimanale in tv.
Per farsi perdonare, con il solito cortese sorriso (niente a che vedere con i soliti sorrisini “falsi” delle altre thay), mi disse che il primo week-end che avesse avuto libero, mi avrebbe portato (se volevo) ha visitare i resti della vecchia capitale thay.
Non potevo (e non volevo) rifiutare e gli dissi “ok, fammi sapere che mi organizzo”.
Oramai quella donna mi aveva troppo entusiasmato; il suo modo di parlare calmo e appropriato (parlava un'inglese perfetto), il suo modo di muoversi calmo ed elegante tipico di una donna che sa il fatto suo; un corpo perfetto (come per Luna dell'episodio precedente, solo che questa era alta 1,70 circa (senza tacchi)).
Aveva sempre abiti diversi, ma tutti sembravano disegnati per lei in esclusiva.
Ma quello che mi colpiva e mi affascinava nello stesso tempo, era il suo “odore”; attorno a lei c'era sempre un “profumo” che non riuscivo ha capire cosa fosse; niente di sgradevole, anzi, molto piacevole e inebriante.
Più volte mi sorpresi ad annusare l'aria, inebriato ed eccitato da quella fragranza sconosciuta, che solo io (scoprii dopo) percepivo; infatti un giorno in cui c'era anche WW gli chiesi se sapeva che profumo fosse; mi guardò stralunato e poi mi disse che lui non sentiva niente....
Passarono un paio di settimane, oramai pensavo che se ne fosse dimenticata della promessa fattami; un venerdì sera, mentre ero al solito posto con WW (il bar del centro sportivo, avevo appena evitato una partita a tennis con una coppia di thailandesi), arrivò lei.
Anzi, alcuni secondi prima che apparisse, tramite il solito “profumo” avevo capito che stava arrivando.
Ci salutò tutti con il solito bacino sulla guancia, si fece preparare il solito drink dal barman (notai la deferenza con cui la servì
, poi si girò verso di me e disse che, se non avevo problemi, il giorno dopo, visto che aveva un po' di tempo libero, potevamo andare ha visitare le rovine della vecchia capitale.
WW rispose subito che non sarebbe venuto, perchè (ridacchiando) a lui interessavano solo le cose nuove; con sospiro di sollievo del sottoscritto.
)
)
)
Ci mettemmo d'accordo per le 10 am del giorno dopo, davanti al mio albergo.
Fu una lunga notte, ero eccitato e anche un pò teso e alla fine dormii pochissimo; al mattino ero comunque fresco e pronto.
)
Arrivò puntualissima, lasciandomi un po' sconcertato; pensavo che avesse come auto una delle solite giapponesi o koreane che popolano il traffico urbano di Bangkok; invece arrivò sparata a bordo di una Porsche 911 Targa cabrio nera.
Inchiodò esattamente davanti a me lasciando un leggero odore di gomma e pastiglie dei freni bruciati; mi guardò e con il solito sorriso mi chiese “Pronto ?”.
“Prontissimo”, salii sulla Porsche velocissimo, mi allacciai le cinture e partimmo.
)
Più che altro schizzammo a velocità fotonica; dal parabrezza vedevo il mondo muoversi a velocità supersonica (avete presente le riprese fate con la camera-card sulle F1 a Montecarlo ?).
Anche guidando si muoveva con la naturalezza e l'eleganza di sempre; indossava un abito tipico thay a collo alto rosso con decorazioni in oro, ma che aveva una apertura laterale lungo le gambe, dal quale spuntava una gamba che mi faceva immaginare che anche il resto fosse congruo all'immagine che vedevo.
In un attimo eravamo già fuori città, su una superstrada e quindi schiacciò a fondo l'acceleratore; sentii distintamente i 330 cv del Porsche scatenarsi con un possente rombo che poi fu subito sopraffatto dal turbinio dell'aria che entrava nell'abitacolo scompigliando i suoi lunghi capelli neri.
Salendo sull'auto avevo notato sul divanetto posteriore un libro; mi girai e lo presi in mano; era un testo di Seneca, “La brevità della vita” (ovviamente tradotto in inglese).
