Ciau Fijoj… sun rivà!!
A quest’ora, per dopo-cena, un vino a mezza strada fra un vino da meditazione ed un digestivo…
Offro un Barolo Chinato a tutta la compagnia… ahhhhh che goduria!!!
Dovete sapere che tale vino aromatico fu inventato, dopo vari anni di sperimentazione, su richiesta, spinta e motivazione… addirittura di Re Vittorio Emanuele II, dal Farmacista di Serraliunga d’Alba: tal ”” Giusep Caplan.””, tradotto : Giuseppe Cappellano. Mi vengo spiegando.
Il citato Re, aveva acquistato i poderi di Fontanafredda, per farne dono alla bella Rosa Vercellana, detta “”Béla Rusin””, in occasione delle nozze morganatiche, avvenute nel 67 religiose e 78.. pare sul letto di morte, con rito civile.
L’acquisto del podere di Fontanafredda e del castello di Sommariva Perno, fu del 1857 (intestati alla Rusin), per rendere possibile e valida, la nomina della Rusin, a Contessa di Mirafiori e Fontanafredda, che è del 1858.
Fatta questa premessa, si evince ed è certificato, che la coppia morganatica frequentava spesso e volentieri la tenuta di Fontanafredda, dove ancor oggi, vi sono montati come allora, gli appartamenti “”Reali””.
Il Re divenne amico di Caplan e lo spronò a trovare la ricetta del vino chinato che, solo in seguito, quando la ricetta fu consolidata, presero il Barolo per poi farlo chinato, le sperimentazioni avvennero con vini meno nobili, tipo Barbera e Dolcetto.
E’ sicuro che il Re ebbe l’opportunità di assaporarne e apprezzarne di tutti i tipi di “Chinato””, quindi la sperimentazione terminò prima che la capitale fosse spostata a Firenze, perciò si parla di 64 o 65, anni in cui si consolidò la vera ricetta, ancor oggi in auge.
Nel 1891 la ricetta venne, non venduta ma, data in “affitto” ad un commerciante di vini astigiano, che purtroppo non ne fece un uso proprio sublime ma, tant’è…
Ora che mi son bevuto un paio di bicchieri di “Chinato”, di 16°… in vino veritas… Bei Fijoj: a proposito di scrittori del 900… ce ne sono a bizzeffe.. Moravia, Morante, Liala (Hahahaha), Soldati, Svevo, Palazzeschi, Alvaro… ecc… hai voglia ma, cari “piolini” come Pavese e Fenoglio… non se ne parla… poi io sono fissato del Terroire, della Langa, con pregi e difetti… questi due e fors’anche Giovanni Arpino, taru trapiantato a Bra, nella città della Zizzola, dicevo che come sti qua, non ce n’è… assolutamente!!!
Tra l’altro Arpino lo conobbi personalmente in treno, da Porta Susa a Milano… andava a milano al Giornale e poi ci rivedemmo diverse altre svariate volte… questo vinse uno Strega e due Campiello ed era un giornalista!!!! Scoprì Travaglio… pensate un po’!!!
Infine mi corre l’obbligo di richiamarvi tutti all’ordine: Fijoj che putanè siete

? Ma scherziamo

? Vi obbligo a seguire pedissequamente e bovinamente la prima e fondamentale regola del nostro “mestiere”, che ad ogni buon conto, vado a rimembrar:
“””Picia sempre ma, murusa, amante o fumna… MAI!!!!””
Cerchiamo di tenere ben distinti i ruoli, senza scantonamenti e/o commistioni, questo è importante e basilare, sia per noi che per le pice!!!
E adess… prosit: il bicchiere della staffa… per chi tiene lo fisico!!! W la Piola!!!