Gli chiesi come mai leggesse un libro come quello; mi rispose che era affascinata dai filosofi greci e romani e che solo di recente aveva scoperto il nostro Seneca.
Dopo circa un'ora arrivammo alla vecchia città e iniziammo il nostro giro assieme ad una moltitudine di turisti; faceva abbastanza caldo, io ero parecchio sudato, al contrario di lei che sembrava perfettamente a suo agio, come se fosse appena uscita di casa.
Il giro durò un paio d'ore; poi di comune accordo, decidemmo che era meglio ritornare a Bangkok per evitare il traffico serale (in realtà c'è a tutte le ore); durante il viaggio di ritorno, tenne una velocità più bassa rispetto all'andata (diciamo che si tenne sui 200km/h invece dei 240km/h).
Ho bisogno di esplorare e di sapere.... sempre.
eccoci arrivati al nostro appuntamento settimanale con "Le ZONE UMIDE" .
Mettetevi comodi e andiamo ad incominciare.....
Cap. III - “L'ALTRA META' DEL CIELO”
Il bello del mio lavoro è che mi permette di girare il mondo gratis (a parte i soldi spesi nei “divertimenti&rdquo
Ho anche provato ha cambiare, ma è durato “solo” 11 anni; poi tutto è ritornato come prima.
Quando il mio capo mi disse che la mia prossima destinazione era la Thailandia, il mio equipaggio (Ndr : i miei ormoni) iniziarono ha fare capriole.
Dovevo raggiungere una squadra già al lavoro da alcuni mesi su un progetto governativo; la squadra era composta da 3 americani e 1 canadese; il “team-leader” era uno dei 3 americani, mentre io, ormai da alcuni mesi “senior” dovevo solo fornire assistenza, per quello di mia competenza, al caposquadra.
La prima settimana trascorse tra alti e bassi; il clima (caldo e umido) mi dava abbastanza fastidio; il traffico a Bangkok era allucinante e rumoroso a tutte le ore; la cucina era strana (e non sempre riuscivo ad identificare quello che mi propinavano).
Sopratutto mi mancavano i miei soliti riferimenti (restando in tema); le ragazze erano, in maggioranza, belle, alcune molto belle; solo non riuscivi mai ha capire che età avessero...
Inoltre mi dava fastidio il fatto che si poteva fare tutto, bastava allungare un po' di dollari.
Il caposquadra era un ragazzone del West-Virginia; alto come me, mascella quadrata,struttura fisica di un lottatore, il tipico frutto dei college americani; era come se avesse la scritta USA lampeggiante sulla fronte.
Però era simpatico, ed entrammo subito in sintonia; gli altri 2 americani (un uomo e una donna) erano normali (come possono essere normali 2 secchioni del MIT); la donna non era granchè, anche perchè WW (ndr : West-Virginia) mi disse che era lesbica, quindi.... semaforo rosso.
Il canadese era simpatico, ma poco loquace, e tendeva sempre ad isolarsi; dopo un po' me lo dimenticai.
Dopo una quindicina di giorni, la noia si era impadronita di me; i miei ormoni, stravaccati in branda, passavano il tempo leggendo Playboy e USToday; avevo tentato qualche approccio con le girls locali, ma erano troppo facili (e interessate ai $); la mitica Thailandia si stava delineando come una grande delusione.
Poi un giorno WW mi chiese se volevo fare un po' di tennis; il caldo/umido mi spingeva verso un no, ma per quel sesto senso che guida Bigfoot ha fare scelte indovinate, dissi di si.
Perfetto, oggi nel tardo pomeriggio ci facciamo una partita al XXX (una specie di Country Club molto esclusivo).
Difatti nel pomeriggio, sbrigati gli adempimenti lavorativi, abbandonammo i 2 secchioni e il canadese al loro destino e andammo ha giocare a tennis (era il vantaggio di essere al comando dell'unità operativa (lui) e di essere “senior” (io)).
Il circolo sportivo era nella periferia della città; molto bello, tantissimo verde che contribuiva ad abbassare la calura, e sopratutto molta “bella gente”.
Era un centro sportivo molto “in”, con tanto di security molto selettiva all'ingresso; espletate le formalità (velocissimi, anche perchè WW tirò fuori alcuni “pass” (scoprii così che aveva parecchie amicizie che contano) che ci spianarono la strada), e andammo a cambiarci.
Naturalmente non potevo giocare a tennis in giacca e cravatta, per cui WW mi offrì un po' del suo abbigliamento visto che avevamo la stessa taglia (ma non la stessa dotazione; la sua era decisamente XXXL).
Ma, come dice sempre un mio amico poliziotto “... non serve avere una .44; se la sai usare, basta una .22”; e Bigfoot è un buon tiratore.
La partita non ebbe storia, anche perchè WW giocava come un professionista; 2 a 0 e andammo al bar per prenderci un drink di frutta .
Come ho già scritto, il posto era pieno di bella gente, e WW conosceva quasi tutti.
C'erano alcuni politici locali con il solito codazzo di aiutanti e belle donne, industriali con moglie o amante, e in genere tutta quella gente che ha solo un problema: spendere soldi e divertirsi.
Ad certo punto WW si fermò con un gruppetto di locali composto da un paio di uomini e alcune donne; iniziarono le presentazioni, i 2 uomini non li ricordo bene ma le donne mi colpirono subito; erano tre, molto, molto belle.
Una in particolare attirò la mia attenzione; a differenza delle altre 2 (e dei 2 uomini) che appena il collega disse che ero italiano iniziarono, con i soliti sorrisini e falsa gentilezza, ha dire che conoscevano benissimo l'Italia : pizza, mandolini, mafia etc.
Sorrisi anch'io per cortesia, ma iniziarono subito ha girarmi le balle; la terza ragazza invece, non disse nulla, mi fece solo un sorriso di cortesia.
Iniziarono tutti ha parlare, come vecchi amici; solo io e la tizia che non aveva aperto bocca rimanemmo in disparte con i drink in mano.
Ad un certo punto, presi l'iniziativa e cominciai ha farle qualche domanda; mi disse che si chiamava Yanet, aveva 28 anni e che era giornalista presso uno dei principali settimanali thailandesi ; inoltre curava anche una rubrica di moda su un noto canale tv (in seguito venni ha sapere che faceva anche ogni tanto, la modella per alcune case di moda).
In effetti, mentre parlavamo, notai che era veramente una gran bella donna; sopratutto notai che aveva una ottima base culturale (seppi poi che era laureata).
Quando il discorso scivolò sull'Italia, non si mise ha parlare come gli altri del suo gruppo di pizza, mafia etc., ma cominciammo ha discutere di arte, pittori, e del patrimonio artistico italiano che lei conosceva molto bene, pur senza mai esserci stata.
Quello che mi piaceva di lei era l'assoluta calma con cui parlava, sempre con lo stesso tono basso di voce, e soprattutto il modo elegante, quasi aristocratico con cui si muoveva.
Peccato che non togliesse mai quei giganteschi occhialoni neri.
Finalmente avevo trovato qualcuno con cui chiaccherare visto che nella squadra, i 2 secchioni ormai parlavano solo tra di loro , il canadese era perennemente imbrociato e WW preferiva dedicarsi alle dolci thay girls.
Sfruttando il “pass” avuto da WW decisi di muovermi da solo (Bigfoot preferisce sempre “operare” da solo), e quindi quasi ogni giorno, terminato il lavoro, frequentavo il circolo sportivo.
Anche la Security oramai aveva memorizzato la mia faccia (o la mia stazza ?), per cui mi muovevo all'interno senza nessun problema.
Purtroppo Yanet non sempre c'era; quando una sera glielo feci notare, mi disse che era sempre molto impegnata con il giornale e con la preparazione della puntata settimanale in tv.
Per farsi perdonare, con il solito cortese sorriso (niente a che vedere con i soliti sorrisini “falsi” delle altre thay), mi disse che il primo week-end che avesse avuto libero, mi avrebbe portato (se volevo) ha visitare i resti della vecchia capitale thay.
Non potevo (e non volevo) rifiutare e gli dissi “ok, fammi sapere che mi organizzo”.
Oramai quella donna mi aveva troppo entusiasmato; il suo modo di parlare calmo e appropriato (parlava un'inglese perfetto), il suo modo di muoversi calmo ed elegante tipico di una donna che sa il fatto suo; un corpo perfetto (come per Luna dell'episodio precedente, solo che questa era alta 1,70 circa (senza tacchi)).
Aveva sempre abiti diversi, ma tutti sembravano disegnati per lei in esclusiva.
Ma quello che mi colpiva e mi affascinava nello stesso tempo, era il suo “odore”; attorno a lei c'era sempre un “profumo” che non riuscivo ha capire cosa fosse; niente di sgradevole, anzi, molto piacevole e inebriante.
Più volte mi sorpresi ad annusare l'aria, inebriato ed eccitato da quella fragranza sconosciuta, che solo io (scoprii dopo) percepivo; infatti un giorno in cui c'era anche WW gli chiesi se sapeva che profumo fosse; mi guardò stralunato e poi mi disse che lui non sentiva niente....
Passarono un paio di settimane, oramai pensavo che se ne fosse dimenticata della promessa fattami; un venerdì sera, mentre ero al solito posto con WW (il bar del centro sportivo, avevo appena evitato una partita a tennis con una coppia di thailandesi), arrivò lei.
Anzi, alcuni secondi prima che apparisse, tramite il solito “profumo” avevo capito che stava arrivando.
Ci salutò tutti con il solito bacino sulla guancia, si fece preparare il solito drink dal barman (notai la deferenza con cui la servì
WW rispose subito che non sarebbe venuto, perchè (ridacchiando) a lui interessavano solo le cose nuove; con sospiro di sollievo del sottoscritto.
Ci mettemmo d'accordo per le 10 am del giorno dopo, davanti al mio albergo.
Fu una lunga notte, ero eccitato e anche un pò teso e alla fine dormii pochissimo; al mattino ero comunque fresco e pronto.
Arrivò puntualissima, lasciandomi un po' sconcertato; pensavo che avesse come auto una delle solite giapponesi o koreane che popolano il traffico urbano di Bangkok; invece arrivò sparata a bordo di una Porsche 911 Targa cabrio nera.
Inchiodò esattamente davanti a me lasciando un leggero odore di gomma e pastiglie dei freni bruciati; mi guardò e con il solito sorriso mi chiese “Pronto ?”.
“Prontissimo”, salii sulla Porsche velocissimo, mi allacciai le cinture e partimmo.
Più che altro schizzammo a velocità fotonica; dal parabrezza vedevo il mondo muoversi a velocità supersonica (avete presente le riprese fate con la camera-card sulle F1 a Montecarlo ?).
Anche guidando si muoveva con la naturalezza e l'eleganza di sempre; indossava un abito tipico thay a collo alto rosso con decorazioni in oro, ma che aveva una apertura laterale lungo le gambe, dal quale spuntava una gamba che mi faceva immaginare che anche il resto fosse congruo all'immagine che vedevo.
In un attimo eravamo già fuori città, su una superstrada e quindi schiacciò a fondo l'acceleratore; sentii distintamente i 330 cv del Porsche scatenarsi con un possente rombo che poi fu subito sopraffatto dal turbinio dell'aria che entrava nell'abitacolo scompigliando i suoi lunghi capelli neri.
Salendo sull'auto avevo notato sul divanetto posteriore un libro; mi girai e lo presi in mano; era un testo di Seneca, “La brevità della vita” (ovviamente tradotto in inglese).
Gli chiesi come mai leggesse un libro come quello; mi rispose che era affascinata dai filosofi greci e romani e che solo di recente aveva scoperto il nostro Seneca.
Dopo circa un'ora arrivammo alla vecchia città e iniziammo il nostro giro assieme ad una moltitudine di turisti; faceva abbastanza caldo, io ero parecchio sudato, al contrario di lei che sembrava perfettamente a suo agio, come se fosse appena uscita di casa.
Il giro durò un paio d'ore; poi di comune accordo, decidemmo che era meglio ritornare a Bangkok per evitare il traffico serale (in realtà c'è a tutte le ore); durante il viaggio di ritorno, tenne una velocità più bassa rispetto all'andata (diciamo che si tenne sui 200km/h invece dei 240km/h).
Ho bisogno di esplorare e di sapere.... sempre.
